Addio all’attore Bud Spencer. A Foligno conseguì il brevetto di pilota
Se n’è andato mentre l’Italia era in tutte altre faccende affaccendata, quasi distratta. Nel pomeriggio di lunedì, allorché appassionati e meno appassionati si erano stampati davanti ai televisori, in fermento per le sorti della propria nazionale, in un letto d’ospedale, dopo una lunga malattia, si spegneva uno dei personaggi più amati ed ammirati del cinema italiano: Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli. Un vero e proprio mito trans-generazionale, se è vero che attraverso di lui moltissimi italiani sono praticamente cresciuti. Ha saputo accompagnare l’adolescenza di coloro che erano appartenuti alle epoche più distanti e disparate ed i suoi film (assieme al suo compagno di una vita, Terence Hill) hanno rappresentato un nuovo modo di intendere gli “spaghetti western” ed il genere poliziesco. Tirava pugni, ma sembravano carezze. Dietro la rudezza e l’apparente violenza delle scene girate, si celava una carica di dolcezza ed umanità che arrivava dritta al cuore. Personaggio poliedrico, attore, scrittore, cantante, paroliere, nuotatore (fu il primo italiano a scendere nei 100 mt sotto il “muro” del minuto), pallanuotista, perfino produttore televisivo (di alcuni documentari RAI), partecipò a tre olimpiadi (1952, 1956, 1960) e a due edizioni dei Giochi del Mediterraneo (conseguì una medaglia d’oro in quelli del 1955, nella pallanuoto). Diceva di sé, “a parte il ballerino ed il fantino, ho fatto di tutto”. Ma fra le tante passioni ce n’è stata una che, non tutti sapranno, lo ha legato alla nostra città. Nel 1976, infatti, presso l’ aeroporto di Foligno conseguì il brevetto di pilota mentre, in un hangar, era solito custodire un piccolo aereo. Dopo aver girato in Colombia, infatti, “Più forte ragazzi!” (1972), osservando il pilota durante le riprese, si innamorò dell’aviazione a tal punto da decidere di divenire dapprima pilota di aereo, e poi di elicottero. Ciao Bud. Non tirare troppi cazzotti, lassù, fra gli angeli.
ALESSANDRO BUFFI PROIETTI