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Firenze 2015: 5° Convegno Ecclesiale Nazionale

Il primo Convegno ecclesiale delle Diocesi italiane sul tema Evangelizzazione e promozione umana ebbe luogo a Roma nel 1976, l’ultimo a Verona nel 2006 su Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo. Ora è la volta di Firenze. Tema: In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Non sfugga lo stretto rapporto tra la città scelta per il 5° Convegno e il titolo che i Vescovi gli hanno dato. Con l’umanesimo fiorentino, tutto centrato sulla dignità dell’uomo, si aprì in Italia e in Europa – per dirla con il teologo De Lubac – quell’“alba incompiuta del Rinascimento” che ha illuminato a lungo la civiltà occidentale. Nel secolo scorso il problema dell’uomo, della sua identità personale, del suo significato nel mondo ha impegnato filosofi e letterati, scienziati e artisti, dando luogo ad una molteplicità di forme e di conflitti, che hanno caratterizzato i vari umanesimi del Novecento. Ma sul finire del secolo si è cominciato a parlare di “morte dell’uomo”, cioè dell’impossibilità di riconoscere all’uomo un’identità sua propria, condizionato com’ è da altre forze, che stanno sotto la sua soggettività. Qualcuno addirittura ha voluto leggere l’umanesimo come il risultato di un pregiudizio cristiano lento a morire, sostenendo che sull’uomo sono oramai possibili solo opinioni e punti di vista, ma non certezze o verità. Certamente il Convegno di Firenze non offrirà una nuova sistematica teologica e non sarà solo una riflessione culturale sulle varie forme di umanesimo o sull’umanesimo cristiano nella storia, piuttosto vorrà disegnare il volto che la Chiesa intende assumere nella realtà della società italiana di oggi. Un Convegno dal forte taglio esperienziale e pastorale: un modo di testimoniare concretamente l’umanità dei cristiani e accompagnare gli uomini di oggi alla scoperta della loro piena realizzazione. Saranno centrali alcune domande: come oggi il messaggio di Cristo accoglie, purifica, trasforma ed eleva la domanda di umanizzazione che emerge dal profondo bisogno di dignità che l’uomo vuole vedersi riconosciuta? E per la comunità cristiana, cosa significa, ad esempio, promuovere la dignità dell’uomo nella famiglia, nella cultura, nella sofferenza, nel lavoro, nella formazione, nella politica? E qui la stessa esperienza fiorentina più recente – come non ricordare Don Milani, padre Balducci, La Pira, don Facibeni, Divo Barsotti ? – potrebbe narrarci come la “vita buona” nasca dalla fede e come la fede incontri l’umano e lo faccia fiorire. Un convegno, dunque, che si colloca tra mistica e storia: primato di Dio e attenzione all’uomo, profezia e discernimento che si fanno impegno storico. Il Comitato preparatorio, presieduto dall‘ Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia, ha inviato alle diocesi “un appello a muoverci subito e insieme” e sta predisponendo un documento di preparazione che coinvolga tutte le realtà ecclesiali. Si prefigura un evento non autocelebrativo, ma capace di sollecitare il confronto su esperienze di un “umanesimo praticato” nella piena consapevolezza del tempo in cui ci troviamo. E nella speranza che le parole diventino poi operative, capaci di promuovere azioni concrete.

© Gazzetta di Foligno  – ANTONIO NIZZI

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