DIES  MIRABILIS

DIES MIRABILIS – Cronaca della conclusione dell’Anno Mariano

DIES  MIRABILISLa giornata di domenica 12 gennaio 2014 è stata anzitutto testimonianza concreta di una maturità nella fede che conforta ed incoraggia la nostra Chiesa particolare. Osservando i fedeli che, con afflusso ininterrotto al Santuario, hanno voluto testimoniare il loro amore nei confronti della Madonna del Pianto, nel giorno della chiusura solenne dell’Anno Mariano, sono corse alla mente le parole della Lumen Gentium: «La vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù» (IV, norme pastorali, 67). Mentre, nel saluto al termine della Solenne Concelebrazione Eucaristica da lui presieduta, il Card. Arcivescovo Angelo Comastri assicurava ai folignati che avrebbe partecipato al Santo Padre la fede riscontrata nel volto dei tanti fedeli accorsi, le parole della Lumen Gentium hanno illuminato di un’emozione particolare chi in quella fede vera ha ritenuto dovesse risiedere l’essenza di una comunità raccolta attorno a Maria. Davvero questo giorno in cui Foligno si è stretta alla sua compatrona, resterà come dies mirabilis, al quale le parole di una breve cronaca non potranno che dare parziale e inadeguato resoconto. Già a proposito dell’intervento del Card. Angelo Bagnasco, il 14 maggio scorso, avemmo modo di sottolineare, proprio da queste colonne, come in tale occasione le celebrazioni per l’Anno Mariano – che in quella data si apriva – toccassero il loro vertice di carità. Le parole del Sig. Cardinale, infatti, carezzarono il cuore di ciascun fedele con la profondità della vera semplicità e l’impronta di un’autentica forza. Non sarà sfuggita, a quanti intervenuti alla Concelebrazione Eucaristica del 12 gennaio, la perfetta consonanza di quelle parole con quanto espresso dal Card. Angelo Comastri: l’Anno Mariano, come in un mirabile circuito di grazia che si chiude così come si era aperto, nella letizia, ha raggiunto il suo vertice di premura pastorale. La storia di famiglia, sintesi con la quale il Card. Bagnasco aveva voluto condensare il rapporto tra i folignati e la Vergine del Pianto, è rivissuta non senza commozione nel saluto del Card. Comastri, in quel passaggio sul sorriso della fede che sa accogliere, vivere e comunicare la speranza. Della sua omelia, ricca di molti spunti sorretti tutti dal costante riferimento ad esempi concreti di testimoni del Vangelo (da Madre Teresa a don Puglisi), crediamo possa essere utile, in questa sede, ricordare in primis la sollecitudine nei riguardi della famiglia. L’esempio di Giovanni XXIII che raccontava di aver appreso la preghiera dell’Angelus già da bambino, nella famiglia in preghiera, non è stata la memoria nostalgica di un dono perduto, ma viceversa l’esortazione a riscoprire e vivere la forza della preghiera domestica: e certo ai più non sarà sfuggito l’accenno accorato alle lacrime della Madonna sulla famiglia. Lasciare che Maria abiti le nostre case per riempire di salvezza il nostro presente: questo ci pare, nella forzata brevità di una cronaca, il nucleo attorno il quale il Card. Comastri ha voluto intessere il suo messaggio. Ed anche da questo punto di vista – proprio a dimostrazione delle trame bellissime che la Provvidenza prepara per noi – è impressionante come il riferimento alla famiglia si inserisca da un lato nell’esortazione che già il Card. Bagnasco aveva lasciato ai folignati («Insegnate ai bambini ed ai ragazzi a pregare la Madonna»), dall’altro in quel segno di Cana con il quale mons. Corrado Maggioni ha voluto, nella Celebrazione Eucaristica di sabato 11 gennaio, indicare i nostri cuori quali destinatari della trasformazione in grado di rendere la vita una cosa sola con il Cristo. Difficile condensare in poche righe gli spunti salienti offerti da mons. Maggioni, attualmente Capo Ufficio presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ed autore di numerose pubblicazioni su Maria in rapporto alla Scrittura e alla Liturgia. Ci permettiamo di richiamare all’attenzione dei lettori solo alcuni passaggi. Anzitutto il riferimento alla figura di Maria «Madre della santa speranza»: richiamo dunque completamente cristocentrico, testimonianza di un amore totale, consumato dal dono di sé. Le lacrime di Maria stanno a dire il suo coinvolgimento nella redenzione operata dal Cristo: ma stanno anche a significare la Sua partecipazione al nostro stesso dolore, che attraverso le mani della Madre giunge poi in quelle del Figlio, affinché la sofferenza diventi la Pasqua. Tale ci sembra la prerogativa significante del titolo con il quale Foligno venera la sua compatrona. E allora la vicinanza di questo popolo, che si è espressa nel gremire il Santuario, si condensa nell’invito che Maria offre a ciascun fedele e che mons. Maggioni sintetizza con le parole del Siracide: «Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate e saziatevi dei miei frutti» (Sir. 24, 18). Che vuol dire poi saziarsi del Frutto benedetto del grembo di Maria, lo stesso che ci viene offerto nel sacramento dell’altare, il Cristo Eucarestia. Abbiamo voluto legare la riflessione proposta da mons. Maggioni alla domenica della solennità della Madonna del Pianto, per le evidenti consonanze che hanno ispirato questi giorni davvero memorabili per la nostra Chiesa locale. A guardare a ritroso l’intero Anno Mariano, tuttavia, ci sorprende rendersi conto di quanto frequenti siano state queste consonanze, di come esse abbiano arricchito di approcci utili e diversificati la partecipazione ad un avvenimento così importante, così fondante e identificativo di un’intera comunità. Le stesse Celebrazioni Eucaristiche di domenica 12 gennaio, tanto animate e partecipate nelle diverse ore – non solo dunque la Concelebrazione Eucaristica presieduta in mattinata dal Vescovo S.E.R. mons. Gualtiero Sigismondi, oppure quella della sera presieduta da S.E.R. il Signor Card. Angelo Comastri – o lo stesso Rosario meditato, sono stati momenti vissuti alla luce della fede vera. Quando mons. Giuseppe Bertini, Cappellano del Santuario e della Confraternita di San Leonardo e della Madonna del Pianto, ha salutato gli intervenuti, non pochi dei fedeli avranno pensato alle parole con le quali lo stesso mons. Bertini, proprio in apertura dell’Anno Mariano, parlava di questo avvenimento come proposta «che ci interroga a livello personale, comunitario, sociale». E di fronte alla Sacra Immagine, che lentamente veniva ricoperta, ognuno avrà dato le sue risposte.

© Gazzetta di Foligno – Guglielmo Tini

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