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Settimana Politica 2012 – 41

I geologi: la natura si riprende il suo territorio
Piove tantissimo e i fiumi non reggono e straripano, causando danni ingenti. Il Topino mette paura, ma, per lo meno, nel folignate non procura disagi e allarmi, mentre le acque di Tevere, Nestore e Paglia devastano case, opifici e terreni agricoli. Piene che si ripetono e fanno piangere molti cittadini. I geologi italiani, riuniti a Gubbio, denunciano anche per l’Umbria un diffuso uso scellerato del suolo: abbiamo costruito sui versanti dove non si poteva, abbandonato le campagne, omesso la manutenzione degli alvei fluviali e torrenziali. I geologi stimano che 100.000 umbri risiedono in aree ad elevata criticità geologica: 900 chilometri quadrati con 21.000 edifici, residenziali e non. Anche se in compagnia, la situazione non è proprio rosea, anzi desta allarme. In Italia, e quindi in Umbria, è inderogabile un piano di risanamento idrogeologico e di difesa del suolo. Ma se continuiamo a permettere costruzioni dappertutto e quindi anche a ridosso di corsi d’acqua (vedi per esempio palazzine, incompiute, a due passi dal parco fluviale di Via Mameli) o anche quasi sopra il fiume (Maggiolini in Consiglio comunale ha denunciato un ampliamento di abitazione privata proprio sopra il Menotre), siamo sulla strada sbagliata. Il terreno coltivato si è ridotto, lasciando spazio a cemento e strade, con la conseguenza che i fossi non ci sono più e quindi manca il drenaggio di acqua piovana. Ora una nuova porzione di città sorgerà a pochi passi dal corso d’acqua, come d’altronde sono stati costruiti interi quartieri affollati vicino alla sponda del Topino. Per cui la manutenzione dell’alveo e la cura degli argini sono inderogabili per scongiurare un’eventuale esondazione in città, cosa mai avvenuta, ma sempre possibile. La presidente Marini si consola, affermando che in Umbria non conosciamo l’abusivismo, ma come spiega allora che ci sono case allagate a due passi dai fiumi?

Legacoop: potenza economica e politica
Nel 2011 100 cooperative associate con 10578 occupati: la Legacoop umbra è una potenza economica, perché muove 426 milioni, e politica, perché ha rapporti contrattuali con la maggior parte dei Comuni e di riflesso porta una dote di consenso elettorale alle loro amministrazioni. Più di 30 sono gli anni di esperienza per le cooperative sociali, che svolgono funzioni in diversi settori, spaziando dall’assistenza alla cultura, dalla scuola alla produzione e alla distribuzione. Ma con le diminuite risorse che le amministrazioni pubbliche investono nel sociale, le cooperative lottano per sopravvivere e per conquistarsi appalti orientati al maggior ribasso. Quelle storiche folignati sono ancora sufficientemente presenti sul territorio e garantiscono servizi apprezzati, anche se gli operatori percepiscono stipendi non certo elevati. È un patrimonio che la comunità deve tenersi stretto e, anzi, migliorare, aderendo alle numerose iniziative per l’autofinanziamento che le cooperative organizzano.

Giunta Locchi condannata dalla Corte dei Conti
La condanna, riferita all’epoca della giunta comunale di Perugia con sindaco Renato Locchi, ora consigliere regionale del Partito Democratico, è per una consulenza assegnata ad un soggetto senza requisiti idonei all’incarico. Si doveva studiare e predisporre una carta da offrire alle città gemellate per agevolazioni e sconti nel soggiorno a Perugia. Il danno è stato quantificato in più di 40.000 euro, che ora l’ex-Sindaco e i suoi assessori dovranno risarcire. Si dirà che sta bene il fatto, ma a noi folignati poco importa se un amministratore perugino è stato condannato. Però citiamo l’accaduto per tre ragioni che possono interessare il lettore: la prima è che questo tipo di fatti passano spesso sotto silenzio; la seconda è che più di un condannato dalla Corte dei Conti svolge ancora funzioni pubbliche; la terza è che è prassi comune di assegnare consulenze da parte dei Comuni (fortuna che dopo la rivolta dell’opinione pubblica esse sono diminuite fino a quasi scomparire, come nel caso di Foligno) con bandi poco chiari e a volte mirati, con curricula pensati su misura del candidato predestinato, senza considerare che nel municipio ci poteva essere la professionalità giusta per svolgere i compiti richiesti. Tutto si concluderà con l’esecuzione della sentenza e quindi il pagamento della sanzione e non certo con qualche dimissione.

A Tullio Maggiolini una via di Foligno
All’unanimità il Consiglio comunale ha deciso di dedicare una via al suo famoso poeta dialettale. La Gazzetta, che lo ebbe come collaboratore versatile e stimatissimo dai lettori, se ne compiace.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

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