La Banca d’Italia commissaria la Popolare di Spoleto e la cooperativa Spoleto Credito e Servizi
L’organo nazionale per la vigilanza bancaria rivolge diverse critiche alla dirigenza della Popolare e a quella di Spoleto Credito e Servizi, che ha la maggioranza del capitale: è mancata una sana e prudente gestione che ha comportato rettifiche di bilancio per crediti problematici; non è stato adeguato il presidio dei rischi aziendali; sono emerse inosservanze della normativa in materia di trasparenza e antiriciclaggio. Si criticano anche la debolezza nel governo della banca e una gestione troppo aggressiva della direzione generale, molto sbilanciata sul versante degli impieghi e delle aperture di sportelli fuori regione. Sono accuse gravi, come quella della irregolare movimentazione di conti, per cui sono stati consegnati avvisi di garanzia a Giovannino Antonini, presidente di Spoleto Credito e Servizi. Gli ispettori di Banca d’Italia rilevano l’ingovernabilità dell’istituto di credito umbro per la frattura e i duri contrasti tra controllante (Spoleto Credito e Servizi) e il Monte dei Paschi, la cui quota (26%) di capitale doveva essere rimborsata, ma non lo è stata, considerato che la banca senese ha rifiutato l’offerta della cooperativa spoletina. Ora i commissari garantiscono la regolare prosecuzione dell’attività bancaria, ma non altrettanto le nuove assunzioni già previste dalla Popolare. Una cordata umbra è interessata ad entrare nel capitale della banca spoletina e ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto che finora la vecchia dirigenza ha respinto. Ma tale interesse rimane. Antonini non demorde e prevede di ricorrere a vie legali e mobilitare i 18.000 soci di Credito e Servizi per far valere le ragioni della sconfessata proprietà. La Popolare di Spoleto, dunque, commissariata per un anno, resterà ancora a maggioranza umbra? La banca è quotata in borsa e in teoria può essere comperata per la maggioranza del capitale; ora, però, chi vuole entrare nell’azionariato deve confrontarsi con l’ente primario di vigilanza. Se “locale è bello”, è bello anche operare con trasparenza e serietà. Specie le ultime scelte gestionali, con aperture di sportelli nelle più grandi città italiane, sono sembrate poco convincenti e poco appropriate in rifermento alla realtà locale della banca. Una riflessione finale sulla situazione del credito locale si impone. Di banche locali rimane ora solo la Banca di Credito Cooperativo di Spello e Bettona, a cui forse si aggiungerà la prossima Banca rurale di Foligno, se il tentativo di raccogliere 5 milioni andrà in porto. Le altre sono succursali di grandi istituti nazionali, che hanno ridimensionato le filiali e, quasi certamente, le ridimensioneranno nel futuro. È rimasta, con tanti soldi a disposizione, la Fondazione della Cassa di Risparmio, che è un ente solido, ma non è una banca. Bisogna, dunque, vigilare perché non prevalgano solo logiche di profitto e sia garantito un servizio puntuale e qualificato ai cittadini.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI