Foligno sa di scienza
La terza edizione di Festa di Scienza e Filosofia rifletterà sui rapporti tra scienza e società. Il cartellone è ricchissimo. Più di sessanta gli incontri attorno a quattro aree tematiche: scienza e società, la fisica del XXI secolo, vita, matematica. Ce n’è per tutti gusti. Accanto ai temi molto specialistici, ci sono titoli di rilevante attualità nel dibattito culturale, che richiamano senz’altro un pubblico più vasto. Tra gli scienziati e i filosofi ospiti – alcuni adusi a calcare le scene di altri festival che si ripetono nel Paese e già noti anche al pubblico folignate – molti i volti nuovi. Più spazio è stato dato ai filosofi sulle tematiche sensibili. Scrive il prof. Mingarelli nella presentazione del programma: “La scienza suscita oggi nella società grandi dilemmi e grandi dispute culturali su temi come i cambiamenti climatici, gli organismi geneticamente modificati, le cellule staminali e la loro donazione, le nanoscienze e le nanotecnologie, le armi biologiche, l’energia nucleare, la difesa dell’ambiente, le implicazioni della genetica e delle neuroscienze sulla salute umana, nella giustizia e nell’industria farmaceutica”. “E l’elenco delle controversie – conclude – è ancora più lungo”. Ha ragione. E ruotano, se non leggiamo male, su un paio di questioni fondamentali. La prima: il sapere è potere, ma coloro che sviluppano il sapere, non sono coloro che gestiscono il potere. E dunque, quale rapporto tra scienza, tecnologia e decisione politica? La seconda tocca il rapporto tra scienza ed etica. È legittimo il controllo del sapere scientifico nelle varie applicazioni? A chi spetta? Rischi nucleari, questione ecologica, rivoluzione biologica e ingegneria genetica alterano artificialmente le basi millenarie dell’esistenza umana: ma quali sono i limiti del lecito e dell’illecito? Non urge tornare a interrogarsi sulla moralità della scienza, sulla responsabilità degli scienziati, sul rapporto, appunto, tra etica e scienza (di cui parlerà Salvatore Natoli)? Sottolineiamo il “tornare”, perché la cultura europea più avveduta, già prima della guerra e dopo le sue drammatiche conseguenze – bastino i nomi di Husserl, di Russell, di Einstein e dei pensatori di Francoforte – ha posto la discussione circa le colpe che la scienza può avere nella determinazione di situazioni di rischio, di danno, di grave pericolo che incombono sull’umanità e che paiono destinate ad accrescersi con lo sviluppo della ricerca e delle applicazioni. Negli anni cinquanta sono stati soprattutto gli scienziati coinvolti nella bomba atomica – come Oppenheimer, Einstein, Heisenberg – ad interrogarsi sulla responsabilità dello scienziato e su come evitare che la politica possa servirsi della scienza per fini distruttivi e contro l’uomo. Oggi gli sviluppi della biologia, l’impoverimento delle risorse naturali, l’inquinamento ambientale e il non pianificato sviluppo tecnologico pongono sul tappeto il tema dell’ethos della ricerca scientifica e dunque quale relazione debba intercorrere tra la conoscenza scientifica e i valori. Nei prossimi giorni Foligno ha la grande opportunità di rilanciare domande e inquietudini dal forte spessore etico.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI