Lettera aperta a mons. Dante Cesarini in occasione dell’ottantesimo compleanno
Carissimo don Dante, permettimi di chiamarti cosi! Desidero, e credo sia desiderio di tutti, mettere per scritto i miei pensieri a proposito della meravigliosa “festa di famiglia” che ci hai offerto, il bel pomeriggio sereno e commosso che hai voluto regalarci. Eravamo in tanti, a Casa Lanteri, tutti amici, di diverse generazioni, tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incrociare il tuo cammino per lungo o breve tempo. A tutti hai lasciato un insegnamento, una traccia di te, il tuo sigillo. Ci hai insegnato a pregare, ad ascoltare, a fare silenzio in noi e attorno a noi, a comprendere , a fare spazio a Dio; e continui a farlo ancora oggi, in occasione dei festeggiamenti per il tuo 80^ compleanno. La Santa Messa (animata dallo Shemà) celebrata il 9 marzo, vero inno alla gioia, ha avuto come parola-chiave il verbo “ascolta”, potente e significativo. La tua omelia è stata perfetta; in essa hai illustrato i cinque verbi che conseguono dallo Shemà come attribuiti a Dio Padre che ci guarda, ci parla, ci libera, ci sceglie, ci aspetta. Il primo ci fa capire che ognuno di noi è ammirato da Dio, anche se pieno di difetti, ogni creatura è diletta da Dio, come figlio adottato che può ascoltarlo. Dio ci parla tutti i giorni con gratitudine e desidera che ognuno cresca sempre più nell’ascolto della Parola del Padre Celeste. Dio ci libera dagli idoli moderni, corrotti e sottomessi a Satana; l’umiltà e la percezione della nostra vulnerabilità ci procureranno amici che ci aiuteranno a restare liberi da ferite, dolori, tormenti, per essere capaci di reagire al male, affidandoci a Dio. Dio ci sceglie, ci sceglie uno per uno; ha scelto anche me, anche te, per crescere nell’amore là dove si ama di più, dove si serve di più. Dio ci aspetta: non ha fretta; ci aspetta in Paradiso per incrociare i suoi occhi con i nostri. A Lui diciamo “Eccoci, Signore”. Vedremo il Suo sorriso, più prezioso, più incantevole, più commovente di qualsiasi altra cosa. Questi verbi, vivaci e forti, si incidono nel nostro cuore e nella nostra mente, indelebili! Il Signore ci attira tutti a Sé, ne abbiamo la certezza. In silenzio e con le lacrime agli occhi ascoltiamo ogni Sua parola e, pieni di riconoscenza e di affetto verso Dio e verso di te, ti diciamo un immenso “grazie”, carissimo don Dante.
Concludo con la dedica che hai scritto sul retro del ricordino: “Per te! La benedizione del Signore, di San Francesco e anche la mia. Con affetto. Don Dante Cesarini per l’ottantesimo compleanno. 4 marzo 2016”.
Luciana Bianchi