L’Almanacco Barbanera è davvero al centro del mondo
Intervista a Feliciano Campi per il prestigioso riconoscimento dell’Unesco Memory of the World
L’edizione 2016 stava per andare in stampa quando la notizia, bellissima, è arrivata. L’Almanacco Barbanera è Memoria del Mondo! Vuol dire che l’UNESCO ha accolto la Collezione di Almanacchi Barbanera 1762-1962 nel Memory of the World Register, un prestigioso elenco dove trovano spazio documenti, biblioteche, archivi dichiarati patrimonio documentario dell’umanità. Insomma, Barbanera e Foligno, e l’Umbria – ma l’evento è di rilevanza nazionale – hanno uno spazio accanto a monumenti del progresso di popoli e nazioni quali l’alfabeto fenicio, la Nona Sinfonia di Beethoven, i film dei Fratelli Lumière, il Diario di Anna Frank. Ne parliamo con Feliciano Campi, editore, proprietario della Collezione e iniziatore della Fondazione Barbanera 1762 che oggi si prende cura di quei Barbanera insieme ad altri 50.000 documenti di editoria popolare.
La notizia ha fatto il giro della città. L’Umbria intera ne parla. Come si vive un momento tanto straordinario?
Con entusiasmo. Dopo un primo momento di grandissima emozione e, lo confesso, di incredulità per un Barbanera che ha conquistato l’attenzione del mondo, abbiamo ripreso con decisione il nostro cammino e i tanti progetti della Fondazione Barbanera 1762 e dell’Editoriale Campi. Anzi, proprio l’Almanacco 2016 è stato il primo “colpito” dalla notizia. Abbiamo rimandato di qualche ora la stampa per dedicare pagine all’evento. Per un editore fermare le macchine non è mai cosa positiva. Ma questa volta ne siamo stati felicissimi!
Tutti abbiamo fatto un po’ nostro questo traguardo. Barbanera lega da 254 anni il suo nome a Foligno. Ora l’almanacco è lì, tra i documenti simbolo dell’umanità.
Già. Ma siamo stati per due anni con il fiato sospeso nella Tentative List, una sorta di “nomination”. Il 2015 poteva essere l’anno giusto. l’Interrnational Advisory Committee dell’UNESCO si riuniva per i riconoscimenti ad Abu Dhabi nei primi giorni di ottobre, dal 6 al 9, così abbiamo cominciato a monitorare il loro sito, fin quando, navigando nel sito, mia moglie Andrea ha visto che sì, Barbanera c’era. Memoria del mondo perché simbolo di valori universali, perché collezione più completa al mondo, perché espressione di un genere letterario che ha contribuito a formare l’identità di popoli e nazioni prima dell’avvento dei moderni mass-media. Così era scritto nella motivazione Unesco. Non ci credevamo!
Una bellissima storia. Un cammino lungo…
Un cammino entusiasmante, che premia il lavoro di generazioni e generazioni di “facitori di almanacchi” di cui noi oggi abbiamo raccolto l’eredità. Che mette in luce l’importante tradizione di un’arte della stampa per secoli fiore all’occhiello della nostra città e che intreccia la sua storia con quella della mia famiglia. Anche mio padre teneva molto a Barbanera, mi ha trasmesso questa passione, gli sono grato. Ma venendo ad oggi, alla Fondazione Barbanera a cui abbiamo dato vita 15 anni fa nell’intento di creare un luogo della memoria, della valorizzazione e della ricerca sulla letteratura d’almanacco: voglio esprimere profonda gratitudine al Club Unesco Foligno e Valle del Clitunno, senza il quale lo straordinario viaggio verso la Memory of the World non sarebbe mai iniziato. Con un grazie particolare a Gabriella Righi, allora presidente del Club, che dall’inizio ha creduto nel Barbanera e nel lavoro della Fondazione. E poi è mio desiderio condividere il risultato con tutti coloro che hanno fatto parte della “cordata” a sostegno della candidatura, a partire dal sindaco di Foligno Nando Mismetti.
E ora? Quali sono i progetti per il futuro.
Il progetto è da sempre uno. Creare qui, nella città culla di un’importante editoria popolare, un centro di documentazione sull’Almanacco. Abbiamo un’edizione giunta con grande vitalità al suo 254esimo anno, abbiamo un Fondo Almanacchi con oltre 9000 “pezzi” di tutto il mondo – in continua crescita – e datati dal XVI secolo ad oggi. Su questi già da vari anni stanno lavorando illustri studiosi per indagarne valenze culturali, sociali, economiche, linguistiche. Abbiamo attivato la digitalizzazione che ci ha permesso di rendere il Fondo consultabile online al sito www.bibliotecabarbanera.it. Stiamo conoscendo scambi e collaborazioni con università, biblioteche e centri di ricerca nel mondo. E soprattutto siamo aperti a idee, suggerimenti, iniziative, sinergie che diano sempre nuova linfa a questa nostra bellissima “pianta”. E allora oggi più che mai un grazie a tutti, ai miei collaboratori, alla mia città, all’Unesco che ha premiato il Barbanera di un diritto all’universalità e alla storica Gazzetta per questa intervista.
PIA FANCIULLI