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Cercansi artigiani di qualità

Dal “Baiocco” un appello per il rilancio del territorio

È stata molto apprezzata dal pubblico la riflessione che l’Associazione culturale Il Baiocco ha offerto venerdì scorso alla città, nel tentativo – come ha detto il suo Presedente Lucio Salari – di “pensare, oltre la crisi, quali possano essere le idee e le indicazioni per il rilancio dello sviluppo del nostro territorio”. Il prof. Sergio Sacchi, docente di Economia all’Università di Perugia, ha esposto con brillante chiarezza ed incisività sia i motivi della crisi che ci angoscia, che le possibili terapie, con uno sguardo costante e puntuale anche alla nostra regione. “L’Umbria ha avuto anni di gloria, ora si sta impoverendo, o forse è tornata a camminare col suo passo”. Anche l’Italia ha avuto anni di grande crescita, ma la globalizzazione le sta togliendo non pochi sistemi di protezione, che le avevano permesso lo sviluppo. Che fare, allora? Dopo avere analizzato le cinque condizioni per la crescita – le materie prime, la manodopera, i mercati, il management, la moneta – l’economista ha affermato che il Paese e la Regione dovranno puntare di più sulla manodopera. “L’unica riserva di valore su cui possiamo contare è la riscoperta del lavoro manuale e artigianale, accompagnata da una nuova cultura del lavoro e del prodotto, all’insegna della creatività e della capacità organizzativa”. Insomma, “passione per il lavoro e desiderio di fare cose diverse”: un abito mentale da costruire fin dagli anni della formazione giovanile. Ma come conciliare questo in una società industrialmente avanzata come la nostra? “Occorre – ha risposto il professore – un cuore artigiano in un corpo industriale, o una mente industriale che guidi una mano artigiana”. Affermazione ad effetto, questa, che ha trovato però puntuale conferma nella relazione di Renato Cesca, amministratore di NCM, settore energia e aeronautica. Incoraggiante il quadro presentato: dopo 25 anni la nota azienda folignate è sempre in crescita; ha tecnologie uniche in Europa; ha evitato la crisi perché ha saputo investire in nuove tecnologie e nel personale. E a proposito di personale, l’imprenditore Cesca se ne è uscito con un’affermazione che ha meravigliato l’uditorio (e che provoca un grande esame di coscienza): “La formazione scolastica di tipo tecnico-professionale, che a noi serve tantissimo, vale poco e noi oggi fatichiamo a trovare giovani disponibili e promettenti. Anche gli stage in azienda servono poco. A Foligno serve un centro di formazione permanente e di qualità, per studenti e aziende. Noi imprenditori siamo pronti a fare la nostra parte”. In un tempo in cui i giovani cercano lavoro e non lo trovano, il discorso di Cesca fa interrogare scuole e famiglie, mondo della formazione e del lavoro. E ci offre anche un metodo di riflessione per evitare facili e reciproche recriminazioni: “Quando si alza il vento, non alzare i muri, ma costruire mulini a vento”.

© Gazzetta di Foligno – Antonio Nizzi

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