Luigi Frappi

Nello studio di Luigi Frappi, incontro con l’uomo e l’artista

Luigi FrappiOcchiali tondi neri dal gusto un po’ retrò e cappello in feltro a tesa larga da vero divo. La sagoma inconfondibile dell’artista umbro Luigi Frappi. C’è chi lo ha chiamato il “pittore del silenzio” riferendosi ai suoi famosi paesaggi, scenari immaginari che appaiono immobili, silenziosi. Eppure a conoscerlo non si direbbe. Nel suo studio, situato in via del Cirone a Bevagna, mischiamo memorie e desideri, dal comico scivoliamo nel grottesco e nel giro di pochi secondi, il tempo necessario per pronunciare la parola sipario, passiamo dall’ironia sferzante alla commozione. Un tuffo nel passato e ci impelaghiamo in un discorso sul sipario del piccolo ma prezioso Teatro Torti in piazza Silvestri a Bevagna. Finemente decorato con pitture ottocentesche, il Teatro Torti custodisce uno dei capolavori di Luigi Frappi, realizzato nel 1994, raffigurante “Il Clitunno all’alba” in perfetta armonia con lo stile del suo autore.
Il momento sembra giusto, così gli chiedo: “Maestro, che rapporto intercorre tra le donne e la sua pittura?” Lui ride (io capisco che ho fatto centro) e risponde secco: “Le donne sono tutto. Mi danno la carica.” Non approfondiamo e passiamo oltre, perché si sa, la vita dell’artista è ricca di slanci ora appassionati ora drammatici, è fatta di luci e di ombre come la sua pittura. Nel giugno del 2011 Luigi Frappi viene selezionato per rappresentare l’Italia artistica alla 54° Biennale di Venezia. La sua opera è stata ospitata all’interno del Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi, il quale sostiene: “La pittura di Frappi appare come una sorta di pacata provocazione a un’arte figurativa che rifiuta letture e non vuole darne”. Il maestro, con simpatia e una punta di orgoglio mi dice: “Ha ragione! Nei miei quadri non c’è nessuna polemica, nessun messaggio, se ti piace, ti piace, altrimenti pazienza. Poi ci sono molti aggettivi che si possono usare per descriverli, ma non è vero!”.
Così appare Luigi Frappi, un artista che rifugge dalla popolarità e dal clamore, ma soprattutto dalle etichette e dai facili vicoli commerciali. Il talento di Frappi non emerge solo dai paesaggi e dalle nature morte, sebbene rappresentino la sua cifra espressiva distintiva; il tocco, gli indugi e le variazioni dell’artista emergono anche in campo fotografico, nel quale dimostra una spiccata abilità. La sensibilità e una creatività sempre in evoluzione, accompagnate da una buona dose di autoironia, sono le caratteristiche che contribuiscono a delineare questo personaggio dalla scorza dura solo all’apparenza. Se vi capita di passare in via del Cirone, sappiate che lì lavora l’ultimo dei pittori (come dice lei maestro “i pittori non esistono più”). Un pittore autentico, uno di quelli della vecchia guardia. Ma perfettamente inserito nel nostro tempo.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCA FLICETTI

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