alili

Giovani speranze nella lotta alla mafia

Colloquio con Admir Alili, referente del presidio di “Libera” a Foligno

aliliPotresti raccontarci chi sei e di che cosa ti occupi?
Mi chiamo Admir Alili, per gli amici “Ado”, ho 22 anni e frequento il terzo anno della facoltà di medicina a Perugia. Sono responsabile e referente del presidio di “Libera” a Foligno, intitolato a Caterina Nencioni, una bambina vittima di mafia di appena 50 giorni, morta nel 1953 per la strage di via dei Georgofili a Firenze. Abbiamo aperto il presidio di Foligno il 15 aprile del 2011, successivamente ad una gita scolastica fatta in Sicilia. Lì abbiamo avuto modo di entrare in contatto con “Libera Palermo” e io mi sono permesso di fare una domanda “particolare” alle persone di Palermo.

Qual è stata, quindi, tale domanda?
Con molta franchezza e umiltà ho chiesto loro che cosa potevamo fare noi nella lontana realtà di Foligno, e loro con molta semplicità, ma anche con grande convinzione hanno risposto che potevamo raccontare ciò che avevamo visto. Da questa spinta iniziale è nata l’idea di realizzare un presidio. Già esisteva “Libera Umbria”, quindi noi siamo una sorta di distaccamento.

Puoi dirci come è strutturata “Libera Foligno”?
Fondamentalmente “Libera Foligno” è costituita da studenti, in quanto nasce in seguito alla gita fatta in Sicilia. Tuttavia nel tempo l’associazione si è ampliata: sono entrate anche persone che provengono da esperienze lavorative proprio incentrate nell’ambito dell’anti-mafia o attività simili. In sintesi posso affermare che vi sono diverse sfumature all’interno del presidio, con una forte caratterizzazione giovanile: a prova di ciò ricordo che sino a poco tempo fa eravamo il presidio più giovane d’Italia.

Quali sono gli obbiettivi e i progetti di “Libera Foligno”?
Innanzitutto sensibilizzare la gente sul tema della lotta alla mafia, che purtroppo ci condiziona in modo assai negativo a livello nazionale; neanche la nostra regione, per molti aspetti, è immune da tale fenomeno. Vi è inoltre la volontà di costruire, incontro su incontro, anche una sensibilità civica e una capacità critica personale, in modo tale che quando si opera una valutazione della realtà, si possa avere qualche freccia in più nel proprio arco.

Quali sono i modi con i quali operate sia all’interno che all’esterno dell’associazione?
Abbiamo diversi modi di lavorare: prima di tutto vi è la memoria, quindi ricordare, per far sì che non siano dimenticati coloro che nel passato hanno realizzato qualcosa di concreto contro questa realtà, e riconoscere chi sta attuando qualcosa nei tempi correnti. Di fatto, partendo dal nome dell’associazione “Nomi e Numeri contro la mafia”, si possono comprendere alcuni aspetti importanti.

Nel dettaglio potresti spiegarci quali?
Nomi, in quanto è importante dare nome e cognome delle persone che con coraggio lottano al fine di risolvere tale problema; numeri, perché è comunque importante mettere in risalto i dati relativi a questo fenomeno. Perciò abbiamo invitato testimoni di giustizia: recentemente presso il Liceo Scientifico di Foligno sono stati realizzati ben 6 incontri con Tiberio Bentivoglio, un commerciante di Reggio Calabria che ha detto no al pizzo. Questo è un esempio di fare memoria nel presente. Per la memoria del passato, ad esempio, pensiamo al plateatico piccolo, che è stato intitolato a Rita Atria, vittima di mafia, morta nel 1992 ad appena 17-18 anni.

© Gazzetta di Foligno – FEDERICO SANTONI

0 shares
Previous Post

Quanto lo Stato risparmia con l’aiuto della Chiesa

Next Post

Settimana politica 2014 – 9

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content