Banco Alimentare: 9 tonnellate di prodotti raccolti, e poi?
Guido Strati racconta come e a chi sono distribuite le merci raccolte alla Colletta Alimentare
Il Banco Alimentare nasce tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, in America, quando un imprenditore decide di raccogliere il cibo buttato via dai supermercati e dai negozi, donandolo alle mense dei poveri. L’esperienza si estende e ripete in varie parti del mondo, prima in Canada e poi in Europa. In Spagna, don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, ne viene a conoscenza e coinvolge i suoi giovani grazie anche all’aiuto del dirigente della Star, Danilo Fossati. Nasce così il Banco Alimentare che da ventisei anni raccoglie e distribuisce l’eccedenza alimentare alle persone più bisognose. Guido Strati, il responsabile del Banco Umbria, descrive e racconta il grande impegno dei tanti volontari che ancora oggi sostengono il Banco Alimentare in Italia e a Foligno.
Guido, spieghiamo innanzitutto cosa è il Banco Alimentare.
Il Banco Alimentare è una realtà molto importante che raccoglie dalle comunità e dalle aziende – che per ciò usufruiscono di sgravi fiscali – tutta l’eccedenza alimentare, ridistribuendola tra le persone bisognose, di tutte le estrazioni. È vero, il Banco Alimentare è una realtà cattolica perché fondata da un sacerdote, ma non fa distinzione tra le persone che aiuta. Al Banco arrivano tutti i tipi di persone, non c’è gerarchia e non c’è classismo: la fame è di tutti.
Come è strutturato in Italia?
La fondazione ha sede a Milano, ma ogni regione ha poi un suo Banco, per un totale di ventuno banchi, ciascuno con una sua contabilità separata e un proprio direttivo. La povertà, infatti, spesso accresce la furbizia ed è necessario vigilare ed essere corretti. Tutti noi che lavoriamo al Banco Alimentare, però, siamo volontari e gli unici soldi che raccogliamo, li chiediamo ai Comuni e alle aziende private.
Il Banco Alimentare si conosce soprattutto per l’iniziativa annuale della Colletta che si svolge a novembre in tutta Italia. In cosa consiste la Colletta alimentare?
Anche la Colletta alimentare è un’attività di volontariato. Durante la Giornata, i volontari presenti all’esterno dei supermercati, hanno invitato i folignati a fare la spesa per le persone più bisognose. I prodotti raccolti sono inscatolati e suddivisi per tipologie, secondo le referenze che abbiamo chiesto, già nei singoli punti vendita. Dei ragazzi, anch’essi volontari, si sono occupati poi del trasporto: hanno raccolto tutta la merce negli scatoloni pronti per la consegna e li hanno portati al magazzino.
Anche la disponibilità del magazzino è il frutto di un gesto di generosità.
Sì, oltre a essere il fundraising per il Banco Alimentare, io sono anche il direttore dello stabilimento folignate dell’azienda Lechler SpA. Il mio amministratore delegato, Manoukian Aram, ha concesso al Banco Alimentare la gestione in comodato d’uso gratuito del magazzino, dove tutti i prodotti donati durante la Colletta sono conservati e poi distribuiti.
Quanti prodotti sono stati raccolti a Foligno quest’anno?
Complessivamente abbiamo ricevuto 9051 kg, un risultato assolutamente positivo e che segna il 3% in più rispetto ai dati della scorsa colletta di novembre 2014.
E in Italia?
A livello nazionale sono state raccolte 8990 tonnellate di prodotti, davvero un quantitativo enorme, ma che in percentuale, forse per via di alcune aziende che hanno chiuso, scende del 5%, di fatto comunque di poche tonnellate, rispetto al risultato precedente.
Come mai, allora, il trend positivo per Foligno?
Credo siano principalmente due i fattori che hanno permesso un dato in crescita per la nostra città. Innanzitutto, la gente dona ed è contenta di donare. Si fida del gesto che compie, si fida della colletta alimentare e dell’attività del Banco Alimentare… siamo arrivati alla XXVI edizione in Italia. La seconda ragione, quindi, è la presenza dei volontari, numerosissimi. È impegnativo coprire le otto e più ore di lavoro di un supermercato, garantendo la presenza costante di volontari. Anzi, ne avessimo molti di più, riusciremmo a essere in tanti più punti vendita.
