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Tempo di crisi, tempo opportuno Foligno verso le elezioni

Che la crisi morda ancora è inutile ripeterlo. Diciamo che il mondo è cresciuto male e con troppi squilibri. E Foligno non vive in un altro mondo, anche se in Umbria è tra le città meno disastrate sotto diversi profili. Il tempo che ci separa dall’appuntamento elettorale per la scelta del Sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale può diventare un tempo opportuno per una svolta, per ripensare la vita della città e ridisegnarne il futuro. Occorre però un sussulto morale e politico, sia personale che collettivo. Di cosa ha bisognoFoligno? Di progetti chiari e concreti su pochi punti essenziali: la città come bene comune da tutelare, la revisione del Piano regolatore, il miglioramento dell’ambiente nei suoi diversi aspetti, il rilancio del centro storico, il rafforzamento delle reti di solidarietà verso gli svantaggiati, l’offerta all’esterno di una migliore immagine di sé. I programmi camminano con le gambe e le intelligenze degli uomini e delle donne che vogliono spendersi per la loro realizzazione. E qui – partiti, gruppi dirigenti, consiglieri e amministratori – c’è molto da cambiare. Non ripetiamo critiche e delusioni già segnalate da queste colonne, diciamo piuttosto che cosa non vorremmo vedere o sentire nel prossimo quinquennio. Una Giunta poco coesa, dove gli assessori parlano bene soltanto delle proprie deleghe. Un Consiglio comunale troppe volte assente o latitante. Un rinnovamento anagrafico senza un rinnovamento di qualità sul piano della preparazione politica e della passione civile. Non tutti i nostri politici si sono mostrati uguali, ma un senso di improvvisazione o di trascuratezza – troppi i consiglieri comunali che non hanno offerto contributo alcuno – è stato notato più volte. Tutti dicono che si deve ascoltare la società civile – e a Foligno questa è abbastanza vivace con iniziative, proposte e appuntamenti -, ma quasi mai ci è dato vedere i nostri consiglieri comunali partecipare, ascoltare, confrontarsi. Basti l’esempio della Conferenza programmatica sul futuro della città, convocata la scorsa primavera dal Sindaco Mismetti, dove neppure gli assessori si son fatti vedere. E dove, allora, avviene la loro preparazione, la loro conoscenza dei problemi e delle strategie per risolverli? Questa sorta di autoreferenzialità finisce poi col gettare qualche ombra sul dove, come, quando e da chi vengono prese le decisioni politiche che contano. Perché, ad esempio, solo negli ultimi mesi i cittadini hanno potuto capire qualcosa di più sull’annosa storia dell’ex-Zuccherifico? Perché non sempre è data un’informazione tempestiva, trasparente e chiara? Perché la scollatura tra politica e cittadini che finisce col generare sfiducia, qualunquismo o corporativismo? Anche i cittadini, certo, hanno le loro responsabilità, ma chi si candida a fare politica deve avere un senso più alto del proprio impegno. La crisi sta anche qui: i partiti faticano ad avere progetti nuovi per la città e a formare i propri rappresentanti. La gestione del potere non può più essere autoconservazione. Cooptazioni e spostamenti di poltrone non bastano più. Abbiamo cinque mesi per cambiare.

© Gazzetta di Foligno – Antonio Nizzi

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