Settimana politica 2013 – 11
Sindaco e assessori doneranno parte dello stipendio a chi è in difficoltà
Il Sindaco annuncia interventi per contrastare le povertà e i disagi delle famiglie. L’interesse è soprattutto per il trasporto di minori e anziani in difficoltà economiche e per le abitazioni di quanti perdono il lavoro o sono sfrattati perché morosi. Con i soldi detratti dalle indennità percepite dalla Giunta sarà costituito un fondo di solidarietà, che può essere integrato “da cittadini che si sentono in condizione di farlo”. Gli importi dovranno ancora essere quantificati, ma l’iniziativa è particolarmente significativa in questo momento in cui la crisi morde per la mancanza di lavoro. È anche un primo esempio di politica che non pensa ai propri affari e basta. Mismetti è anche d’accordo con l’Associazione dei Comuni italiani i quali chiedono al Governo il superamento del “patto di stabilità”, che ha bloccato gli investimenti negli enti locali e non permette pagamenti puntuali alle imprese che lavorano per il pubblico. Apprezzabile è la disponibilità di Sindaco e assessori a privarsi di parte del loro stipendio. Tuttavia oggi, in emergenza sociale, il Comune dovrebbe selezionare maggiormente le sue spese, ancora cospicue seppur nella restrizione dei fondi, privilegiando i bisogni primari. Lamentarsi sempre di non poter fare a meno di aumentare le rette degli asili e poi finanziarie abbondantemente feste e divertimenti rischia, in questo momento, di risultare incomprensibile ai più.
Una ventina di cittadini alla contro-Conferenza sulla città
Quelli dell’avv. Stefania Filipponi dovevano essere gli Stati generali delle opposizioni. Ma vi hanno partecipato soprattutto i sostenitori della sua lista di “Impegno Civile” e la protagonista si è ritrovata sola a discutere del futuro. “Hanno perso un’ottima occasione di dialogo con la gente”, ha dichiarato rivolta ai colleghi di opposizione. E ha aggiunto: “L’iniziativa non è la mia, non c’è chi guida il carro e chi si accoda, l’obiettivo è marciare in una direzione alternativa all’attuale governo locale”. Alcuni interventi programmati tra i cittadini presenti hanno descritto situazioni critiche e inefficienze dell’amministrazione: centro storico, traffico, periferia, beni comuni come l’acqua tra i temi segnalati. Stefano, un ristoratore del centro, vorrebbe più presenza in centro di Sindaco e assessori per raccogliere lamentele e proposte. “Che fine farà il centro – ha domandato – con la nascita del nuovo polo commerciale presso l’ex-Zuccherificio?”. Sull’acqua, risorsa pubblica, si è denunciata la situazione precaria: l’inquinamento del Clitunno e dei pozzi della periferia, la diga di Acciano che è morta, l’acqua delle sorgenti del Topino utilizzata per riempire piscine addirittura nei paesi del lago Trasimeno, mentre alcuni folignati bevono acqua dei pozzi, la scarsa manutenzione delle sponde dei fiumi, il controllo sullo stato dei prelievi sulle cascate del Menotre a Pale. Altri problemi rilevati hanno riguardato il traffico, gli anelli cittadini, la questione non chiarita del tutto della variante sud.
I socialisti ai ferri corti
Un duro comunicato della sezione storica socialista “Bruno Buozzi” di Foligno irrompe nella disputa tra compagni di partito avviata dopo la richiesta al consigliere Belmonte di dimettersi. La segreteria Gobbini denuncia come “inizio della solita sceneggiata politica in vista delle prossime elezioni comunali e regionali” la successiva contromossa di Belmonte e Ciancaleoni, che hanno chiesto al Sindaco di cambiare il vice-Sindaco Romagnoli. Ma non ci si ferma qui, perché il direttivo della sezione arriva a indicare i due consiglieri comunali come “omuncoli”, esemplari di “vecchio sistema che tenta di vestirsi da giovane”. Difendendo il lavoro del vice-Sindaco – perché “da solo vale oltre un terzo di tutti i voti della lista socialista ed è stato il più votato tra i tutti i candidati alle scorse elezioni” -, il documento aggiunge che “le miserie interne ai partiti dovrebbero solo scorrere nelle fogne e non nei consigli comunali”. Ma di questo linguaggio da bettola la città farebbe volentieri a meno.
Sprechi italici e nostrani
Da anni è abbandonato un vasto edificio immobiliare in Viale Cesare Battisti di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Una novantina di camere con servizi e un’aula magna spaziosa, che l’ente dei trasporti ferroviari utilizzava per la formazione. Chiuso e lasciato inevitabilmente a marcire non serve a nessuno. Poteva invece far comodo come ulteriore struttura ricettiva a servizio della città. Avere più posti letto a disposizione è sempre una ricchezza. Non si può fare nulla per evitare un così “costoso” abbandono?
Un altro spreco – questo tutto di casa nostra – riguarda invece quello che doveva essere il canile “condiviso” per i Comuni della Valle Umbra Sud. Ubicato a Sellano a 900 metri di altezza e costato qualche centinaio di migliaia di euro, il rifugio per randagi non è mai decollato. Ora – lo ha annunciato l’assessore Maria Frigeri – si trasformerà in un parco zoofilo, punto di incontro tra uomo e animale, per promuovere anche l’adozione di cani. Saranno ridotti i posti a 50 unità e si utilizzerà il finanziamento di 117.000 euro a disposizione da anni per recintare l’area e riadattare la struttura in decadenza. Prima di spendere soldi pubblici, non si dovrebbe essere più accorti?
Ferrovie e piastra logistica: una grande opera può risolvere la crisi?
Collegato al trasporto ferroviario è il centro smistamento merci adiacente alla stazione dei treni, che oggi lavora poco più di niente. Questo rischia, se non la chiusura, drastici ridimensionamenti, collegato com’è alla costruzione di una delle tre piastre logistiche umbre, per cui ci sono finanziamenti pubblici, i cui lavori dovevano essere già iniziati. Di piastra logistica si è parlato in Consiglio comunale, perché si attende il via libera ai lavori per un intoppo causato dalla modifica della ragione sociale della ditta che ha vinto l’appalto milionario. La piastra logistica, per tutti essenziale e utile, sorge ora che l’economia locale è in sofferenza, cioè in altre parole potrebbe essere un’opera bella, ma poco utilizzata. Inoltre una rete ferroviaria non potenziata non depone a favore della scelta di trasportare merci via treno e non via strada. E il collegamento all’area aeroportuale non risolve granché, perché ormai anche questa è oggi relegata a poco più di un’avio-superficie (non doveva essere il centro di smistamento anti-incendi della Protezione Civile?). Tutto ciò significa che non è un teorema infallibile che ad una grande opera infrastrutturale corrisponda necessariamente uno sviluppo automatico, specie se alcune promesse dei politici vengono sistematicamente disattese. Ma per tutti i capigruppo, che hanno firmato la lettera del Comune alla Regione per sollecitare l’avvio dell’opera, la piastra logistica è considerata “prioritaria per l’ammodernamento dell’Umbria”.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI