Settimana politica
Litigi tra il Comune controllore e la FILS controllata
Assistendo al dibattito in commissione consiliare sembrerebbe che Comune e FILS siano due controparti, anziché il primo il proprietario e la seconda la società di scopo, che fattura solo lavori delegati dal primo. Infatti il presidente del Collegio sindacale della società Fernando Fucinese ha denunciato “incomprensioni con gli uffici comunali e contestazioni dei lavori fatti” e il piano industriale 2015 totalmente disatteso dal socio unico, “essendosi realizzati ricavi inferiori di 300.000 euro rispetto alla previsione”. Da qui “l’indebitamento aziendale, già su livelli critici, ulteriormente peggiorato”. Per l’Assessore Elia Sigismondi e il responsabile del servizio ragioneria Sandro Rossignoli, invece, tutti i servizi e gli impegni di spesa del Comune 2015 verso FILS sono stati totalmente assicurati e rispettati. Un contrasto singolare, che ha fatto arrabbiare Fucinese, il quale ha dichiarato di riservarsi di accertare se ci siano responsabilità degli uffici dei lavori pubblici riguardo alle fatture contestate e soprattutto si è meravigliato che il socio unico si comporti in modo da non agevolare una società che è obbligato a controllare. Chi ha ragione? Si vedrà. Intanto si procederà alla liquidazione della FILS, con la nomina di liquidatori con un esercizio provvisorio dell’attività, per non pregiudicare definitivamente il patrimonio e per cercare di salvare i circa quaranta dipendenti. La delibera approvata dal Consiglio comunale chiede “un nuovo e puntuale piano industriale alla società al fine di verificare la sussistenza di possibili condizioni per il proseguimento dell’attività societaria in condizioni di equilibrio economico/finanziario e per la conservazione del valore delle attività aziendali”. Alla formulazione del nuovo piano industriale seguirà una nuova valutazione per verificare se ricorrano i presupposti per la revoca dello stato di liquidazione ai sensi del Codice Civile. La delibera dà mandato alla Giunta di compiere ogni azione possibile per salvaguardare i livelli occupazionali anche al di fuori del perimetro della FILS, nonché assicurare la continuità dei servizi forniti, anche mediante una riorganizzazione interna all’Ente allo scopo di creare le migliori condizioni per un efficace coordinamento dei rapporti tra amministrazione e società. Ammettendo implicitamente che finora qualcosa non ha girato per il verso giusto, come denunciato da Fucinese.
Ha fatto traboccare il vaso la perdita di 500.000 euro
Quello del 2015 è stato il bilancio più negativo della storia FILS, prima come società per azioni con unico azionista, poi come società a responsabilità limitata, che costa meno della prima. Considerato che potrebbe essere l’ultimo, il documento contabile 2015 ha evidenziato i “veri crediti” e soprattutto i molti debiti della FILS. 4.892.000 euro in totale tra debiti verso banche, fornitori, tributari (anche verso lo stesso Comune?), istituti di previdenza e di sicurezza sociale, dei quali 3.618.000 quota scadente entro l’esercizio 2015. Da considerare inoltre come debiti reali i 551.200 euro relativi al trattamento di fine rapporto di lavoro per i dipendenti e i 216.982 come fondo rischi e oneri.
Mismetti rassicura: a ottobre si ricapitalizza
Il Sindaco precorre i tempi e afferma che a ottobre, dopo un altro piano industriale, la FILS ripartirà con commesse del Comune, garantendo servizi e occupazione. La liquidazione era l’unica strada da percorrere, ha detto nell’incontro con i rappresentanti sindacali.
Assolti perché il fatto non sussiste
L’Ispettorato del Lavoro aveva contestato “distacchi irregolari” di personale VUS e FILS al Comune di Foligno. Sette gli indagati: il sindaco Mismetti, l’ex-sindaco Manlio Marini, gli ex-presidenti VUS Giorgio Dionisi e Sergio Villa, il presidente di FILS Stefano Mattioli, il predecessore Roberto Raio e Luciano Piermarini, dirigente comunale. Per il Gip non ci sono “elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Altri tre dirigenti comunali avevano deciso di pagare, sanando le presunte irregolarità. Hanno pagato la sanatoria, ma non erano minimamente colpevoli.