vuoto2

La sindrome di Colfiorito

“La crisi ci accompagnerà per altri dieci anni”. La frase del Prof. Frascarelli gela per qualche secondo una sala Fittaioli gremita.
Siamo al quarto incontro promosso dall’Associazione “Il Baiocco”, dedicato alle prospettive dell’agricoltura nel territorio folignate.
L’illustre relatore, docente alla Facoltà di Agraria, parte da questa considerazione ed analizza con lucidità il ruolo del settore agricolo nella costruzione del paesaggio umbro, il rapporto tra competitività e bene comune, le strategie per incrementare la prima e tutelare il secondo.
In sintesi, per il rilancio dell’agricoltura occorre che tutto il territorio faccia “squadra”: ripartire dalle sue vocazioni “naturali” e mettere da parte settorialismi e spinte individualistiche.
Agricoltura, turismo, artigianato, industria, paesaggio e cultura sono diverse espressioni di un unico territorio: crescita o declino dipendono dalla capacità di collaborare.
In questo senso è fondamentale anche il ruolo delle istituzioni pubbliche, poiché l’agricoltura del nostro territorio produce anche “beni comuni”, che il prezzo di mercato non riesce a coprire.
Lo spettacolo degli ulivi che accompagnano il viaggiatore da Assisi a Spoleto è una ricchezza a cui nessuno vorrebbe rinunciare; eppure sempre più spesso capita di vedere uliveti abbandonati, perché la manutenzione richiede dei costi incompatibili con la competitività.
Non è solo questione di paesaggio, ma anche di sicurezza. L’assenza di manutenzione aumenta il rischio di incendi e frane, con conseguenze che riguardano tutti (quanto è costata la frana di San Giovanni Profiamma? Alle imprese della zona, alle casse pubbliche, ai pendolari, agli autotrasportatori …).
Occorre dunque promuovere quella che il Prof. Frascarelli ha chiamato la “competitività territoriale”. Alcune zone dell’Umbria sono molto avanti su questa strada; Norcia ad esempio, con un’agricoltura di qualità, la valorizzazione delle sue ricchezze naturali e una buona comunicazione, riesce ad attirare visitatori in tutti i periodi dell’anno. Il nostro territorio ha ancora molta strada da fare e non solo nel settore agricolo.
L’incontro di venerdì scorso si è chiuso con una battuta del relatore: “Cosa sarebbe Colfiorito, se i suoi cittadini lavorassero insieme invece di criticarsi l’un l’altro?”. L’osservazione si potrebbe estendere a tutta la vita cittadina: il dibattito sulle pavimentazioni, i rapporti tra le varie associazioni, le manifestazioni culturali, il dimensionamento delle scuole, il rapporto centro storico e periferie.
Ma la “sindrome di Colfiorito” apre anche ad una prospettiva positiva: quella di un territorio ricco di energie e di risorse, che devono trovare la strada per camminare insieme. Ma il tempo stringe e il rischio è di rimanere impantanati nella palude dell’inconcludenza.

© Gazzetta di Foligno – MAURO PESCETELLI

0 shares
Previous Post

Se questo è un uomo…

Next Post

Più attenzione per Sandita e Olga

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content