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Settimana politica 2012 – 20

Uso gratuito dell’Auditorium: contro la mozione dell’opposizione arriva la querela
L’intera minoranza consiliare (Pdl-Rinnovamento e Impegno Civile) ha presentato una mozione urgente che chiede la revoca del patrocinio e dell’uso gratuito del ridotto dell’Auditorium di San Domenico all’Istituto Conciliazione di Perugia, il cui referente di Foligno è l’avv. Paola Marchionni, moglie del vice-sindaco Massimiliano Romagnoli. I firmatari contestano il comportamento dell’amministrazione, che concede patrocinio ad una società avente scopo di lucro e comunque riconducile allo studio legale associato del vice-Sindaco. Nella delibera (erano assenti il vice- sindaco e l’assessore Sigismondi) la Giunta rileva che l’iniziativa specifica per gli avvocati è rivolta al cittadino ed ha interesse culturale e giuridico, per cui si ritiene che il Comune possa avere un ritorno di immagine, poiché l’evento (25 Maggio) sarà seguito da interventi sulla stampa e sui media. La Giunta, dunque, ritiene la proposta meritevole del sostegno dell’amministrazione comunale per le finalità culturali e sociali perseguite. Ma ecco arrivare la dura la reazione dell’avvocato Paola Marchionni, che querela i firmatari della mozione e afferma che il suo ruolo di responsabile dell’evento formativo, e non di organizzatore, è svolto a titolo gratuito per rendere possibile un corso di formazione per i colleghi avvocati e che l’evento è anch’esso gratuito e la sua valenza è stata riconosciuta con la concessione di due crediti formativi dall’Ordine degli avvocati di Perugia. L’avv. Marchionni in particolare si riferisce ai passaggi della mozione in cui si ipotizzano “favori” di parte e si segnala che gli organi istituzionali devono avere comportamenti rigorosi e al di “sopra di ogni sospetto”. Non è la prima volta che l’opposizione contesta il vice-sindaco Romagnoli: tempo fa fu rilevato che il suo studio di avvocato aveva tra i clienti l’azienda pubblica VUS per un contenzioso con Equitalia. L’incarico fu poco dopo abbandonato.

In fila per pagare l’IMU
Oltre alle file per saldare la nuova imposta sulla casa e i terreni fabbricabili, bisogna farne altre per sapere quanto pagare. Infatti sono già iniziate da giorni quelle all’ufficio tributi del Comune per accertare le nuove rendite catastali e verificare l’aggiornamento delle visure catastali. L’ufficio si è attrezzato e gli impiegati armati di pazienza gentilmente si prestano a rispondere ai cittadini. Seppur con sacrificio i cittadini ancora una volta si dimostrano orientati ad assolvere i doveri di contribuente; altrettanto giudizioso dovrà essere chi (Stato e in parte Comune) spenderà questi milioni.

I nuovi “chiacchierati” uffici dell’ufficio tributi
Dopo la prima scadenza del pagamento dell’IMU (18 giugno) probabilmente avverrà il trasloco dell’ufficio tributi da Via Umberto I ai locali ristrutturati del Palazzo Comunale con entrata in Via Colomba Antonietti e Via Persichetti. I sindacati, che contestano l’inadeguatezza di queste stanze (poca luce, nessuna aerazione, sala di attesa poco ospitale), hanno richiesto un ulteriore sopralluogo dei responsabili dell’Azienda sanitaria, i quali hanno confermato il rispetto dei parametri di idoneità. Visti da vicino, questi locali sembrerebbero poco adatti ad ospitare uffici che, dovendo accogliere i cittadini, dovrebbero essere meglio attrezzati.

I debiti della Regione
L’Umbria, che al 30 Settembre dell’anno scorso ha superato novecentomila abitanti (908.232), sicuramente grazie all’immigrazione multietnica, ha un debito residuo totale di 1.393 milioni con una media per abitante di 1.534 euro. Gli umbri sono più indebitati dei trentini (il Trentino-Alto Adige è una regione a statuto speciale favorita dai maggiori finanziamenti statali), dei lucani, dei molisani e dei valdostani. Per il debito pro-capite superiamo anche Toscana, Sicilia, Puglia, Lombardia, Emilia-Romagna e Calabria. Questo elevato debito è stato contratto per investimenti, dei quali bisognerebbe valutare l’efficacia. Tra le spese correnti più alte del bilancio regionale, oltre la sanità, quella per i dipendenti, che nel 2010 sfioravano i 50.000.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

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