Settimana politica
Regione: debiti (68% con contratti di derivati) in aumento
La Corte dei Conti certifica (dati 2014) un corposo aumento dell’indebitamento della Regione Umbria per mutui e prestiti. Sono passati da 457.866.827 a 539.980.808. Il 68% (251 milioni) di questi debiti di finanziamento sono oggetto di contratti di derivati. La Corte dei Conti nel giudizio di parifica degli anni 2014-2015 ha invitato la Regione a rendere noti questi valori, senza ricevere riscontro alcuno. La Giunta ha risposto che il loro valore cambia continuamente e che non è indicativo (difficile conoscere la quota di rimborso). Il Movimento 5 Stelle ha chiesto anch’esso qualche mese fa di conoscere la reale consistenza dei contratti dei derivati, ottenendo la medesima risposta. (Anche il Comune di Foligno aveva sottoscritto contratti derivati, annullati per rischi potenziali: in verità, visto l’andamento dei tassi di interesse, l’Ente non avrebbe perso, ma guadagnato). La Regione ha ricevuto dallo Stato (2013) 30 milioni per pagare principalmente debiti verso imprese; in commissione l’assessore Luca Barberini e un dirigente regionale hanno assicurato che tali denari non sono stati utilizzati per la spesa corrente (nella Regione Piemonte l’illegale utilizzo di questi fondi ha determinato un deficit miliardario).
Il Consiglio Regionale si ferma per la Champions
Il calcio è lo sport nazionale, lo è anche per assessori e presidente della Regione Umbria, considerato che, nel Consiglio del 3 novembre, alle 19 avevano tutti abbandonato l’aula. Non si comprende questo atteggiamento, considerato che il Consiglio arrivava dopo venti giorni dall’ultima convocazione. I 5 Stelle propongono che il Consiglio sia convocato almeno una volta alla settimana (dalle 8 alle 24), per legiferare, discutere, smaltire mozioni, interrogazioni. Che si lavori poco o tanto, ogni mese i Consiglieri regionali ricevono accrediti dagli 8 ai 9 mila euro.
Sprechi, privilegi ed esagerazioni
Il Governo ha emanato un decreto per sanare (solo contabilmente) i deficit di Regioni (l’Umbria è esclusa) per 20 miliardi. Le Province sono state eliminate perché considerate doppioni, fonti di spreco di denaro pubblico. Ma le Regioni non scherzano per sprechi, privilegi ed esagerazioni. Pensiamo alle pensioni degli ex-assessori e consiglieri regionali, calcolate non con il metodo contributivo; a ex-deputati che cumulano vitalizi da ex-presidente, assessori e consiglieri della Regione, mentre il cittadino deve avere fino a 44 anni di lavoro per ottenere una sola pensione e non certo elevata. Pensiamo alle trasferte istituzionali: la presidente Marini e l’assessore Fernanda Cecchini in gita a New York per circa una settimana all’inaugurazione della mostra del tifernate Burri. Pensiamo ai corposi uffici stampa del Consiglio e della Giunta regionali: 9 addetti più due capi redattori (Francesco Antonio Arcuti e Tiziano Bertini, quest’ultimo ex-assessore PCI a Foligno) con stipendi dignitosi. A loro carico varie incombenze: due agenzie stampa, due periodici, interviste-documentari-programmi di radio e Umbria Regione TV; ma sembra esagerato un organigramma che fa concorrenza a staff di presidenti di Nazioni.
Un comitato per cacciare i Rom
Se non lavorano, rubano, menano, accoltellano: i Rom in Via Londra al centro di polemiche e proteste di alcuni residenti di Sant’Eraclio. La tolleranza è un valore sacro. E il Comune di Foligno lo persegue con vari tentativi, rinnovando una convenzione (non noti i risultati) con l’Istituto scolastico Galilei e la parrocchia della frazione per l’integrazione nella comunità dei minori rom e sinti, con la partecipazione all’oratorio, la promozione dell’alfabetizzazione e il controllo della frequenza scolastica, poco incoraggiata dalla famiglia. Ma la tolleranza avrà pure dei limiti. E cioè le comunità rom, da anni residenti nella zona di Via Londra, devono rispettare le leggi dello Stato, avere rapporti di buon vicinato, non ignorare le regole della convivenza civile. Molte nostre famiglie sono state derubate da rom, anche minorenni (sempre gli stessi o stesse, ben conosciuti dalle Forze dell’Ordine). Identificati, fermati, rimessi in circolazione, il giorno dopo sono già pronti a delinquere. La tradizione locale è per l’accoglienza e non per la discriminazione e l’emarginazione; purché, però, dall’altra parte venga rispettata almeno la legalità.
GIANCARLO ANTONELLI