Pace e armi
Nel programma internazionale di fornitura di caccia-bombardieri d’attacco F-35, l’Italia acquisterà 90 aerei con un costo stimato di 10 miliardi, che potrebbero lievitare – da qui al 2027, anno dell’ultima consegna – perché il prezzo unitario, secondo l’azienda produttrice Lockeed Martin, si alzerà. La decisione del Governo italiano ha mobilitato giornali, associazioni pacifiste e singoli cittadini, che criticano l’ingente costo nel momento in cui gli italiani compiono sacrifici economici per concorrere al risanamento dei conti. PaxChristi, tra le organizzazioni cattoliche più attive per la pace, ha quantificato che un bombardiere F-35 vale 183 asili nido per 12.810 bambini. L’operazione è iniqua, si legge nel sito internet di PaxChristi, perché si fabbricano strumenti di morte, mentre i soldi risparmiati potrebbero essere indirizzati alla tutela delle categorie più deboli, all’ambiente, al lavoro e alla solidarietà internazionale. Seppur ridotta la spesa, perché all’inizio era intenzione del Ministero della Difesa acquistarne 131, quella per gli F-35 fa parte di un contratto voluto dalla NATO, l’organizzazione per la difesa a cui l’Italia appartiene. Il Ministero spenderà ancora per la sostituzione di altri tipi di aerei da combattimento, come Tornado, Amx e Au-8b, per 160 esemplari e nei prossimi 15 anni. Dunque, mentre si riducono entro il 2024 le Forze Armate (da 190 a 150 mila) e il personale civile (da 30 a 20 mila), si spende per l’acquisto di strumenti di difesa e attacco. Ma l’Italia nella Costituzione è il Paese che ripudia la guerra e la corsa agli armamenti è condannata dai documenti conciliari e papali, perché “aggressione che si fa crimine”. Il Canada, membro della NATO, non comprerà F-35, che, oltre all’acquisto oneroso, hanno un alto costo di manutenzione. L’Italia, invece, seppur ridimensionandone il numero, ha deciso di dotarsi di questi aerei. E il ministro Di Paola difende strenuamente questa scelta, definendo le critiche “furore ideologico contro le Forze Armate”. Molte aziende italiane vivono dell’industria bellica, ma c’è un primato dell’etica sull’economia che il Magistero sociale della Chiesa non si stanca di richiamare e che vale anche per gli armamenti.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI