La bontà è contagiosa
Auditorium gremito per una serata indimenticabile, protagonisti la Caritas e Protemus. Nel corso dello spettacolo è stato presentato il volume che ripercorre le cinquanta edizioni del Premio
“La bontà è un concerto, che ha bisogno innanzi tutto di quel particolare strumento a corde che si chiama cuore…”. Con queste parole il Vescovo Gualtiero si è rivolto ai quasi cento ragazzi del progetto Protemus assiepati sul palco dell’Auditorium San Domenico il primo febbraio scorso, nella serata durante la quale è stato assegnato il cinquantesimo Premio della Bontà. Si è trattato certamente del momento più commovente dell’evento, introdotto dal “fuori programma” dell’inno a Santa Angela (composto dallo stesso Vescovo), che l’imponente coro guidato da Michele Pelliccia ha intonato, mentre sullo schermo venivano proiettate le immagini degli eventi straordinari che hanno caratterizzato il mese di gennaio a Foligno: la canonizzazione di Angela, l’esposizione della Madonna di Foligno, la conclusione dell’Anno Mariano. Al centro della serata, condotta con garbo e professionalità da Giusy Ribaudo e Alberto Scattolini, la consegna del premio 2014 alla Caritas diocesana, rappresentata dal direttore Mauro Masciotti, che con la sua semplicità ha saputo superare quel pizzico di inevitabile imbarazzo che una certa autoreferenzialità nell’assegnazione avrebbe potuto generare. La scelta, illustrata nella lunga motivazione letta dal vicario Mons. Gianni Nizzi, ha voluto premiare gli oltre quarant’anni di storia, durante la quale, “mediante la pedagogia dei gesti e dei segni e sollecitando la società civile ad assumere le proprie responsabilità, la Caritas ha aiutato davvero i poveri e gli ultimi a crescere nella loro dignità”. I cinquant’anni del premio sono stati anche l’occasione per ripercorrerne le vicende, dalla sua ideazione, frutto di un’intuizione di Leonello Radi prontamente accolta da Mons. Angelo Lanna e dalla Gazzetta di Foligno, allo sviluppo che ha avuto nel corso degli anni. Il direttore editoriale della Gazzetta, Antonio Nizzi, ha mostrato come, attraverso i protagonisti delle cinquanta edizioni del premio, sia possibile ricostruire una storia della bontà a Foligno e ha sottolineato come sia progressivamente mutata la sensibilità rispetto ad essa: se all’inizio venivano premiati soprattutto bambini segnalati dai loro insegnanti, progressivamente il premio si è allargato ai giovani, agli adulti, alle famiglie e a intere organizzazioni. Le immagini e le motivazioni dei cinquant’anni del premio sono state raccolte in un volume, un album di ricordi di famiglia lo ha chiamato il Vescovo nella presentazione, un “motivo di orgoglio” per la Gazzetta, lo ha definito invece il suo direttore Enrico Presilla, perché “segnalare e premiare atti di bontà è un’autentica educazione ai valori della solidarietà e della fraternità”. Il libro, distribuito a tutti i presenti, è stato curato da Michele Pelliccia. Di certo la ricorrenza è anche un’occasione per riflettere sulla sua formula, sulla sua adeguatezza ai tempi e su quell’insuperabile contraddizione di fondo rappresentata dalla necessità di portare alla luce per l’edificazione dei molti ciò che, per sua natura, dovrebbe vivere nel segreto dello sguardo di Dio… Se il piatto forte della festa è stato il momento dell’assegnazione, il concerto-spettacolo del gruppo Protemus ha fatto molto più che da contorno, con un programma sostanzioso, che ha spaziato da Branduardi a De André, dai Pink Floyd a Trovajoli, e con accostamenti al tema della bontà anche piuttosto coraggiosi (come il caffè di don Raffaè). Forse, col senno di poi, si potrebbe dire che alla bontà si adatterebbe meglio una confezione più sobria (il silenzio è la migliore colonna sonora della bontà, ha detto il Vescovo Gualtiero nel suo intervento), ma quel po’ di esagerazione nel “contorno” ci pare debba essere accettata per la freschezza e l’energia che tanti ragazzi hanno saputo trasmettere dal palco e dalla platea.
Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI