Stato di famiglia. Interesse comune
Calo dei matrimoni: senza famiglia chi genera alla fede? E chi paga le tasse?
Se dal 2003 al 2013, ovvero nell’ultimo decennio i matrimoni canonici (religiosi) celebrati nel territorio del Comune di Foligno sono calati da 140 a 50, ovvero un calo di circa l’80%, una riflessione andrà pur fatta. Anche i matrimoni civili, nonostante un principio di crescita fino al 2010, ora riportano il segno meno e riprendono una tendenza calante. Tradotto: nel Comune di Foligno la gente si sposa sempre meno. Questo è un significativo campanello di allarme per la Chiesa e una grave minaccia per lo Stato. La Chiesa si interroga e prova a comprendere il fenomeno senza giudicarlo. Alcuni attribuiscono il fenomeno alla crisi economica: è vero, dal 2007 il calo è più evidente, ma nel periodo 2003-2006 non c’era la crisi, eppure si nota già una diminuzione costante. Altri rintracciano le cause nella progressiva secolarizzazione, che porta i giovani lontano dalla vocazione al sacramento per scegliere altre forme di unione. Eppure questi ragazzi hanno ricevuto una catechesi molto più vocazionale e liberante delle generazioni precedenti. Proprio per questo altri riconoscono in questi numeri l’emancipazione dal matrimonio per tradizione o per riparazione: meno quantità, più qualità, meno cerimonie, ma più consapevolezza del valore sacramentale delle nozze. Qualcuno solleva obiezioni e dubbi anche su questa ipotesi. Sicuramente incide anche il processo di multi-etnicità del nostro comune: alcune di queste coppie, costituite da fidanzati di religione diversa, infatti, non possono, o non vogliono, per motivi diversi celebrare in pieno il rito canonico. La realtà, poi, suggerisce che molte altre situazioni personali, di salute, economiche o di separazione e divorzio, possono incidere sul calo della celebrazione canonica o civile delle nozze. Sta di fatto che, se il Comune di Foligno è in crescita demografica e i matrimoni diminuiscono, pian piano cambierà il suo tessuto sociale e la sua costituzione umana. Allo stato attuale, pastorale e legislativo, senza famiglie la Chiesa è più misera di vita e il Comune più povero economicamente. Tradotto: senza famiglie chi genera alla fede? E chi paga le tasse? I membri delle unioni di fatto, molto spesso, sono destinatari di diritti e di sgravi fiscali, una spesa più che una risorsa per le casse del Comune. Tuttavia queste sono in crescita e meritano uno studio prima che un processo o una condanna! Al momento ho intuito che sia in Diocesi che in Comune si vorrà mettere gli occhi e le mani sulla vita domestica: da un lato per una pastorale della famiglia attenta, e in Comune per un registro delle coppie di fatto dettagliato. Ognuno ha i propri interessi per lo stato di famiglia!
© Gazzetta di Foligno – GIOVANNI ZAMPA