Settimana Politica 2013 – 45
Voglia di banca locale: proroga per la raccolta del capitale
Non essendo stata raggiunta la sottoscrizione del capitale sociale minimo (5 milioni) per poter costituire la Banca di Foligno di Credito Cooperativo, il comitato promotore ha deciso di prorogare di sei mesi – decorrono dal 16 dicembre – il periodo utile ad aderire all’offerta. Sarà quindi redatto e pubblicato un nuovo “Prospetto informativo”, che la Consob – organismo che controlla la Borsa italiana – dovrà approvare. In attesa di questa via libera a partire dal 16 dicembre l’offerta è stata sospesa. La quota minima di partecipazione è di 2 azioni pari a mille euro; quella massima di 100 azioni per 50.000 di controvalore. Delusione per chi (i promotori dell’iniziativa) aveva pensato che sarebbe stato più facile raccogliere adesioni tra i folignati per costituire una “loro” banca. All’inizio l’impresa fu avviata sotto la presidenza di Sergio Filipponi, sostituito da Silvia Vagaggini; vice-presidente Filippo Muzzi. La futura BCC di Foligno – ha dichiarato Silvia Vagaggini, giovane laureata in “Economia e finanza” – banca con scopo mutualistico, è un progetto che “può essere davvero segnale di fiducia per i cittadini e le imprese che oggi cercano risposte sempre più incisive dal territorio e dagli istituti di credito, soprattutto in periodo di crisi”. Quello di una nuova Cassa rurale ed artigiana di Foligno – quella antica, con sede in Via Umberto I, fu assorbita dalla Cassa di Risparmio di Foligno – è un obiettivo difficile da raggiungere; comunque il comitato dà un ulteriore possibilità ai concittadini. C’è ottimismo e lo slogan “Io conto” vuole essere un invito a costituire un istituto di credito di cui si è soci. Di banche propriamente locali a Foligno c’è rimasta la Banca di Credito Cooperativo spellana. Mentre la Banca Popolare di Spoleto in gestione commissariata cerca acquirenti: due gli interessati, la Banca di Desio e della Brianza e la cordata umbra “Clitumnus”, di cui fa parte la Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia. Le Fondazioni delle ex-Casse di Foligno e Terni, invece, si sono dichiarate non interessate a partecipare all’acquisto.
Se il PD convoca le primarie, Mismetti si auto-esclude
Il Sindaco uscente non parteciperà alle eventuali consultazioni primarie che il Partito democratico potrebbe convocare per scegliere il candidato alle prossime amministrative. Per Mismetti le primarie non sono strumento assoluto per la scelta; esse, infatti, secondo il Sindaco, non possono sostituire mai un confronto politico e tra le persone. Il percorso giusto per Mismetti è “fare un bilancio di quanto è stato fatto, discuterne con il partito, confrontarsi con gli alleati della coalizione, parteciparlo alla Città e compiere una verifica quanto più completa dell’esperienza della mia Giunta”. Il Partito democratico, dunque, dovrà tener conto di questa volontà. Ora gli equilibri locali scaturiti dalle primarie per il segretario nazionale – che hanno dato una maggioranza schiacciante al candidato alternativo a quello che sosteneva il Sindaco – potrebbero rivelarsi un ostacolo ad una ricandidatura di Mismetti, entrando in gioco altri possibili pretendenti. Ma la decisione cui si arriverà dovrà essere accettata anche dagli alleati di oggi, come Sinistra ecologia e libertà e Rifondazione comunista, nonché dai Socialisti. Al “confronto politico e tra le persone”, che ha come presupposto, a dirla con Mismetti, il giudizio sull’operato della sua Giunta, si arriverà in ogni caso. Il problema è che, dalle parole del Sindaco, ancora non si capisce bene come e con chi.
Foligno è ancora inquinata
Si è ripetuto in questi giorni il superamento del livello di guardia di polveri sottili (PM 10) nell’aria. E allora il Comune ha disposto limitazioni al traffico. Ciò si verifica quando si amplifica il confronto sulla chiusura alle auto delle vie centrali della Città. I commercianti del centro storico hanno affisso un manifestino in cui si definiscono “i custodi della Città”. Altra affermazione del volantino: i negozi aperti sono uguali a sicurezza. E infine i commercianti scrivono: dopo il terremoto e otto anni di pavimentazione, siamo accerchiati dalle tasse e dall’amministrazione. Da parte del Sindaco, contrario decisamente a riaprire il traffico come una volta in Piazza San Domenico, viene la conferma che, una volta terminati i lavori della pavimentazione, si dovrà allargare la zona blu, quella vietata alle auto, seppur gradualmente. Ma i commercianti e i loro rappresentanti non intendono accodarsi alla proposta; anzi protestano perché le chiusure producono disagi, isolano alcune vie e piazze, limitando i loro affari e incoraggiando i clienti a rivolgersi altrove, dove ci sono parcheggi e servizi a ridosso del punto vendita. E qui si fa riferimento ai molteplici esercizi anche di dimensioni più grandi che si sono installati in zone strategiche, lontani dalle mura. La Paciana, per esempio, nata come zona industriale-artigianale, ora è piena di supermercati e di negozi specializzati.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI