Un nuovo stile imprenditoriale e di vita
Ridurre il proprio benessere per aumentare quello collettivo
Durante la conferenza sul Bene Comune tenutasi a Foligno, l’ing. Baldaccini, amministratore delegato dell’Umbra Cuscinetti spa, ha introdotto una tematica molto importante relativa al ruolo dei media. Questi dovrebbero dare maggior risalto a chi, nel mondo del lavoro e del sociale, fa del bene comune uno stile di vita. A tal proposito ha comunicato all’assemblea la decisione che l’“Umbra Group” ha preso per la sede americana: dividere gli utili con i propri dipendenti.
Questo spaccato di azienda esiste in Italia e deve essere conosciuto dalla popolazione in quanto rappresenta un esempio di vita e di imprenditorialità vissuta allo scopo di accrescere il benessere economico e sociale della collettività. Molte sono le persone che alla sequela di Cristo e con buona volontà fanno del bene per il prossimo.
I dipendenti di un’impresa emiliana, hanno deciso di ridursi gli stipendi per assumere 29 colleghi precari che avevano un contratto di collaborazione aderendo così al “contratto di solidarietà espansivo” che esiste in Italia dal 1984, ma che viene così applicato per la prima volta solo nel 2013.
Nelle Marche, un imprenditore decide di vivere con lo stipendio degli operai assunti nella sua azienda. Poco tempo dopo lo aumenta a tutti i dipendenti poiché l’ultima settimana del mese non riusciva più a vivere; non solo, assume giovani laureati a cui attribuisce ruoli di responsabilità accompagnati a formazione interna realizzata dalla proprietà stessa. Questo clima di gestione partecipativa ha qualificato la piccola impresa artigianale marchigiana che, collaborando anche con l’università, è riuscita a realizzare prodotti di alta qualità, tipici del Made in Italy, vendendoli anche all’estero. La nuova organizzazione aziendale ha dunque aumentato il fatturato e i redditi per tutti.
D’altronde questo è quanto affermato dalle teorie sulla valorizzazione delle risorse umane (Human Resource Management), le quali sostengono che le imprese che vogliono mantenere un vantaggio competitivo sui loro concorrenti devono focalizzare l’attenzione sul capitale umano, per collocarsi così su un orientamento di lungo periodo centrato sulla crescita professionale, sulla valorizzazione dei lavoratori in modo da stimolarne le capacità, le potenzialità, l’impegno e l’iniziativa personale. In quest’ottica la persona costituisce un fattore potenziale per lo sviluppo di un’organizzazione che crea valore.
E ancora, è eclatante l’esempio di un imprenditore di Varese che, dopo aver venduto la sua azienda a dei cinesi, decide di dividere 1.000.000 di euro tra le 200 persone che sono o sono state alle sue dipendenze e perfino agli eredi dei defunti, adducendo che la creazione di valore è attribuibile in gran parte al buon operato svolto dai suoi dipendenti.
Infine un onorevole dell’attuale Parlamento ha deciso di condividere il suo stipendio con i più poveri, accrescendo così il benessere di tutti. Si trattiene solo 2.500 euro al mese del compenso che riceve (circa 23.000 euro) e gestisce la sua famiglia, con cinque figli a carico, all’insegna della sobrietà seguendo l’insegnamento di S. Francesco.
Sulla base di questi esempi molti sono i cambiamenti che si potrebbero ottenere nella vita economica di tutti; questi sono solo una piccola parte di una rete di persone che sono uscite dalla propria condizione individuale di benessere per il bene collettivo. Rappresentano coloro che hanno compreso che i meccanismi macroeconomici possono essere modificati iniziando dal basso, dalla semplicità quotidiana, sanando così quella parte della crisi generata dal puro consumismo. La speranza è che l’esempio arrivi a tutti e alle cariche istituzionali più alte.
© Gazzetta di Foligno – PAOLA POMPEI