RGU

Radio libere per cittadini presenti e responsabili

Mons. Luigi Filippucci, nipote del fondatore don Novello Gammaidoni, ci racconta come nacque Radio Gente Umbra

Radio Gente Umbra. Meglio, Tele Radio Gente Umbra: così la chiamò il suo fondatore don Novello Gammaidoni il giorno della sua nascita, 3 aprile 1977 ore 12,30, era la Domenica delle Palme. Ad onor di cronaca dobbiamo dire che fino al 25 aprile non ci sono stati i programmi veri e propri, perché era in fase sperimentale. Il primo programma giornaliero porta la data del 26 maggio 1977. TRGU, che trasmette su 88,600-93 MHz dagli studi di Foligno e di Spoleto è presentata come: una radio amica perché è aperta a tutti coloro che desiderano “comunicare” con gli altri e quindi “fare comunità”; una radio giovane non soltanto perché ad essa collaborano molti giovani, ma perché si sforza di capire ed affrontare problemi e situazioni di attualità; una radio cattolica che cerca di far apprezzare i grandi valori dello spirito, non con affermazioni astratte, ma come concreta sostanza del vivere dell’uomo, del suo modo di essere, un modo di essere che ha come modello il Cristo. Don Novello, ordinato sacerdote agli inizi degli anni ‘40, svolge la sua missione di parroco prima a Pasano dove rischia la fucilazione dalle SS tedesche, per aver dato rifugio a cinque padri di famiglia del territorio, poi parroco a Colle S. Lorenzo e infine alla nuova chiesa e parrocchia del Ss.mo Nome di Gesù. Ma come è arrivato alla Radio? Data la sua persona attenta e rispettosa di tutti, la sua spiritualità basata sulla preghiera (breviario ed Eucaristia sempre al primo posto), sulla Parola di Dio e sulla centralità della persona, sogna di realizzare uno strumento capace di permettere a tutte le persone di incontrarsi, comunicare, scoprire, servire. Nello scenario della vita politica si avverte che il sogno di d. Novello può avverarsi. Il 28 luglio 1976 nasce in Italia la libertà d’antenna. La Corte Costituzionale sancisce la legittimità di trasmissioni radiofoniche private, purché a copertura locale. Un evento che fa uscire dalla clandestinità i pionieri dell’etere e segna la fioritura di centinaia di “radio libere”. Nasce così un fenomeno destinato a caratterizzare dal punto di vista sociale, culturale e politico i decenni a venire. Don Novello e alcuni sacerdoti dell’Umbria fraternizzando, attenti e aperti alle sfide di una nuova società che sta facendo pressione su culture, religioni e politica grazie a convegni, raduni nazionali, zonali, insieme cercano di dare un senso alla Vangelo: «Andate e rendete discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Si incontrano, sfidano, si impegnano, si tuffano nelle “onde”. Danno vita con il Centro Regionale Comunicazioni sociali a nove Radio Libere Cattoliche Umbre: Terni: Radio Libera TNA, responsabile d. Gianni Colasanti – Perugia: Radio Perusia, responsabile d. Giulio Giannoni – Castiglione del Lago: Radio CDL responsabile d. Giulio Giannoni – Gubbio: Radio S. Agostino (Convento di S. Agostino), responsabile p. Franco Casagrande – Spoleto: Radio Antenna Spoletina, responsabile d. Dante Ventotto – Foligno: Studio TRGU, responsabile d. Novello Gammaidoni – Todi-Orvieto: Tele Radio Arco, responsabile p. Adriano Somma – Amelia: Radio Eco, responsabile d. Nazzareno Cipolletti – Umbertide: Radio Comunità Cristiana (RCC), responsabile d. Luigi Lupini – Norcia: Radio Norcia, responsabile Gianfranco Angelini. Tutte queste persone sono pioniere di un atteggiamento richiesto dal Papa Giovanni Paolo II, all’inizio del Nuovo Millennio in cui affermava: “La Chiesa … assuma con coraggio, con «un dinamismo nuovo», la propria responsabilità verso il Vangelo e verso l’umanità”. Ci viene chiesto di disporci all’evangelizzazione, di non restare inerti nel guscio di una comunità ripiegata su se stessa e di alzare lo sguardo verso il largo, sul mare vasto del mondo, di gettare le reti affinché ogni uomo incontri la persona di Gesù, che tutto rinnova. Facciamo “memoria” con gratitudine di queste persone presenti e fiduciose nella Chiesa che sta cambiando con il Concilio e di questi coraggiosi pastori nel far “uscire” la gente da una pastorale affumicata, vuota di Speranza, muta di fronte alle nuove esigenze dell’uomo.

Mons. Luigi Filippucci

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