Settimana politica 2013-20
Pensioni e indennità di fine mandato ai Consiglieri regionali; privilegi da abolire
Subito, e non dalla prossima legislatura, il taglio delle pensioni per i Consiglieri regionali. Cisl, Cittadinanzattiva, Associazione Libera e Legambiente hanno iniziato una richiesta di firme per abolire l’attuale forma del vitalizio – così è definita tecnicamente la pensione – dei Consiglieri regionali umbri. Il mancato passaggio al sistema contributivo, come stabilito per tutti i lavoratori, è un privilegio costoso. Tuttora, infatti, per pagare la pensione al “parlamentare” del Consiglio regionale c’è bisogno di integrazione, che nel bilancio della Regione assomma a 2 milioni e 567 mila euro, cioè il 78% delle spese di funzionamento del Consiglio. I contributi calcolati nell’indennità dei Consiglieri, quindi, non sono sufficienti a pagare la pensione, arrivando solo a 703.000 euro. Entro il 10 giugno, il Governo ordina alle Regioni l’adozione obbligatoria del sistema contributivo. Ma l’assemblea regionale a maggioranza centro-sinistra, finora ha stabilito che sia applicato solo per i prossimi eletti in Consiglio. Se, però, non si adotterà immediatamente tale passaggio, il rischio è che ci siano ritorsioni finanziarie da parte dello Stato, ovvero il blocco di trasferimenti erariali a favore della Regione stessa. Cosa fare con i denari risparmiati? I promotori dell’iniziativa, ai quali ha dato adesione il consigliere del PD Gianfranco Chiacchieroni, propongono soldi per i non auto-sufficienti, per sostenere nuclei familiari in difficoltà, per finanziare imprese giovanili della conoscenza. Italia dei Valori sottoscrive l’iniziativa e ricorda che è stata l’unica forza politica di maggioranza a votare contro il rinnovo dei vitalizi. Altro privilegio proprio del Consigliere regionale è l’indennità di fine mandato. È stata prevista per “aiutare” il Consigliere che lascia a reinserirsi socialmente, a dedicare più tempo o riprendere i vecchi impieghi o professioni. È calcolata sull’indennità lorda mensile per anno di carica fino a un massimo di 10 e sulla media delle ultime 12 indennità lorde mensili. A questa somma si applica una trattenuta obbligatoria del 5%. Si presume che un Consigliere, dopo 5 anni di servizio politico, possa percepire 33.500 euro per legislatura. Naturalmente chi guadagna mensilmente di più, come il Presidente della Giunta e del Consiglio, al termine del mandato percepisce una liquidazione maggiore. Oggi i Consiglieri regionali si sono decurtati lo stipendio – ogni mese nella busta paga arrivano intorno ai 6 mila lordi -. Non è comunque poco rispetto alla media dei lavoratori. Quindi riconoscere ancora una prebenda, come la liquidazione, forse è troppo. Per la trasparenza anche le liquidazioni dovrebbero essere rese note; ma, almeno nei siti ufficiali di internet, di queste non c’è traccia alcuna.
Cinque Stelle al Sindaco: non nomini un altro assessore al posto di Romagnoli
Il Cinque Stelle ha rivolto a Mismetti l’invito a non sostituire, come assessore allo sport, il dimissionario Massimiliano Romagnoli. Il movimento, non rappresentato in Consiglio comunale, ha proposto la modifica dell’art. 53 dello Statuto comunale, che prevede otto assessori per il Comune di Foligno, adeguandosi in anticipo alle norme che prevedono riduzioni per le prossime Giunte. Cogliamo l’occasione, dicono i Cinque Stelle, delle dimissioni del vice-Sindaco per ridurre le spese della politica.
Ma Mismetti nomina Stefania Mancini, indicata dal PSI
Il Sindaco risponde alle sollecitazioni dei Cinque Stelle: “Va bene ridurre, ma oggi non possiamo derogare dalla norma”. Così ha chiamato Stefania Mancini, maestra d’asilo, come nuovo membro di Giunta, alla quale ha assegnato la delega allo sport e alle politiche energetiche. La Mancini, che è stata indicata dai Socialisti, quelli che avevano chiesto le dimissioni di Romagnoli, non perde tempo e intende subito visionare lo stato degli impianti sportivi, anche perché la fine della legislatura è prossima.
Così in Regione: la Marini nomina Paparelli per sostituire Rossi
Fabio Paparelli, ternano, è il nuovo assessore regionale in sostituzione di Gianluca Rossi, eletto senatore. Ma i democratici Andrea Smacchi e Luca Barberini, come i 5Stelle a Foligno, protestano, affermando di preferire una riduzione degli assessori, tanto che a breve il Consiglio regionale dovrà votare la modifica dello Statuto, che riduce il numero dei membri dell’Esecutivo a cinque. Dello stesso parere è naturalmente l’opposizione, che, lapidaria, bolla la nomina come occasione persa per risparmiare.
Troppe 700 sagre in Umbria, dura protesta dei ristoratori
Aldo Amoni, rappresentante regionale della Confcommerio, è portavoce di una forte invettiva a nome dei ristoratori contro le troppe sagre in Umbria, molte delle quali non sono compatibili con la tradizione locale. “Non possiamo giustificare molte di queste manifestazioni – ha affermato Amoni – che muovono milioni di fatturato spesso in nero e tolgono lavoro a chi con la propria attività professionale paga tasse salate”. E invita la Regione e i Comuni ad approvare un regolamento, richiesto da anni dagli operatori del settore ristorazione, che eviti che le sagre siano “ristoranti mascherati”. Il presidente umbro dei commercianti non ha tutti i torti, perché, se scorriamo i nomi attribuiti alle sagre, ci accorgiamo di improbabili accostamenti. A Foligno resistono da anni due manifestazioni ormai storiche: quelle della crostata a San Giovanni Profiamma e del fagiolo a Cave; mentre a Colfiorito protagonista è la patata rossa. Tutte rientrano certamente nella categoria di quelle sagre che si possono collegare al territorio. Mentre è scollegata la “magnata di pesce” a Maceratola, anche se i proventi vanno a beneficio dell’intera comunità. Oltre a creare aggregazione, queste feste popolari hanno realizzato impianti e strutture che utilizzano tutti i paesani.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI