Incontro con don Cristiano Antonietti, direttore Ufficio Liturgico Diocesano
L’occasione di incontrare il direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, don Cristiano Antonietti, nominato dal Vescovo Gualtiero nel 2010 è stata anche l’opportunità per scoprire la ricchezza dell’impegno e della voglia di migliorare nei membri di questo ufficio.
Come è costituito l’Ufficio, chi ne fa parte?
C’è una commissione liturgica di 15 persone, due terzi laici, che si incontrano ogni tre mesi con l’obiettivo di realizzare una formazione di base comune a tutti, di organizzare quanto prefissato all’inizio di ogni anno e cercare di tradurre pastoralmente gli orientamenti del Vescovo. Un gruppo ristretto si riunisce più frequentemente con l’impegno di mettere a fuoco le emergenze liturgiche a livello diocesano ed il necessario collegamento con le parrocchie. Questo piccolo gruppo è formato dal direttore, dal vicedirettore Villelmo Bartolini, da don Diego Casini, da Amina Maneggia e da Flavio Bolli. È importante a mio avviso sottolineare come il Vescovo, accogliendo la proposta di nominare un vicedirettore nella persona di un laico, abbia voluto allinearsi con coraggio ad un evidente segno conciliare di rinnovamento.
L’Ufficio decide sulle funzioni liturgiche anche per quanto attiene la musica ed i canti?
La commissione di Musica Sacra ha costituito un Coro Diocesano, diretto da Amina Maneggia. Il coro, presente in Cattedrale in occasione delle catechesi che il nostro Vescovo tiene per l’Avvento e la Quaresima ed in occasione della Veglia di S. Feliciano e della Veglia di Pentecoste, vorrebbe diventare un “luogo” di sensibilizzazione e formazione permanente rivolto ai membri dei vari cori parrocchiali per costruire una base comune di espressione musicale. Non poche difficoltà sono state incontrate nell’ambito della commissione di Musica Sacra, anzitutto per la novità della stessa Commissione, per la mancanza di competenze, ed infine per le singole difficoltà parrocchiali a formare e custodire dei cori. Ma le prossime grandi iniziative del triennio che si apre saranno rivolte proprio in quest’ambito.
Quali particolari iniziative ha in cantiere nel prossimo futuro?
Il primo grande obiettivo è stato il realizzare in 3 anni il “Proprio Diocesano”, cioè “creare” dei testi liturgici specifici per la celebrazione delle Memorie e Solennità diocesane. Questo ha comportato un investimento di energie e di tempo per fare tutte le indagini necessarie con tanto di richiesta di approvazione dei testi da parte della Curia Romana. Approvazione giunta l’8 gennaio 2013! La diffusione e l’attuazione del “Proprio Diocesano” sarà il prossimo imminente impegno. Accanto a ciò si sta progettando un “libretto” dei canti per le Celebrazioni e la costituzione di una Scuola di Musica Sacra… piuttosto artigiana ma speriamo incisiva.
Altre esperienze?
Un’esperienza è stata la realizzazione dei sussidi per l’Avvento e la Quaresima nati dall’impegno comune e dal senso pratico dei laici e dei presbiteri e dalla collaborazione di diversi uffici pastorali. Il lavoro dietro ai sussidi è molto e speriamo che possano sempre più aiutare le comunità parrocchiali e la nostra Chiesa diocesana a costruire un linguaggio comune all’insegna dell’unità. L’Ufficio è inoltre impegnato nella cura delle Celebrazioni liturgiche diocesane che si svolgono in Cattedrale, nell’assistenza della Schola Cantorum Santa Cecilia e nella formazione dei Ministri Straordinari della Comunione.
Quali le difficoltà?
La difficoltà coincide con il vero e profondo obiettivo dell’Ufficio: cercare categorie comuni che ci riportino all’unità evitando ogni piccola sorte di presunzione liturgica che mossa dallo “spirito creativo” o da quello del “far meglio” ci può far correre il rischio di far diventare le nostre parrocchie isole a sé stanti suscitando ferite più o meno incisive nelle Comunità. Accompagnando il Vescovo nella Visita pastorale ho potuto notare dei campanelli di allarme in riferimento alla vita liturgica delle Comunità. Auspico che se anche nell’immediato non siano stati affrontati come problemi, ci sia un percorso serio e volenteroso volto al bene della Chiesa che trova nella liturgia la punta di cristallo: tanto preziosa quanto fragile.
© Gazzetta di Foligno – NICOLINA RICCI