L’antica chiesa di San Francesco a Foligno
In occasione della “FAI Marathon”, una manifestazione promossa a livello nazionale dal Fondo Ambiente Italiano per scoprire le bellezze del territorio, lo scorso 12 ottobre gli studenti della Scuola Media “Carducci” di Foligno si sono cimentati nel ruolo di giovani ciceroni, guidando i numerosi visitatori alla scoperta delle opere d’arte più significative conservate nel complesso conventuale di San Francesco. Nel percorso di visita sono state illustrate anche le varie fasi costruttive della chiesa e del convento, a partire dalle origini dell’insediamento francescano nella nostra città.
Secondo la tradizione, Francesco nel 1213 fu ospitato a Foligno con i suoi primi compagni in un casalino situato vicino alla piccola chiesa di San Matteo. È in questo luogo che frate Elia, successore di Francesco nella guida dell’Ordine, dimorando con il santo ebbe la rivelazione della prossima morte di lui. Con una bolla del 2 marzo 1255 Alessandro IV concesse in comodato ai frati Minori il Palatium Imperiale, importante edificio situato nei pressi della chiesa di San Matteo, connesso al passato ghibellino di Foligno e all’arrivo dell’imperatore Federico II in città il 31 gennaio 1240. Con un’altra bolla del 29 luglio 1255 lo stesso papa cedette ai Francescani questo palazzo in uso perpetuo. Il 30 settembre 1255 inoltre i frati ottennero la chiesa di San Matteo, di iuspatronato laicale, dagli stessi patroni; quest’ultima donazione fu confermata con una bolla del 20 gennaio 1258.
Palatium imperiale, Palatium Curiae, Palatium Fratrum Minorum: si tratta di tre denominazioni che riassumono l’excursus storico di questo edificio cittadino. Faloci Pulignani infatti scrive che “presso la chiesa di S. Matteo (cui fu sostituita quella odierna di S. Francesco) esisteva un palazzo che prima si disse Palatium Imperiale, poi passò al papa e si disse Palatium Curiae, finalmente fu ceduto ai frati e nel 1255 si disse Palatium Fratrum”. Si deduce quindi che il Palatium Curiae, noto dalle fonti documentarie già nel 1197, venne trasferito dalla piazza di fronte alla facciata minore della Cattedrale alla sede del Palatium Imperiale, in una fase in cui era ormai conclusa la stagione ghibellina della città di Foligno: costruito nel 1240, il Palatium Imperiale era già memoria lontana nel 1256, come si legge in un testamento rogato il 5 settembre 1256, dove compare come data topica “In palatio quondam communis Fulginei, ubi nunc est ecclesia fratrum minorum”.
Per quanto riguarda la chiesetta di San Matteo, Durante Dorio riporta che Lupo II, figlio di Monaldo conte di Pustignano e della Gaifana nella diocesi di Nocera e del vicariato di Vico (i cui discendenti furono detti de’ Comitibus) “edificò in Foligno circa l’anno 1095 la chiesa di San Matteo Apostolo che poi l’anno 1255 Oderisio, Rainucio e Giacomo figli di Ridolfo suoi discendenti donarono alli frati minori di Foligno per ampliare la loro chiesa di San Francesco, con la quale poi unirono e si chiamò con il solo titolo di San Francesco”.
Come risulta dagli studi di Vladimiro Cruciani, la chiesa gotica dei Francescani, eretta nel 1256, era cruciforme, a navata unica, con tetto a capanna o forse, più probabilmente, ad archi trasversali acuti. Il transetto, l’abside e la primitiva chiesa di San Matteo, inglobata e divenuta cappella, erano invece coperte con volte a crociera. La facciata, forse incompiuta, aveva un solo portale e un bel rosone con al centro un agnello crucigero, che oggi è murato sulla facciata della chiesa di San Francesco a Gubbio. In seguito la chiesa di Foligno venne trasformata a due navate tramite lo sfondamento della fiancata sinistra e la successiva erezione di cappelle gentilizie. Nell’Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria è conservato uno schizzo che riproduce la planimetria della chiesa prima del radicale ammodernamento ottocentesco dell’intero complesso religioso.
In questo disegno si nota chiaramente l’asimmetria della pianta, originata dalla realizzazione della ricordata navata sinistra, dove sorgevano cinque altari, fra i quali quelli della Santissima Concezione, della Santissima Assunzione, di Sant’Antonio da Padova e di San Francesco. Sulla parete destra si trovavano altri tre altari, tra cui quelli della Madonna delle Grazie e della Beata Angelina, ed erano presenti un pulpito e l’organo. Nell’antica cappella di San Matteo trovava luogo un altare dedicato al Beato Andrea, posto in parallelo con l’altare del Santissimo Crocifisso situato in fondo alla navata sinistra. Oggi poche vestigia rimangono di tutto questo, a seguito del citato progetto di ricostruzione in stile neoclassico che ebbe inizio a partire dal 14 giugno 1796.
EMANUELA CECCONELLI