Protemus

Progetto ProTe[M]us: una bella opportunità per tutti

A colloquio Michele Pelliccia, direttore artistico del Teatro San Carlo

Ci racconti di che cosa ti occupi?
Mi chiamo Michele Pelliccia, sono un ingegnere e un insegnante di musica. Oltre a questo, svolgo anche un ruolo per me davvero molto importante ed interessante: di fatto all’interno del Teatro San Carlo occupo una posizione di direttore artistico e coordinatore del progetto ProTe[M]us. Ovviamente a portare avanti questo progetto non sono solo, ma accanto a me vi è un team davvero molto grande e unito di amici e professionisti; cito doverosamente solo Giacomo Nappini, giovane attore, perché è in prima fila con me ogni giorno nella gestione delle attività.
Come è nato tale progetto “ProTe[M]us”?
Il progetto ProTe[M]us nacque precisamente due anni fa, quando il Vescovo mi chiese se potevo aiutarlo a dare di nuovo vita ad un luogo meraviglioso e pieno di storia come il Teatro San Carlo. Da subito, con semplicità, ho cercato di fare ciò che mi riusciva meglio, secondo le mie competenze, con lo scopo di riportare i giovani a vivere il teatro. Ho messo in gioco la mia esperienza di educatore e le mie qualità di musicista e appassionato delle arti per lo spettacolo, poi tutto si è concretizzato, quando tante persone hanno cominciato a vedere come me che era possibile fare tanto e bene, quindi doveroso concretizzarlo.
ProtemusQuali sono i pionieri, per così dire, i registi di questo progetto?
Anzitutto tengo a precisare che il primo a crederci è stato proprio il Vescovo Gualtiero e subito dopo Michele Tufo come direttore del Servizio di Pastorale Giovanile, entrambi certi delle potenzialità della struttura teatro. Chi operativamente si è adoperato da subito artisticamente è stato, come ho detto prima, Giacomo, che fino ad oggi ha condiviso con me gioie e dolori di questa iniziativa. Precisamente lui cura la parte teatrale, io coordino la parte musicale e corale. Abbiamo voluto dare un’impronta professionale al progetto, in quanto espressione della diocesi. A noi si affianca un lungo numero di professionisti, che non cito per non dimenticare qualcuno, ma ognuno di essi è fondamentale per la buona riuscita delle attività.
Nel dettaglio, come è composta la struttura di “ProTe[M]us”?
Vi sono principalmente due discipline, sulle quali si basa “ProTe[M]us” e alle quali teniamo in modo profondo: il laboratorio teatrale e il canto corale, attività che insieme riescono davvero a creare un gruppo, sviluppando la capacità di lavorare insieme. A queste due offerte principali si aggiungono altre discipline a livello diciamo facoltativo, che sono la danza moderna, gestita da Caterina Pica, il laboratorio di giocoleria, tenuto Francesco Castignani, e la musica d’insieme, di cui mi occupo io. Antonella Masciotti, grande professionista, collabora con noi, occupandosi di formazione vocale sia per i cantanti, sia per coloro che devono parlare spesso, utilizzando la voce come mezzo di comunicazione.
In quanti e come partecipano al progetto “ProTe[M]us”?
Coloro che partecipano al progetto vanno prevalentemente dai 13 ai 24 anni, arrivando a volte ai 30 anni e anche più. Questo che sta per concludersi è il secondo anno di attività: numericamente parlando, nel primo abbiamo portato sul palco circa 80 persone; quest’anno a grandi linee saremo in 140.
Come risponde la città di Foligno alle tante iniziative promosse dal progetto nel corso dell’anno?
La risposta è davvero molto notevole: vi è una partecipazione entusiasta da parte dei ragazzi, ma anche della città. Basti pensare che l’anno scorso abbiamo realizzato uno spettacolo, di cui sono state eseguite ben otto repliche, riempiendo sempre il teatro e superando ogni nostra aspettativa. Anche il nuovo spettacolo “Sogno”, che andato in scena dal 24 al 27 aprile all’Auditorium San Domenico, ha avuto la stessa risposta di pubblico e di critica.
Siamo giunti alla fine e vorrei chiederti questo: cosa può dire in sintesi di questa bellissima ed importante iniziativa?
Dire che sono molto soddisfatto è poco: il bello della situazione è che si è creata una famiglia numerosa, contagiata da un clima di armonia e collaborazione molto forte, all’interno del quale ognuno dei componenti vuole dare il massimo. Condizione fondamentale per far parte di ProTe[M]us è quella di mettersi davvero in gioco, con tutti se stessi, per esprimere il meglio di sé.

© Gazzetta di Foligno – FEDERICO SANTONI

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