D come Disperazione
Intervista alla dottoressa Sonia Biscontini in occasione della presentazione del suo libro “per mettere a fuoco il presente e aguzzare lo sguardo”
Sabato 28 novembre, presso la sala consiliare di Nocera Umbra, la Dottoressa Sonia Biscontini, insieme all’associazione culturale l’Arengo, ha presentato il suo libro “ D come disperazione”. Biscontini è un medico chirurgo, specialista in scienze dell’alimentazione e psichiatria, psicoterapeuta con la formazione gruppo-analitica. Ha conseguito i master in “Farmacologia e Farmacoterapia dei disturbi dell’umore” e in “Manager di Direzione Sanitaria”. Dal 1981 lavora presso la Asl di Foligno ai Servizi per le Dipendenze; dal 2000 è Direttore del Dipartimento per le Dipendenze della Asl ; è stata membro effettivo della Consulta Nazionale sulle Dipendenze presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri negli anni 2007-2009. Da questa sua esperienza nasce il libro “D come disperazione”, parliamone con lei.
Da dove nasce l’idea di scrivere questo libro?
L’idea nasce grazie ad una mia amica giornalista. Insieme discutiamo spesso dei tanti casi di cronaca che sempre di più riempiono le pagine dei giornali e più di una volta abbiamo pensato di scrivere un libro insieme. L’occasione è sorta circa due anni fa, quando la Dottoressa Rossella De Leonibus mi ha proposto di scrivere un libro per la collana “Psicoguide Alfabeti per le Emozioni”. Mi ha chiesto quindi di descrivere un’emozione e io ho pensato dapprima all’angoscia. Ma riflettendoci meglio, era un sentimento troppo leggero rispetto a quello che io vedo tutti i giorni. Ho pensato quindi al dolore e poi subito dopo alla disperazione, il sentimento più definito e reale che riflette i numerosi casi che mi trovo ad affrontare. Dopo aver ricevuto questa proposta, ho subito chiamato la mia amica giornalista per chiederle una mano e lei ha accettato di buon grado. Mi ha aiutato in particolare a descrivere in maniera romanzata e non scientifica i casi clinici e ha apportato delle modifiche per rendere tali casi irriconoscibili.
Che cos’è la disperazione?
Da terapeuta, da osservatrice ormai allenata all’esperienza, conosco bene cosa significhi quell’emozione così forte. È il sentimento estremo di chi non ce la fa più, è il vivere indicibile. È un sentimento di profonda inquietudine, di angoscia lacerante, di perturbamento, di spaesamento, di smarrimento.
Quali casi l’hanno maggiormente colpita?
Sicuramente due : il primo è quello che riguarda una ragazza di 16 anni, che ha partorito da sola nel bagno di casa, stesa a terra e ha ucciso stringendo forte quel piccolo corpicino che era sua figlia. È stata condannata per infanticidio, orrore commesso, negato e poi alla fine ammesso: “Avevo paura”. Il secondo è quello che riguarda un ragazzo che si è buttato dal Ponte delle torri di Spoleto. Era un mio paziente e aveva 20 anni. Dopo l’episodio sono entrata in uno sconforto totale: avevo fallito, non ero riuscita a salvare una vita umana. A tutto questo si sovrappose un problema giuridico: il ritrovamento del cadavere e il mio trasferimento in questura.
Quando i prossimi incontri?
Oltre all’incontro avvenuto a Nocera, il libro è già stato presentato dalla casa editrice a Perugia in occasione di Umbria Libri . Il 18 dicembre alle ore 17,00 presso la Biblioteca dei Ragazzi verrà presentato a Foligno. Il secondo incontro invece si terrà a Spoleto. Inoltre grazie all’Associazione Dedalo, di cui sono Vicepresidente, faremo uno spettacolo sulla follia a Foligno e ripresenterò anche in quell’occasione il libro. Invito tutti a partecipare.
CELESTE BONUCCI