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Luciano Radi, un ministro di Foligno

LUCIANO-RADILa morte di un galantuomo e buon cristiano, dopo una lunga, intensa, vita, ricca di impegno politico e non solo in ruoli importanti nel Paese, merita, da parte di chi, come me, per esempio, lo ha conosciuto, frequentato ed apprezzato, una sincera rievocazione.
La mia modesta (ma se rapportata ai miei limiti culturali e politici, lunga e impegnativa esperienza, seppure circoscritta entro le mura della città) esperienza politica e istituzionale non si sarebbe verificata senza la frequentazione e gli insegnamenti di maestri usciti tutti da quella scuola forse irripetibile che è stato l’Istituto San Carlo (Stefano Ponti, Hans Schoen, Lucio Benigni, Roberto Giacomucci, Franco Antonelli, Pierino Finauri, Walfrido Paoli ed altri).
Luciano Radi, tra questi, è quello che ha avuto la possibilità e la capacità di esprimere il suo talento a livello nazionale, occupando con merito riconosciuto anche dagli avversari politici.
Ma il sottoscritto, oltre alla lunga frequentazione in ambito di partito (D.C.), ha avuto l’opportunità di un rapporto in un ambito di lavoro. Radi, infatti, dal 1°/10/1962 al 30/06/1969, è stato presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Professionale di Foligno, scuola dove io ero segretario, ed anche in quel ruolo Luciano (già da tempo parlamentare) ha profuso impegno e capacità, contribuendo a rendere quell’istituto in un certo periodo uno tra i più importanti d’Italia.
Cercherò ora di ricordare ruoli e funzioni esercitati da Radi nel tempo con impegno, passione, competenza.
– Nella nostra città, oltre al ruolo di dirigente nel partito, fu eletto consigliere comunale nella prima legislatura dopo la guerra dal 1946 e qui non posso non ricordare la rievocazione che nel 2006, nel suo sessantesimo anniversario, con me sindaco, egli fece in forma ufficiale, insieme all’unica altra sopravvissuta, Liliana Innamorati. Fu una rievocazione molto apprezzata dai presenti.
Radi è stato anche presidente dell’ospedale San Giovanni Battista negli anni Sessanta, lasciando anche lì una forte impronta di efficacia.
– A livello culturale è stato docente di economia e statistica presso l’Università di Camerino.
– A livello nazionale, è stato eletto parlamentare ininterrottamente dal 1953 al 1994 (sempre deputato alla Camera, ad eccezione degli ultimi due anni come senatore eletto nel collegio di Perugia).
Il suo importante incarico di parlamentare gli fu affidato dal Presidente del Consiglio De Gasperi e fu quello di responsabile dell’ufficio “Aree depresse”. Successivamente ebbe incarichi di sottosegretario al Ministero dell’agricoltura e al Ministero alle partecipazioni statali.
Appartenente alla corrente del suo partito “Nuove cronache”, guidata prima da Amintore Fanfani e successivamente da Arnaldo Forlani, fu sottosegretario di fondamentali dicasteri, come quello della difesa e quello degli affari esteri, nonché quello di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (sempre con Forlani).
Ma l’apprezzamento per le sue qualità politiche fu espresso anche dai responsabili delle altre correnti, cosicché l’allora segretario politico della Dc, Ciriaco De Mita, lo nominò presidente della commissione di vigilanza della Rai. Poi l’incarico più prestigioso lo ebbe da un presidente del Consiglio di altro partito come Giovanni Spadolini del Pri, che lo nominò ministro per i rapporti con il Parlamento.
– Ottimo scrittore e giornalista, Luciano Radi è stato direttore dell’organo della Dc “Il Popolo” e del settimanale “La Discussione”.
Ha lasciato, inoltre, libri non solo di politica, ma anche di economia, di politiche sociali, di costume.
– Conferenziere di grande efficacia, è stato sempre molto apprezzato e mi piace ricordare, ad esempio, una sua dotta conferenza sulla vita e sulla conversione della Beata Angela da Foligno.
Mi sia consentito di concludere questa escursione sulla molteplicità dei ruoli svolti da Radi, a dimostrazione della sua versatilità, ricordando in un ruolo molto meno importante ma, per me molto indicativo, della persona “Luciano”: quella cioè di attore naturalmente dilettante nella filodrammatica del San Carlo, quando recitava tra l’entusiasmo e l’ilarità del pubblico la “Vispa Teresa” e la “Bizzoca in chiesa”; e una volta dal palcoscenico disse pressappoco “L’altro giorno una signora mi ha fermato per strada e mi ha detto: «Ma perché lei che è così bravo nel fare l’attore comico si è invece dato alla politica?»”. Io ho risposto: “Ma perché, forse i politici non fanno ridere?”.
Ciao Luciano, grazie di tutto!

© Gazzetta di Foligno – Manlio Marini

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