ok - Kobane

Kobane, amica mia

Serata kurda per il primo gemellaggio d’Italia
ok - KobaneA Foligno una volta tanto siamo i primi e stavolta non per i primi piatti. Kobane, la nota città del Kurdistan siriano assediata dall’Is, sembra lontana dalle cartine ma per Foligno – con una popolazione quasi analoga ed una storia speculare – si fa un po’ più vicina. Del resto, che Foligno debba essere considerata “Centro del Mondo” ce lo dice anche debita delibera comunale, ma perché i proclami non rimangano semplicemente tali ci pensa l’appuntamento di venerdì 7 novembre. Uno sposalizio – quello proposto tra gli scaffali della Biblioteca Mandela – tra dibattito, cibo e solidarietà, trampolino di lancio per l’adozione che Foligno si accinge a siglare. Un’amicizia tripartita tra Caritas diocesana, Comune e Istituto Kurdo di Roma perché non cada il silenzio sulle sorti di Kobane e su quelle del Kurdistan, “lo Stato che non c’è”. A dibattere dalle ore 17, Soran Ahmad, Jasm Mustafà e il prof. Giovanni La Guardia (Università Orientale di Napoli) chiosati dal direttore della Caritas e dal Sindaco di Foligno. A chiudere la tavola, un aperitivo solidale tra i profumi dell’antica Mesopotamia, shirini kurdi ed un tasting più tipicamente nostrano.
Una serata che per Foligno, alle porte dell’anniversario del suo primo bombardamento, si carica di un significato particolare. Del resto, perché la Medaglia d’argento al valor civile – appuntata al petto del Centro del mondo nel ‘61 – non finisca in soffitta, Foligno non può limitarsi a guardare al passato e non può non recuperare il suo “essere centro”. E forse, proprio l’impraticabilità contingente di uno scambio di visite rende l’idea di un gemellaggio ancora più valida. Perché almeno a Foligno non si smetta di pregare che Kobane torni libera.

FRANCESCA BRUFANI

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