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Settimana politica

Il Piano regolatore prevede ancora costruzioni
Sono in corso di attuazione gli ambiti, adottati alla fine del 2000, dopo il terremoto, con una modifica al Piano regolatore del 29 maggio 1997. Nel triennio 2016-2018 si prevede di utilizzare una superficie di 730.000 mq. I seguenti ambiti prevedono edilizia residenziale più servizi: il Treno, il Foro, il Canneto, Sterpete, Sant’Eraclio, Corvia, Scafali, Croce Bianca, Intramezzi, Villa Mancia, Flaminia 3, Spineto, il Mulino, il Fungo, Beata Angela, Curasci, Verchiano; questi, invece, attività di servizi e produttiva: la Fornace, in località Sant’Eraclio, Via delle Industrie, Via Cupa, Via Bianca, Via Fedeli. Nei 730.000 mq sono previsti edilizia residenziale popolare per 266.471 (rimane un’area disponibile di 4.105 mq) e impianti produttivi di 326.473 mq (non rimane nessuna area disponibile). Non tutti questi ambiti potrebbero essere realizzati. Notevoli gli interventi all’ex-Foro Boario (38.482 mq) e nell’ambito Croce Bianca (quasi 100.000 mq). Nell’elenco dei volumi realizzabili nel corso del mandato sindacale, che si estende, però, fino al 2019, è ipotizzata una stima totale di 2.810 abitanti, previsione ereditata dalla scelta politica (fine anno 2000) condizionata principalmente dal dover prevedere spazi nuovi per costruire (il PRG era stato approvato quattro mesi prima del sisma). Da allora molti ambiti sono stati approvati e terminati, creando nuovi quartieri con risultati apprezzabili nell’immediata periferia sud-ovest e est della Città. Numerosi altri non sono stati nemmeno posti in essere, per il disinteresse sia dei proprietari sia di imprenditori edili, conseguenza della crisi del mercato edilizio. Da notare che chi non aderisce all’ambito paga l’IMU (e prima l’ICI), senza utilizzare il diritto all’edificabilità riconosciutogli dal Comune.

Molte le pratiche della ricostruzione ancora inevase
Restano da concludere numerose pratiche per la ricostruzione, le cui ordinanze prevedevano finanziamenti in base alle fasi dei lavori. In diversi casi si è verificato che il saldo rimanente non è stato mai richiesto, altri hanno rinunciato a ricostruire a seguito della morte del genitore proprietario, altri sono stati scoraggiati da contenziosi con ditte edili fallite o inadempienti, altri ancora hanno cambiato definitivamente abitazione. Gli uffici comunali hanno un bel da fare per cercare di porre termine a pratiche ventennali. Si sta provvedendo ad accelerare, convocando i cittadini interessati: il dirigente del servizio urbanistico Vincent Ottaviani conta di smaltire l’arretrato in 2-3 anni, dovendo confrontarsi spesso con situazioni legali da sanare. Nel bilancio comunale ci sono sia somme da pagare sia denari da incassare per l’ordinanza post-sisma. Nel suo lavoro l’area “governo del territorio” deve confrontarsi con ben tre assessori: Angeli (lavori pubblici), Belmonte (edilizia privata, completamento ricostruzione), Sigismondi (urbanistica), oltre al Sindaco (che detiene la delega per la pubblica incolumità). Che gli assessori almeno non siano di intralcio: già la burocrazia fa la sua parte.

Case sfitte e supermercati
Caratteristica di Foligno (in buona compagnia) è la presenza massiccia di abitazioni abbandonate e di supermercati. Case (e casolari di campagna) sfitte e abbandonate, che sono un patrimonio edilizio in deperimento progressivo, senza che pubblico e privato possano porvi rimedio. Con le previsioni (326.473 mq) di aree adibite a servizi e attività produttive (soprattutto di carattere commerciale) deliberate dalla Giunta a maggio, la Città si espande nella periferia (ad ovest la Paciana; ad est la zona che da Sant’Eraclio confina con Trevi), marginalizzando i negozi, seppur abbastanza specializzati, del centro. Ha vinto il rito della spesa che ricerca la quantità per scegliere, il prezzo più basso, che serve per trascorrere qualche ora libera. Per il centro storico, intanto, si è cercato di trovare alternative, con la massiccia apertura di mescite, ristoranti, pizzerie in Via Gramsci e non solo, che attirano clientela locale e di fuori, come anche varie feste, fiere e mercatini, che cercano di attrarre turisti. Siamo ormai rassegnati a svuotare la Città e a riempire i centri commerciali?

GIANCARLO ANTONELLI

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