Umbria: affrontare la crisi si può
La nostra regione ha registrato un ritmo di crescita negativo superiore alla media nazionale, la sfida delle “reti d’impresa” per superare la congiuntura
La recessione, secondo il rapporto Istat 2012, durerà almeno fino alla fine dell’anno, poiché la contrazione continuerà anche nell’ultimo trimestre. Secondo le ultime stime della BCE, la ripresa avverrà presumibilmente tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Ciò comporterà una continua diminuzione dei consumi privati, a causa della forte variabilità del reddito disponibile, derivante dalla politica fiscale restrittiva del governo e dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro in tutto il territorio italiano. La crisi nazionale si ripercuote naturalmente anche nella nostra regione, che nel periodo 2011-2012 ha registrato un ritmo di crescita negativo del 4,9%, superiore sia alla media nazionale (-3,4%) che a quella delle regioni dell’Italia centrale (-3,1%). Nel primo trimestre del 2012 è stato registrato il record nel tasso di fallimenti; il numero delle procedure fallimentari è risultato essere pari al doppio della media nazionale. Negli imprenditori umbri è comunque forte la volontà di resistere alla crisi; infatti cercano di conservare il più possibile la struttura del personale preservando la propria forza lavoro professionalizzata e specializzata, facendo però ricorso temporaneamente agli ammortizzatori sociali. Ma il pessimismo continua ad essere presente ed allora sempre maggiori sono le imprese che richiedono al governo riforme fiscali, facilitazioni all’accesso al credito e l’abbattimento del costo del lavoro. L’Umbria, caratterizzata dalla presenza di piccole e medie imprese, ha avviato un percorso per cercare di affrontare la crisi con idee innovative, come la sfida delle “reti d’impresa”: si sta insieme ma si resta imprenditori autonomi. Il contratto di rete, previsto dal “decreto incentivi” e dalla “ legge Sviluppo” del 2009, viene stipulato tra due o più imprese che vogliono esercitare attività economiche in comune per accrescere la loro capacità innovativa e la loro competitività sui mercati. In questi mesi Confindustria ha annunciato il completamento dell’iter formale per la costituzione delle due prime reti di impresa, che operano nei settori della meccanica automotive e della meccanica agricola, che coinvolgono 16 imprese e circa 1400 addetti. Inoltre altre 48 piccole aziende umbre hanno dato vita a 4 nuove aggregazioni rappresentative di altrettanti settori, quali la moda, l’arredamento, l’agroalimentare e le energie rinnovabili. Queste iniziative sono opportunità che favoriscono l’aggregazione e l’internazionalizzazione, fattori considerati determinanti per consentire alle imprese di superare questo prolungato periodo di crisi. Da una parte sono proprio le imprese più internazionalizzate che con un tessuto di mediatori e distributori locali potranno fronteggiare i rigori di una pesante congiuntura, dall’altra l’adozione di un contratto di rete consente alle aziende di penetrare nuovi mercati, dai quali sarebbero escluse se agissero da sole usufruendo anche di benefici fiscali per i singoli imprenditori. Un’altra opportunità di crescita per l’Umbria è rappresentata dallo sviluppo del settore terziario, dove le imprese che vi operano sono già aumentate negli ultimi due anni: secondo le stime previsionali fino al 2015 ci sarà una crescita piuttosto sostenuta delle attività assicurative, turistico-ricettive, attività finanziarie e attività di comunicazione ed informazione.
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