Raccolta differenziata e indifferenziata inciviltà
Foligno ha differenziato il 42% dei rifiuti urbani prodotti, il 23% in meno di quanto previsto dal Piano Regionale
Nelle scorse settimane la Regione Umbria ha pubblicato i dati relativi alla raccolta differenziata del 2012. Il quadro che emerge, malgrado i timidi segnali positivi (+6% di rifiuti differenziati rispetto all’anno precedente) è quello di un sistema che stenta a decollare e che non riesce ad avvantaggiarsi di una dimensione regionale contenuta sia come territorio che come numero di abitanti. Complessivamente in Umbria nel 2012 sono stati riciclati il 44% dei rifiuti urbani prodotti, il 21% in meno di quanto previsto dal Piano Regionale, sulla cui tabella di marcia si registra un ritardo di 3-4 anni. Tra i comuni con più di 10.000 abitanti i più virtuosi sono Marsciano e Umbertide, il cui livello di raccolta si attesta attorno al 60%, tra i peggiori Orvieto (18%) e Assisi (24%). La città di San Francesco, alla quale il santo rende servigi perpetui in termini di flusso turistico, non sembra contagiata dall’amore per il Creato del poverello al quale ha dato i natali. Solo 5 comuni sui 92 della regione hanno raggiunto l’obiettivo per il 2012 e nessuno di essi supera i 10.000 abitanti. Il comune umbro più “riciclone” è Torgiano, nel quale la raccolta differenziata ha sfondato il muro del 75%. Foligno sta poco sotto la media (42%), con un incremento comunque significativo rispetto all’anno precedente (+7%).
La produzione complessiva dei rifiuti è in calo nella nostra regione ormai da diversi anni, “essenzialmente per effetto della crisi economica”, sottolinea la relazione illustrativa. Sarebbe meglio che lo fosse per le politiche di riuso, di riduzione degli imballaggi e in generale degli sprechi, ma tant’è, accontentiamoci di questo “effetto collaterale” della crisi.
Ogni abitante dell’Umbria, dal neonato all’anziano non più autosufficiente, produce in media 521 Kg di rifiuti urbani. Una cifra che dovremmo avere in mente ogni volta che solleviamo il tappo del secchio o che passiamo tra gli scaffali del supermercato. Come dire che una famiglia di 5 persone butta via in un anno due tonnellate e mezzo di monnezza: dalle confezioni dei cibi ai pannolini, dalle scarpe vecchie all’erba tagliata del prato, dagli ossi delle pesche al pane ammuffito, dagli elenchi del telefono ai volantini che traboccano quotidianamente dalla cassetta delle lettere. Insomma tutto quanto finisce nei cassonetti o all’isola ecologica. Un momento… non tutto finisce nei cassonetti, perché, con l’estendersi della raccolta differenziata sembra espandersi anche l’abitudine di parcheggiare i rifiuti per le strade. È vero che c’è un unico punto di raccolta per l’intera città (il secondo è pronto da un anno ma non è ancora attivo!), è vero che non sono stati previsti contenitori per potatura ed erba falciata, è vero che in alcune zone i contenitori dell’organico sono perennemente pieni, ma nulla di tutto questo giustifica l’abbandono dei rifiuti in strada, pratica che a Foligno sembra si stia consolidando anziché estinguersi. Insomma, mentre la raccolta differenziata procede a passi lenti, più veloce sembra l’incedere di una indifferenziata inciviltà.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI