Sandro Fratini

Foligno nel nuovo Sistema Sanitario

 

Intervista al Direttore dell’ASL3 Sandro Fratini.

Uno dei pilastri fondamentali dello stato sociale in Italia è rappresentato indubbiamente dal Sistema sanitario di tipo universalistico, con cui facciamo i conti per tutto l’arco della nostra esistenza. Il nostro servizio regionale è stato e rimane certamente di buon livello e per alcune attività addirittura eccellente, ma viviamo tempi che richiedono inevitabilmente processi di innovazione, integrazione e riorganizzazione per adeguarci a contesti e prospettive nuove dettati dalla finanza pubblica. In questa logica la Giunta regionale in data 6.11.2012 ha approvato definitivamente la legge di Riordino del Sistema regionale sanitario dopo lunghi mesi di confronto e di partecipazione.

Quali le novità più importanti? Chiediamo subito al dott. Fratini.
La legge ha la finalità di razionalizzare la spesa e contestualmente di mantenere i livelli di qualità dei servizi erogati fino ad oggi. È un obiettivo veramente difficile, poiché la gestione delle risorse in passato è stata pienamente oculata e lungimirante, non per nulla tutti i parametri ci collocano ai primi posti nel contesto nazionale. Ora si tratta di conservare le posizioni raggiunte con la riduzione certa delle risorse.

Cosa cambia nell’assetto istituzionale?
I compiti di gestione dei servizi sanitari saranno esercitati da due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Perugia e Terni e da due Unità Sanitarie Locali; conseguentemente il nostro territorio confluirà con il territorio dell’attuale ASL 4 di Terni. Tutto ciò nell’ottica di una riorganizzazione più efficiente dei servizi, delle strutture e delle aziende, con la finalità di eliminare duplicazioni e diseconomie di gestione, recuperando risorse per mantenere i livelli di qualità.

Qual è il rapporto tra la legge di riordino e la fruibilità dei servizi da parte del cittadino?
I cittadini continueranno ad avere a disposizione, nell’immediato, la stessa offerta di servizi; si tratta di vedere se, a lungo termine, il sistema in senso lato sarà in grado di farlo senza costi aggiuntivi da parte dell’utente. A questo punto è indispensabile ricordare che occorre una presa di responsabilità da parte di tutti gli attori ai fini di un utilizzo razionale e non consumistico dell’offerta dei servizi.

Come troppo spesso purtroppo constatiamo.
Sì. L’uso improprio delle risorse quasi sempre sottrae qualcosa a chi ne ha veramente bisogno.

Le liste di attesa sono una delle problematiche più avvertite dai cittadini nell’accesso alle prestazioni diagnostiche, ambulatoriali ed ospedaliere. A che punto siamo?
Con la definizione delle procedure R.A.O (Raggruppamenti -Attesa-Omogenei) nel 2010 la Giunta Regionale ha deliberato il Piano straordinario per il contenimento dei tempi di attesa con lo scopo di governare la crescente domanda delle prestazioni sanitarie. Nella regione e nel nostro territorio riusciamo ed erogare servizi in tempi tali da dare risposte adeguate all’urgenza.

Altro problema: non si può dare tutto a tutti e subito, anche perché non serve e certamente sarebbe uno spreco di risorse. Non è così?
Il problema è complesso, ma tutti sono chiamati a dare il proprio contributo. Occorre una cultura di responsabilizzazione più efficace della domanda e dell’offerta delle prestazioni sanitarie per graduare le priorità. I prerequisiti dell’efficacia del sistema sono l’appropriatezza nella richiesta delle prestazioni e la collaborazione da parte di tutti i professionisti. Questo vale di più nell’immediato futuro, perché non ci è più permesso dissipare risorse.

Vediamo allora cosa cambia, a livello locale, con il riordino della rete ospedaliera.
Come effetto della “ spending review “, gli ospedali italiani dovranno ridurre i posti letto di oltre 7.000 unità. L’unica regione italiana che potrà aumentare di oltre 200 unità è la nostra ; questo per confermare come la politica regionale in tale ambito è stata avveduta e lungimirante. L’Umbria negli anni passati ha fatto significativi investimenti per modernizzare la rete ospedaliera: un esempio per tutti il nuovo ospedale della nostra città. Questo non vuol dire che non c’è nulla da fare: occorre ridefinire il ruolo e la funzione dei singoli ospedali: è indispensabile concentrare le urgenze al fine da dare risposte adeguate in termini di appropriatezza e quindi di efficacia del sistema.

E i Servizi distrettuali quale il ruolo hanno nella legge di riordino?
Rimangono il pilastro centrale dei servizi sanitari nel territorio al fine da dare un senso concreto alle politiche della prevenzione, delle cure primarie e della integrazione socio-sanitaria. Il livello distrettuale non si limiterà a fare medicina primaria, ma dovrà essere in grado di programmare e coordinare i servizi, organizzare l’assistenza domiciliare, promuovere le strutture residenziali e semi-residenziali per gli anziani, assicurare i servizi di pronto intervento di primo livello nell’arco delle 24 ore. E ancora, dovrà promuovere servizi complementari alla rete oncologica ospedaliera, sviluppare il regime ambulatoriale come filtro al Pronto Soccorso dell’ospedale, sviluppare le attività di prevenzione, educazione e informazione ed altre funzioni che per ragioni di spazio non menziono. Tutto ciò con disponibilità di risorse ridotte.

Riteniamo che l’Umbria può essere orgogliosa della qualità del proprio sistema sanitario che deve continuare ad essere accessibile a tutti, ma perché questo valga anche per il futuro occorre una nuova cultura che coinvolga tutti i soggetti dello scenario: è venuto il momento ineludibile di utilizzare i servizi pubblici come fossero risorse del nostro bilancio familiare. Siamo convinti che i margini di razionalizzazione siano ancora ampi; in altri termini anche nella nostra virtuosa Umbria ci sono sprechi significativi da eliminare. Solo con la lotta a questo aspetto della spesa sanitaria nel prossimo futuro sarà possibile mantenere il carattere universalistico del sistema.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO NIZZI

 

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