Visita pastorale a San Giuseppe Artigiano
Domenica 6 maggio si è conclusa con un incontro conviviale al Convento di San Bartolomeo la prima visita pastorale di Mons. Sigismondi alla Parrocchia di San Giuseppe Artigiano.
La Visita, che si è sviluppata nel corso di 13 giornate a partire dallo scorso 24 aprile, ha permesso a Sua Eccellenza di prendere contatto con le varie realtà di questa parrocchia, incontrando di volta in volta dai giovani agli anziani. La Visita ha avuto molti momenti di “stupore” trasformatisi in breve in meraviglia per gli interventi di Sua Eccellenza sempre attenti e carichi di significato e di incoraggiamento.
Particolare il momento vissuto lo scorso primo maggio, in occasione della festa del Patrono San Giuseppe Artigiano, in cui 16 ragazzi hanno ricevuto il Sacramento della Cresima, in un ambiente festoso, frutto del contributo di tutte le componenti della parrocchia.
Negli incontri con i ragazzi il Vescovo ha spiegato la differenza tra “aspirazione” ed “ambizione”, sottolineando come solo il primo di questi due termini può essere accettato da un cristiano che vuole raggiungere i propri obiettivi, mantenendo sempre l’attenzione alla morale e ai dettami della Fede e conservando uno sguardo puro verso chi lo circonda.
Ai vari membri della parrocchia che si dedicano agli aspetti liturgici Sua Eccellenza ha ricordato come sia fondamentale l’incontro con la gente della parrocchia, non solo in occasione delle Liturgie, ma anche nel corso della settimana, per momenti di approfondimento della Parola.
Importante è stato l’incontro con tutti i membri del Consiglio Pastorale, i Catechisti, la Caritas ed il Consiglio degli Affari economici; in tale occasione mons. Gualtiero, oltre a ricordare di “fare quadrato” intorno alla fede, ha sottolineato che i partecipanti a questi organi devono essere sale e lievito della parrocchia, così come tutti i cristiani lo devono essere per il mondo; ha proseguito dicendo che l’obiettivo basilare della parrocchia è soprattutto diffondere la parola di Dio, e in un ambito sociale particolare quale quello della Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, dove vi è un’alta presenza di extra-comunitari, il compito, seppur arduo, non deve portare alla rassegnazione, nella certezza che Cristo è presente dove “due o tre si riuniscono nel Suo nome”. Inoltre ha evidenziato l’importanza del catechismo dei fanciulli, ma ancor più l’evangelizzazione dei genitori. Si è particolarmente congratulato con il Sacerdote e la comunità per l’attenzione posta verso gli extra-comunitari, che parte dal doposcuola e prosegue nell’oratorio.
Ai componenti del Consiglio Pastorale ha suggerito di fare attenzione a tre “tentazioni”: frammentazione, troppe iniziative a scapito della Parola e rassegnazione; occorre tener presente che l’artefice principale di ogni iniziativa deve essere “lo Spirito Santo”.
Ha concluso ribadendo l’importanza di camminare sempre insieme.
Claudio Boldrini
Patrizio Staibano
Notizie storiche
Alle origini di questa parrocchia troviamo una vicaria autonoma intitolata a S. Giuseppe Artigiano, eretta il 19 dicembre 1958; Don Alessandro Trecci fu nominato suo economo spirituale. Col primo gennaio 1960 sorse la parrocchia e Don Alessandro fu nominato parroco.
La storia della chiesa di S. Giuseppe Artigiano va collegata con il Santuario cittadino della Madonna del Pianto, distrutto dal bombardamento aereo del 22 novembre 1943. A titolo di riparazione per il Santuario distrutto, la Curia folignate chiese la costruzione della Chiesa di S. Giuseppe Artigiano, per servire il nuovo quartiere tra via Piave e via Trasimeno. Il 20 agosto 1960 venne posta la prima pietra; i lavori durarono circa sei anni e il 1° maggio 1966 il vescovo Siro Silvestri consacrò la nuova chiesa. L’architetto fu dapprima Francesco Zanetti di Perugia, ma successivamente, nel 1965, l’architetto folignate Franco Antonelli perfezionò il disegno interno. La ditta costruttrice fu quella folignate dei fratelli Battaglini.
Va rilevato che l’interno della chiesa venne abbellito con un’antica pittura della scuola quattro- cinquecentesca folignate: la Madonna del Latte, opera firmata e datata di Feliciano de’ Muti; essa proviene da un’antica chiesa, ormai scomparsa, che esisteva sulla strada che conduce da Foligno a San Giovanni Profiamma.
Nel 1985 questa parrocchia contava 2.513 abitanti; nel 2012, trattandosi di una zona di espansione, ha raggiunto 3.659 abitanti.
L’estensione della nuova parrocchia si ampliò con l’annessione della parrocchia di S. Venanzo in Uppello (1986), per cui anche lo storico monastero di Sassovivo entrò a far parte del suo territorio; successivamente questa comunità incluse un gruppo di famiglie già della parrocchia del Santissimo Salvatore (1991).
Va ricordato che fa parte di questo territorio parrocchiale anche la piccola frazione di Serra Bassa, dove si trova una cappella intitolata alla Madonna di Fatima e a S. Egidio, di proprietà privata.
Degna di attenzione una cappella intitolata “Madonna di Sassonia”, di cui si interessò anche il noto storico Michele Faloci Pulignani.
