Family Day a Roma: l’appuntamento è per il 20 giugno
A difesa del matrimonio tra un uomo e una donna, per garantire al bambino il diritto ad avere una madre e un padre
Il 20 giugno si terrà a Roma il Family Day, grande evento per ricordare ed esaltare i diritti della famiglia.
Le associazioni sostenitrici dei gay accusano la manifestazione di essere espressione dell’ultranazionalismo cattolico italiano che vuole tornare a cercare di imporre violentemente i propri diktat attraverso un grande raduno contro i diritti delle minoranze.
Ad otto anni di distanza dal 12 maggio del 2007, in cui si volle sostenere e difendere la sacralità della famiglia attraverso il netto contrasto ai così detti Di.Co. (un disegno di legge presentato dal Governo Prodi finalizzato al riconoscimento nell’ordinamento giuridico italiano di taluni diritti e doveri discendenti dai rapporti di convivenza registrati all’anagrafe), la manifestazione del prossimo 20 giugno vuole promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma e papà, per difendere la famiglia naturale dall’assalto cui è costantemente sottoposta e per contrastare la teoria del gender che sta avanzando in maniera sempre più preoccupante nelle scuole.
L’iniziativa nasce dal comitato “Da mamma e papà” che raccoglie aderenti a diverse associazioni del mondo cattolico; con loro sono chiamate a manifestare tutte le persone di buona volontà, cattolici e laici, credenti e non credenti, questa volta per dire un forte NO all’avanzata di progetti di legge come il ddl Cirinnà sulle unioni civili e contrastare la legittimazione della pratica “dell’utero in affitto”.
Altro obiettivo degli organizzatori è fermare il tentativo di colonizzare le coscienze fin dall’infanzia, con l’introduzione della teoria del gender a scuola: quella colonizzazione, aggiungono, che si vuole favorire con l’approvazione del decreto Scalfarotto contro l’omofobia (già approvato alla Camera e in procinto di arrivare al Senato) e quello della senatrice Valeria Fedeli, dedicato alla “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”.
Rispetto al 2007, la scadenza del 20 giugno fa i conti con un clima molto mutato. Il precedente Family day vide la partecipazione compatta dell’intero mondo dell’associazionismo cattolico, dal Forum delle famiglie a Cl, da Rinnovamento nello Spirito alle Acli, dal Cammino neocatecumenale fino all’Agesci. C’era, allora, l’esplicita benedizione della Conferenza episcopale italiana. Oggi, al contrario, a detta degli organizzatori, si registrano varie opposizioni all’iniziativa e non bastano le rassicurazioni e il sostegno ufficioso di alcuni vescovi alle tante iniziative pro famiglia che sono cresciute in questi mesi in tutta Italia come la chiara e coraggiosa posizione in difesa della famiglia sempre espressa dal presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco.
Questa volta, il clima ostile alla mobilitazione ha indotto alla decisione di non aderire al Forum le associazioni familiari e due delle tre grandi associazioni (Cl e Rinnovamento). Purtroppo, anche per i motivi sopra indicati, la piazza del 20 giugno sarà un banco di prova per un movimento che nasce con una frattura nell’associazionismo cattolico, anche se un punto di incontro potrebbe trovarsi con l’appoggio alla lettera indirizzata ai parlamentari contro la legge Cirinnà sulle unioni civili.
Il raggiungimento dell’obiettivo condiviso di una società rispettosa e aperta nei confronti delle persone omosessuali può essere lo strumento più adeguato, cioè un testo unico, sul modello di quello presentato in Parlamento da Sacconi e Pagano, che elenchi i diritti e doveri che derivano dalle convivenze. La proposta Cirinnà sulle unioni civili si presenta invece come un istituto sostanzialmente uguale al matrimonio, già aperto alle adozioni. L’esperienza di altri paesi, se venisse accolta la legge Cirinnà, dice che sarebbero poi i giudici a introdurre le adozioni senza limiti, e chiamare ‘matrimonio’ qualcosa che nella sostanza non potrà mai esserlo.
NICOLINA RICCI