Quanti volontari sono stati coinvolti in città?
Quest’anno abbiamo avuto 195 volontari, ma di sicuro sono stati anche di più perché spesso i ragazzi si portano anche degli amici. Tra i tanti che hanno dato la loro disponibilità, però, mi piace ricordare l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla che ha coinvolto per tutta la giornata, nove donne, appunto malate di sclerosi e che si sono comunque rese partecipi. Ancora, quattro carabinieri dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri di Trevi e persino il Lyons Club con il suo Presidente e il responsabile locale.
Sono state coinvolte tantissime realtà!
Sì, addirittura ci hanno aiutato gli extracomunitari che di solito presidiano i punti vendita con le loro attività di accompagnamento per vendere calze o chiedere il gettone del carrello. In tanti supermercati, queste persone si sono avvicinate chiedendoci cosa facessimo e ci hanno aiutato nel volontariato. In un punto vendita LIDL, un extracomunitario si è dato da fare per convincere le persone a comprare i prodotti. Una gli ha dato cinque euro e, invece di tenerle per sé, accompagnato da uno dei ragazzi volontari, ha comprato dei prodotti alimentari per il valore di cinque euro e li ha donati al Banco. Aiutare qualcuno, infatti, aiuta anche a te, ti aiuta a stare a bene: aiutare rende più felici.
A chi sono destinati tutti i prodotti raccolti?
A Foligno ridistribuiamo i prodotti tra diciotto enti, della città e dei dintorni, che assistono persone in difficoltà. Non solo, come magari si pensa, stranieri, extracomunitari o gente che non fa nulla se non aspettare la carità. Ci sono anche molti italiani tra loro, uomini che hanno perso il lavoro, divorziati o separati, che da un momento all’altro si ritrovano in condizione di bisogno.
Come avviene la distribuzione dei prodotti?
A un paio di settimane di distanza da quando è avvenuta la Colletta Alimentare, noi contattiamo gli enti. Questi ricevono il materiale in quantità pari al numero di assistiti che hanno in carico e che registrano regolarmente. Gli elenchi sono forniti anche al Banco Alimentare: in questo modo consegniamo al singolo ente solo i prodotti che gli sono necessari e che provvederà a distribuire tra i suoi assistiti.
Ci sono, però, delle iniziative collaterali che proseguono l’attività del Banco Alimentare nel resto dell’anno?
Sì, accanto al Banco Alimentare sono nati il Banco di Solidarietà e il progetto CityCibo. Quest’ultimo è un progetto di ridistribuzione del fresco: le catene di supermercato ci mettono a disposizione il prodotto fresco che il giorno dopo dovrebbero buttare via. Noi raccogliamo nei nostri mezzi tutta la merce e la consegniamo immediatamente ai clienti. Il Banco di Solidarietà, invece, è a tutti gli effetti una struttura accreditata al Banco Alimentare, gestita sempre da volontari che, però, decidono di coinvolgersi in maniera più pregnante. Essi, infatti, una volta al mese portano direttamente alle famiglie e ai bisognosi i prodotti. Certo, il pacco avrà un corrispettivo del valore di 20, 30 euro, non può risolvere la fame, ma prova a risolvere un altro bisogno, che è quello di non sentirsi abbandonati, di non sentirsi soli, di avere un punto di appoggio e un momento di speranza. La difficoltà, infatti, non è solo quella dell’emergenza alimentare, ma è anche quella della solitudine che, forse, è anche un problema più grande nella nostra società.
Davvero tantissime iniziative! Come fare, allora, a diventare vostri volontari?
È semplicissimo! Chi vuole diventare volontario può contattare direttamente me, oppure recarsi nella sede di Lidarno a Perugia e dire: “Vi posso dare una mano?”. Noi non lo lasceremo più!
ANNAMARIA BARTOLINI
Penso che i prodotti alimentari ,debbano essere distribuiti nello stesso modo in cui vengono raccolti!! E non gestiti da associazioni fittizie e false!! Ce tanta gente che ha bisogno!,ma non ha il coraggio di chiedere! Sopratutto in questo periodo!! Quindi perché tenere questi prodotti nei magazzini?? Bisogna distribuirli,nello stesso modo in cui vengono donati!!