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Settimana Politica 2012-34

Opere pubbliche costano più del previsto
Due opere comunali sono costate più dell’importo sottoscritto nel contratto iniziale. La prima è la variante nord, i cui lavori iniziati nel giugno del 2009 e conclusi nel novembre scorso, da un costo iniziale di circa 5 milioni, più volte aumentato, sono arrivati fino a 7 milioni e 360 mila. I fondi sono stati in massima parte a carico di Regione Umbria (6 milioni) e Rete ferroviaria italiana (1 milione e 200 mila: per la soppressione dei passaggi a livello di Viale Ancona e Via Serena). Tra le voci di spesa figurano 286.000 euro riconosciuti alla Calzoni Spa, per la “risoluzione di riserve opposte dall’impresa” appaltatrice, a seguito di un verbale bonario. Che tipo di riserve siano non è specificato. La seconda è la ristrutturazione e il consolidamento del Palazzo delle Logge, che comprende l’ex-cinema Vittoria e i cui lavori sono iniziati nel 2008 e dovrebbero terminare entro poco tempo. Con una variante, il costo previsto è stato incrementato del 20% (+19.841,97 euro) da riconoscere alla ditta appaltatrice, la CON.AR.ED. di Napoli, cooperativa denominata consorzio artigiani edili. Il totale della spesa è superiore ai 600.000 euro. Su questi appalti, che bruciano altri soldi oltre a quelli stanziati, non sembra esserci un controllo del Consiglio comunale. Se i dirigenti comunali che seguono i lavori debbono controllare per loro dovere professionale, i consiglieri comunali dovrebbero farlo per assicurarsi che il procedimento sia regolare e che gli eventuali maggiori costi non siano causati da mancata perizia durante il procedere dell’appalto o che le richieste delle ditte siano suffragate da giuste e congrue motivazioni. Quando i controlli scarseggiano, più facile è il verificarsi di casi come quelli sopra descritti, che lievitano costi già esosi di opere pubbliche.

Giuseppe Mondi fa il pienone
La Gazzetta aveva dato notizia dell’incontro-dibattito su Democrazia partecipativa organizzato dal Forum dei cittadini di Foligno, associazione animata di fatto da Giuseppe Mondi di Cittadinanza attiva. È balzato agli occhi l’alto numero dei partecipanti, molto interessati a conoscere gli strumenti della democrazia partecipativa. A fronte di Consigli comunali disertati, questa è una buona notizia, che fa bene sperare nella ripresa di un’attività politica in senso lato da parte della società civile. Anche la presenza delle donne assessori, Piccolotti e Zampolini, è un segnale positivo di un’Amministrazione che deve saper ascoltare e capire.

Ex-vivai Brocani: altra maxi lottizzazione
Non bastava quello che si è costruito finora a Foligno e quello che la Coop pensa di edificare nell’ex-Zuccherificio. È in preparazione un’altra grande lottizzazione nell’immediata periferia cittadina. Quella riferibile al terreno degli ex-vivai Brocani in Via Daniele Manin. Privati hanno presentato richiesta al Comune di Foligno, approvata, ma disattesa fino ad oggi per le procedure fallimentari che hanno riguardato la proprietà. Anche se trascorrerà qualche tempo, la certezza è che saranno costruiti altri palazzi e palazzine, sebbene ce ne siano molte, anche di nuova costruzione, invendute o disabitate.

Brega: “6.500 euro al mese, stipendio giusto per il consigliere regionale”
Il presidente del Consiglio regionale Eros Brega, rispondendo ai numerosi articoli pubblicati nei giornali locali, ha dichiarato che lo stipendio dei consiglieri umbri è congruo e non è esagerato. È d’obbligo, per meglio valutare questa affermazione, offrire al lettore spunti di riflessione. Ogni consigliere regionale – assimilabile in questo ad un parlamentare – ha a disposizione, per svolgere la sua funzione istituzionale in modo compiuto e puntuale, personale, dirigenti, collaboratori propri stipendiati, giornalisti e impiegati dell’ufficio stampa. Con i seimila euro – sostiene Brega – il consigliere è “ripagato” delle perdite economiche, dovute all’abbandono o alla riduzione del proprio lavoro per svolgere il mandato amministrativo. Ma se si considera che un consigliere ha diritto alla liquidazione (intorno ai 20.000 euro) dopo una legislatura e alla pensione (abolita solo a partire dal 2015), il periodo trascorso in Regione è ricompensato in maniera molto sostanziosa. Quei seimila euro ripagano anche l’onere di trasferirsi nel capoluogo per le sedute del Consiglio (per la verità non è che siano molte in un anno) e per le convocazioni delle commissioni, queste discretamente impegnative. Di certo, quei seimila e cinquecento euro sono uno stipendio super, se rapportato alla media di operai e impiegati. Quali parametri abbia usato Brega per la sua dichiarazione non si sa.

E il costo delle liquidazioni?
Per completare il quadro, il Presidente Brega dovrebbe informare l’opinione pubblica anche sull’entità della liquidazione che spetta ai Governatori e alle Governatrici che lasciano il mandato. O magari dirci dove il cittadino può avere informazioni al riguardo.

Regione: dal 2001 indennità più che raddoppiata
Con la lira, dieci anni fa, il consigliere regionale riceveva ogni mese circa 5 milioni, oggi avrebbe in busta paga più di 12 milioni e mezzo. Nel decennio a guida Lorenzetti, le regioni italiane sono divenute i principali centri di spesa periferici, perché si pensava che il federalismo, che avrebbe dovuto rappresentare il decentramento virtuoso, potesse meglio rispondere alla soddisfazione dei bisogni dei cittadini. Ma si è esagerato, specialmente nel costituire un corposo apparato di contorno alla Giunta e al Consiglio, che ha bruciato milioni e milioni togliendoli alla gestione dei servizi resi agli umbri. La gola è stata davvero profonda e tornare indietro non è facile, anche perché ai cittadini costretti a tirare la cinghia, rivelare ora le spese della politica prima nascoste, sa tanto di presa in giro.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

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