Mastrandrea-Aprea

“Qui e Ora”, una crisi che non passa

Al Politeama il duo Mastandrea-Aprea

Mastrandrea-ApreaUna società rabbiosa e crepuscolare, anestetizzata dal diluvio di eventi ai quali ormai da molti anni ci sottopone una crisi sfibrante e apparentemente senza via d’uscita. “Qui e Ora” è una pièce fresca e paradigmatica di questa realtà frastagliata, in cui può bastare perfino un accidentale scontro, nella fattispecie fra due semplici scooter, per farci sentire nemici, per far sì che si possa subito incrociare lo sguardo rude e greve di chi vede nell’altro un nemico da ingiuriare, da sopraffare con la dialettica, con la feroce mimica di chi manifesta un’assoluta mancanza di attenzione per i rapporti umani, inevitabilmente destinati a sfaldarsi, con l’aria di strafottenza propria di chi trova nella vita un briciolo di rassicurante agiatezza. Questa contrapposizione, in una società che brucia e capovolge i ruoli in continuazione, che inverte i riferimenti come fossero i punti cardinali di una bussola, genera smarrimento e rabbia, per cui finiamo con il contrapporci “l’un contro l’altro armato”. Lo spettacolo di Mattia Torre, abilmente interpretato dal talento dei due attori, Mastandrea ed Aprea, è tutto questo ed altro ancora. Il breve (ma intenso) canovaccio è inframmezzato da sketch ed amare risate, che compensano la distanza sociale e culturale dei soggetti in scena. Uno saccente, sprezzante, chef di successo (grazie ad una rubrica da un milione e mezzo di ascoltatori), l’altro disoccupato, separato, spiantato e ancora strettamente e visceralmente legato al cordone ombelicale della propria mamma. Sono entrambi a terra dopo uno spettacolare incidente, avrebbero bisogno di aiuto, ma, immersi in una strada secondaria di una isolata periferia romana, non lo avranno. Avrebbero bisogno di cure, ma, in un giorno di festa come il 2 giugno, tarderanno ad arrivare. Intorno a loro niente e nessuno. Soli, con le loro storie intrise della loro rabbia. Un duello dialettico apparentemente senza vincitori né vinti, ma che nel finale ribalterà, non senza sorpresa, inaspettatamente i destini.

© Gazzetta di Foligno – Alessandro Buffi Proietti

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