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Il popolo li vota, il Sindaco li nomina

La Giunta comunale è fatta: assessori nuovi, competenze da verificare. Prima novità: sono in campo due sessantenni – il Sindaco Mismetti e la sua vice Rita Barbetti – e assessori tutti molto giovani. Seconda novità: della passata amministrazione resta solo Elia Sigismondi, anche se gli altri assessori – Graziano Angeli, Giovanni Patriarchi, Silvia Stancati, Maura Franquillo, Emiliano Belmonte – hanno già frequentato la sala del Consiglio Comunale. New entry è la Barbetti, stimata insegnante al Liceo classico. Mismetti ha scelto una Giunta nuova e giovane; un monocolore PD, più il socialista Belmonte, sulla scorta dei risultati elettorali. Quanto scrivemmo sul Sindaco – sarà, Mismetti, il sindaco del cambiamento innovativo, come ha promesso, o del mantenimento di un potere che si accontenta di non scontentare? – ora vale anche per la Giunta. I segnali positivi di novità ci sono, ma ci sono anche delle perplessità facilmente registrabili e meritevoli di essere rilanciate, almeno sotto forma di domanda. Può bastare il rinnovamento anagrafico, senza quello della qualità sul piano della preparazione politica e del profilo professionale di quanti sono chiamati ad amministrare la città? Le valutazioni vengono dopo le verifiche, ma i problemi che la città deve affrontare nei prossimi anni non avrebbero bisogno di una Giunta di alto livello, con personalità di riconosciuta competenza e autorevolezza? L’entusiasmo va bene, ma non basta. Certo, il Sindaco sa che le battaglie si fanno con gli eserciti che si hanno, e lui ha preso uomini e donne che il suo elettorato ha mandato in Consiglio comunale. La Giunta però è un’altra cosa. E la legge del 1993 gli permetteva di osare di più. Urbanistica, ambiente, sanità, politica sociale, turismo: possibile che a Foligno non ci siano figure professionali affidabili e capaci di parlare e di operare con cognizione di causa? Non sono disponibili, tali figure, o si continua a non interpellarle e a non renderle protagoniste? Ma ci sono i consulenti, si dirà. Certo. Ma fuori della Giunta, non finiscono per essere poco utili ed ascoltati, o utilizzabili solo come copertura o passerella? C’è poi la filosofia, poco chiara, della scelta delle deleghe. Le questioni legate all’urbanistica, ad esempio, sono in mano ad almeno tre persone, e a due diversi assessorati quelle del centro storico; anche le politiche sociali, sotto diverse denominazioni, appaiono fin troppo spalmate; al contrario, non si capisce perché debbano restare separate le politiche ambientali e quelle per il risparmio energetico. Può darsi che questa volta funzioni, ma l’esperienza ultima avrebbe dovuto mettere in guardia sull’efficacia di un simile spezzettamento. Forse si potevano fare meno assessorati, più efficienti e senza tante lottizzazioni. Proposta, questa, ancora acerba per la politica locale? Mismetti è convinto delle sue scelte e sa di essere la sola guida di questa Giunta tutta sua. Conosce bene l’apparato amministrativo, può indirizzare e verificare le capacità e l’efficienza dei suoi collaboratori. La scommessa fatta non è da poco. Scuse o attenuanti, questa volta, non sembrano esserci.

© Gazzetta di Foligno –  ANTONIO NIZZI

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