Il folignate Giovanni Manuali è il primo biografo italiano di Mike Oldfield
È stata presentata alla Libreria Carnevali ex Cinema Astra di Foligno la seconda Edizione del libro che ripercorre, attraverso la discografia, la vita geniale e fragile del cantante inglese
Mike Oldfield è ormai consacrato come un genio della musica: polistrumentista virtuoso ed efficacissimo nel rielaborare in chiave rock ed elettronica la tradizione folclorica inglese, scalò le vette del successo nel 1973 con Tubular bells, una suite (una serie di brani proposti in sequenza, senza parole) in cui l’eclettismo del ventenne di Reading fece scalpore (suonava da solo una ventina di strumenti – tra cui le campane tubolari di cui al titolo -, sovrapponendone in postproduzione l’effetto); se inizialmente la composizione ebbe qualche remora nei produttori, ben presto trovò l’accoglimento di Richard Branson, lungimirante capo di quella neonata casa discografica Virgin che proprio con Tubular bells stava per esordire e che da lì a poco sarebbe entrata nel mito della musica. I brani ebbero in effetti successo, anche perché il tempo principale fu assunto come colonna sonora del noto film L’esorcista (che uscì in quello stesso ‘73).
Giovanni Manuali, folignate, appassionato di musica, insegnante di Lingua e Letteratura Italiana e Storia all’Istituto Tecnico Tecnologico “Leonardo da Vinci” di Foligno, ha pubblicato due biografie di Mike Oldfield (primi e unici lavori sul musicista inglese finora editi in italiano): la prima nel 2006 (Tipografia Editrice Pisana) e una riedizione (riveduta e ampliata) della fine del 2015, uscita coi tipi della Youcanprint di Tricase e presentata venerdì 19 febbraio 2016 alla Libreria Carnevali ex Cinema Astra di Foligno.
L’incontro tra Oldfield e Manuali avvenne a scuola, quando era un giovane studente delle medie: durante l’ora di musica l’insegnate consentiva ai ragazzi di portare brani a piacimento da casa: dal mangianastri un alunno fece partire Moonlight shadow (brano di gran successo del 1983, interpretato dalla voce della scozzese Maggie Reilly). Piacque a tutti; e quando la professoressa svelò che era Oldfield il nome dell’autore, il Nostro volle saperne di più: «Rimasi affascinato – ammette il prof. Manuali alla presentazione del libro – da quella figura timida e geniale, schiva e fuori dal coro. Già virtuoso della chitarra a dodici anni, usava la musica per vincere la sua ritrosia e le sue difficoltà a comunicare. Sui palchi lo si vedeva raramente e quando lo faceva si presentava in tuta e canottiera. In tempi in cui tutti ascoltavano i Duran Duran e le ragazze volevano sposare Simon Le Bon, a me piaceva Oldfield. Su libri e riviste musicali, però, di lui si trovava poco o niente e men che meno in italiano. Poi è arrivato internet, che mi ha aperto nuove possibilità, ma sempre in inglese. Ho allora deciso di scrivere io il libro che cercavo: ho messo insieme il materiale raccolto negli anni, l’ho tradotto e ne è nata la prima biografia italiana di Oldfield. Rifiutata da diverse case editrici, sarebbe forse ancora nel mio cassetto se non fosse intervenuto il Fan Club Italiano del musicista, che nel senese Vincenzo La Gaetana ha trovato un estimatore e un finanziatore». Le 250 copie della prima edizione del 2006, recensite da autorevoli riviste come Rockstar (314/2006) ed Ellin Selae (78/2006, p. 19), sono ormai esaurite e questa nuova giunge quindi a soddisfare le crescenti richieste degli appassionati.
MAURIZIO COCCIA