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Non siamo più la “Città dei ferrovieri”

Riflessioni e puntualizzazioni sull’ex-Zuccherificio e sulla nostra posizione critica

La Gazzetta ha sempre messo a disposizione della collettività la propria voce: autorevole e libera da condizionamenti. Dietro alla Gazzetta non ci sono gruppi imprenditoriali, non ci sono lobby di potere, non c’è un Vescovo che spinge per affrontare un argomento o per prendere una posizione; non ci sono dettati né richieste di autorizzazione. Ci sono persone che usano la propria testa e che riscuotono la fiducia del proprio editore, anche quando magari la pensano (e di conseguenza la scrivono) in maniera diversa. Ci sono redattori che si confrontano settimanalmente in riunioni talvolta anche accese, che proseguono il dibattito all’esterno, ognuno con i propri collaboratori e conoscenti. Il risultato è, a nostro avviso, sotto gli occhi di tutti: il giornale è vivo e mai scontato, offre spazio anche a chi non strilla, affronta argomenti che qualcuno potrebbe definire scomodi o di scarso interesse.
Nell’ultimo periodo abbiamo prestato molta attenzione alla vicenda che riguarda l’ex-Zuccherificio di Foligno e abbiamo proseguito a narrare una storia che è cominciata quando ancora non eravamo noi a raccontarla. Abbiamo anche preso posizione, senza per questo evitare di dare spazio e visibilità a chi non la pensa come noi: a nostro parere il cielo non è limpido e sereno, qualche nuvola minacciosa si intravvede. Il problema non è l’ennesimo centro-commerciale, o almeno, non è solo questo: è la posizione a ridosso delle mura urbiche, le negative ripercussioni congestionanti sul traffico cittadino, l’innalzamento di smog e rumori in tutta l’area, il definitivo seppellimento del centro-storico, la cementificazione, le prospettive di sviluppo di Foligno che da “Città dei ferrovieri” passerebbe a quella dei commessi (con tutto il rispetto, è più che ovvio). Probabilmente, e molti ormai ne sono convinti, errori nel corso del tempo ce ne sono stati e la politica non può farsi scudo con la rassegnazione, non può trincerarsi dietro un principio di fatalismo. E se ormai non fosse più possibile porre rimedio alla situazione? Beh, ci piacerebbe almeno che avvenisse qualcosa di romantico, che però in questi tempi fagocitati dal malcostume e dall’anti-politica, due facce della medesima medaglia, assumerebbe un significato tutt’altro che malinconico: il coraggio di presentarsi di fronte ai cittadini senza difendere a testa bassa le proprie posizioni ideologiche.
Allo stesso tempo, nella trasparenza che ci contraddistingue, ci corre l’obbligo di precisare che qualcosa letto in queste pagine può aver dato luogo a fraintendimenti: ci riferiamo in particolare alla locuzione “sporca speculazione edilizia” contenuta nell’articolo “The End” firmato da Villelmo Bartolini e pubblicato nel n. 11 del 25/03/2012. Abbiamo già sottolineato che COOP è legittimata ad ottenere ricavi dall’investimento nell’area dell’ex-Zuccherificio e non abbiamo mai avuto alcuna intenzione di affermare che tale operazione potesse nascondere attività illecite. Se dovesse esserci stato un malinteso, siamo sicuri che adesso la nostra posizione è ancora più chiara. Non siamo pregiudizialmente critici, anzi: portateci argomentazioni valide e magari ci comporteremo come splendidamente sintetizzato da Francesco Petrarca: “Il saggio muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione”.

© Gazzetta di Foligno – ENRICO PRESILLA

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