Il cantiere della speranza
Foligno, come l’Europa, vive una crisi della sovranità, in cui il voto sembra non valga più nulla. Il dibattito sul bilancio 2015 ha messo a nudo questa discrasia tanto all’interno della maggioranza quanto nelle opposizioni. Il bilancio è stato approvato, ma dopo un travaglio in seno al Pd. Il no della minoranza ha registrato approcci diversi. La mia scelta riposa su una linea di ferma opposizione, senza sconti, perché l’intera impalcatura del bilancio sullo sviluppo è priva di credibilità. Nuove opere verrebbero finanziate da fondi europei molto contesi e da vendite di immobili difficilmente realizzabili, tant’è che si ricorre a indebitare i cittadini per manutenere le strade con un mutuo di 600mila €. Aumenta la TASI in media dell’1,5×1000. “Non arrivano i soldi”, si giustifica il sindaco. Ma la gestione dell’ente è improntata ai principi di economicità ed efficienza? AFAM perde 400mila € e su VUS e FILS si rinvia da tempo un piano di risanamento a discapito anche di chi ci lavora. Tutti i nodi rimangono: aree dismesse, assetto delle partecipate, piastra logistica a cui verrebbe meno lo snodo ferroviario, rapporto con la montagna per il quale è incerto lo svincolo. La nostra idea di città è diversa. Vogliamo una nuova alleanza con le realtà produttive ferme al Patto per lo Sviluppo del 2005. Foligno può stare nella storia odierna, a partire dalla sua identità cristiana, aperta a chi arriva, ma orgogliosa della sua tradizione millenaria. Le famiglie devono ricevere ossigeno con l’applicazione del quoziente familiare che ricalcoli l’Isee in base ai componenti. C’è da ridefinire la residenzialità del centro storico, riservando case popolari agli italiani per un 30%, senza creare ghetti; sono da rivedere anacronismi urbanistici come le zone Peep e le barriere architettoniche, che rendono la vita difficile ai disabili. Noi vediamo una nuova città immersa nelle grandi vie spirituali, che verranno rinvigorite dal nuovo Giubileo della misericordia. Bisogna amalgamare gli eventi consolidati del centro (Quintana e Primi d’Italia) rivitalizzando i palazzi e gli incastellamenti e coinvolgendo di più le frazioni; avere uno stile da amministrazione amica dell’impresa e del cittadino e nemica della burocrazia. Una nuova urbanistica deve essere il fulcro di questo processo. Vogliamo lanciare un progetto di ripristino delle mura urbiche che non trascuri la Foligno medievale oltre a quella barocca. Ma soprattutto vogliamo un’amministrazione capace di innovare, di stimolare il dialogo con i giovani e le associazioni, una città dell’acqua che non debba temere il fiume come nell’esondazione scorsa, ma si renda protagonista dei “contratti fiume” con cui i bacini idrici diventeranno le vie di un nuovo sviluppo.
L’approvazione del bilancio è arrivata con un astenuto. Alla fine tutta l’opposizione ha invece votato no. Il sottoscritto e gli eletti di Amoni vogliono creare un cantiere civico della speranza che superi gli steccati che alle scorse elezioni ci avevano visto perdenti, lasciando la vecchia maggioranza a riflettere sul suo vivacchiare, per dare un nuovo slancio ed una vera vicinanza ad una rinnovata comunità.
AGOSTINO CETORELLI
Consigliere comunale “Gruppo Misto”