IMMAGINI FOLIGNO INCONTRO VINCOLO SCOPOLI

Nuova Val di Chienti senza lo svincolo di Scopoli? Sarebbe un’opera da catalogare tra quelle inutili

Il sindaco nomini un comitato cittadino per un’azione di forza al Ministero

In pochi credevano ai proprio occhi vedendo l’avanzare con celerità davvero inusuale il cantiere della nuova Val di Chienti. Ora un nuovo ostacolo: la notizia che il Ministero dei Beni Ambientali non è disponibile a dare parere positivo per lo svincolo di Scopoli. Purtroppo sembra la trama di un film già visto. Una strada che sta per essere inaugurata quando improvvisamente si frappongono nuovi ostacoli che fanno rinviare la conclusione dell’opera stessa. Se per la conclusione del tratto umbro della SS77 non ci sono comunque più dubbi, anche se probabilmente bisognerà sopportare un qualche ritardo per imboccare le nuove quattro corsie fino al mare, per l’auspicato svincolo di Scopoli le preoccupazioni sono molte di più. Negli scorsi anni, pur di fronte ad evidenti difficoltà, sia la società Quadrilatero, concessionaria dell’opera, sia l’Anas, ma anche il Ministero delle Infrastrutture e quello dei Beni Ambientali, avevano, anche per bocca di autorevoli sottosegretari umbri, rassicurato che le difficoltà per lo svincolo di Scopoli sarebbero state superate. Oggi, invece, il diniego allo svincolo da parte del Ministero dei Beni Ambientali è totale e sembra definitivo. La SS77, il tratto umbro, senza lo svincolo di Scopoli, rischierebbe di essere catalogata tra le opere inutili. Chi ha voluto quella strada, chi per tanti anni e in tutte le sedi possibili si è battuto per avere una nuova e moderna via di comunicazione sapeva bene che se era necessario un raccordo veloce e trasversale tra le Marche e l’Umbria, altrettanto vitale sarebbe stato mettere in comunicazione longitudinale i territori di quella parte del crinale appenninico. Senza lo svincolo di Scopoli, non solo quella gente avrà difficoltà ad accedere alla nuova strada e dunque alle grandi arterie nazionali, non solo si rischierebbe il definitivo abbandono di quelle frazioni, ma si taglierebbe fuori, in modo anche antistorico, quella parte dell’Appennino umbro che unisce Scopoli, Leggiana, Casenove a Rasiglia, Volperino, Sellano, fino a Cerreto e alla Valnerina.

IMMAGINI FOLIGNO INCONTRO VINCOLO SCOPOLI

Mi scuseranno i residenti di Scopoli o Casenove, ma la battaglia va fatta non solo per loro, ma soprattutto per un intero territorio ed anche per una storia millenaria, quella che ci ricorda la via Lauretana, che non merita d’essere mortificata con un isolamento che la nasconderebbe definitivamente anche ai ricordi. Ora, immancabili le polemiche politiche. Certo le rassicurazioni fuorvianti e anche un po’ superficiali e frettolose non hanno aiutato ad affrontare la questione, anzi, sono state motivo di disillusioni, ritardi nell’impegno collegiale e nel far maturare la necessità di una più forte, comune e determinata azione.
L’amministrazione comunale di Foligno non deve più perdere tempo e neppure delegare assessorati regionali, ma semmai farsi affiancare. Foligno e la sua comunità deve essere protagonista della vicenda. È il momento di una mobilitazione intelligente e unitaria, di mettere da parte polemiche inutili e di piccolo cabotaggio. Il sindaco di Foligno nomini immediatamente un comitato cittadino, invitando tutte le parti della città, politiche e sociali, a dispiegare un programma di azione da riproporre alla Regione e ai ministeri competenti con più forza, determinazione, autorevolezza e rappresentatività.
Di fronte ad un’iniziativa comune la questione dello svincolo potrebbe trovare una soluzione, magari prevedendo anche soluzioni originali e nuove come per esempio ricorrere anche ad interventi privati, che sono possibili per questa infrastruttura. Immaginare tra Scopoli e Casenove la possibilità di insediamento di nuove attività artigianali potrebbe favorire non solo un flusso finanziario utile ad una eventuale compartecipazione nella realizzazione dello svincolo, ma anche serie motivazioni di tipo economico. Perché certo nessuno pensa che l’ostacolo sia davvero quello ambientale in una vallata ormai percorsa in lungo e largo da immensi viadotti.

MAURIZIO RONCONI

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