Mons. Alessandro Trecci svolse in questa comunità il suo ministero pastorale per quasi venticinque anni, dal 1958 al 1982; dopo di lui seguirono Don Giancarlo Sibilia e Don Paolo Maria Barducci, sacerdoti religiosi della Comunità di Jesus Caritas, della “famiglia Charles de Foucauld”. Poi divenne parroco Don Sergio Andreoli, dal 1998 al 2000. Dopo Don Sergio, fu qui parroco il religioso dehoniano p. Umberto Cardillo, al quale è succeduto nel 2006 il confratello p. Antonio Cristiano. Collabora con lui, dal 2009, il diacono permanente Marino Lini.
Tutte queste figure di parroco, prese ciascuna per sé, sono degne di attenzione, ma sono risultate troppo diverse dal punto di vista della spiritualità e della pastorale. Questa comunità ha un po’ sofferto tali differenze, aggravate dalla varietà di origine, come abbiamo visto, delle sue componenti. È facile prevedere che la pastorale futuribile si occuperà principalmente di trovare le vie dell’unità.
Dante Cesarini
La realtà attuale
Con il Parroco di San Giuseppe Artigiano, padre Antonio Cristiano, dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Padri Dehoniani), collaborano il diacono Marino Lini, i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, quelli del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, una ventina di catechisti, gli operatori della Caritas Parrocchiale, gli animatori musicali Cristina Adami, organista, Feliciano Ferretti e Simona Boldrini, coordinatori del Coro, e i Ministri straordinari della Comunione Loriana Venturi, Piergiorgio Baldan, Cristina Adami, Maria Tinivelli, Giovanni Lazzari.
Riportiamo di seguito alcune risposte al questionario della Prima Visita Pastorale di Monsignor Gualtiero Sigismondi.
Nella Parte Terza, al quesito “Con quanti hanno una fede diversa o non hanno fede, si è stabilito un dialogo e una collaborazione?”, si risponde: “Sì, data la notevole presenza di extracomunitari in parrocchia. Con i bambini attraverso il gioco nell’Oratorio parrocchiale, dove, peraltro, hanno espresso il desiderio di frequentare il Catechismo insieme agli amici o compagni. Con gli adulti il canale preferenziale è quello della Caritas, dove il parroco entra in dialogo costruttivo, coadiuvato dai suoi collaboratori”. Sulla Catechesi dei fanciulli si legge: “Il Catechismo di iniziazione cristiana viene svolto nell’arco di otto mesi, da ottobre a maggio, con incontri settimanali di circa un’ora. Altre attività legate ai periodi liturgici, quali l’Avvento e la Pasqua, vengono effettuate al di fuori dell’ora di Catechismo. L’inserimento dei regazzini segue il ciclo scolastico. I sussidi sono vari e scelti dai catechisti. Da un anno a questa parte stanno testando l’esperienza innovativa del Catecumenato”. Su quella degli adulti si scrive: “Esiste un gruppo di anziani guidati da una catechista, che settimanalmente si incontra per riflettere sul Vangelo della domenica e per recitare le Lodi o i Vespri, a seconda dell’ora in cui si riuniscono”. Si ricorda, infine, che l’Oratorio “risale ai tempi in cui don Alessandro Trecci inaugurò la Chiesa. Con alti e bassi di frequenza, ad oggi ospita circa cinquanta ragazzi”, e che “La parrocchia ha un giornalino – La Lettera – quadrimestrale”.
Nella Parte Quarta del questionario si fa presente che in parrocchia operano “Il coro, i ministranti, i ministri straordinari della Comunione, i lettori”, che i genitori vengono preparati alla celebrazione del Battesimo con “Almeno tre incontri” e che in questo settore sono impegnati il Diacono e una coppia di sposi; il coinvolgimento delle famiglie nella preparazione e nella celebrazione della Cresima avviene, oltre che con incontri, “anche con l’esperienza del ritiro, che si fa in estate”; il Sacramento viene celebrato “Il primo anno delle Superiori, perché si ritiene che i ragazzi sono più maturi, e per favorire il dopo-Cresima”; per valorizzare il Giorno del Signore, si tengono “Giornate per Classi di catechismo, che vengono trascorse in parrocchia”; in merito alla benedizione delle case, si annota: “Generalmente è bene accolta. Come incontro con le singole realtà familiari e come momento di preghiera con il Sacerdote. Inoltre, con il passare del tempo, questo momento permette di approfondire e migliorare la conoscenza delle famiglie residenti”; sulla reintroduzione in Diocesi del Diaconato permanente viene espressa questa valutazione: “È positiva, anche per il sostegno ai Parroci; i Diaconi potrebbero essere utili in prospettiva, per aiutare le comunità, dove la presenza del Sacerdote potrebbe essere meno continua”.
Nella Parte Quinta del questionario – Come siamo Chiesa? -, si informa che il Consiglio Pastorale Parrocchiale “è stato costituito cinque anni fa, con elezioni fra i partecipanti all’Eucaristia; viene convocato saltuariamente e di ogni riunione c’è il verbale, che è raccolto in un registro”; che, sebbene in parrocchia non ci siano associazioni, gruppi e movimenti, “alcune persone fanno parte, a titolo personale, di gruppi e movimenti diocesani”; a proposito della collaborazione, in Diocesi, tra diaconi e presbiteri, si osserva: “In base alla nostra esperienza, riteniamo che sia una buona collaborazione, quando c’è una stabilità di affiancamento al Parroco”; si aggiunge che i diaconi “Devono essere inseriti in parrocchia in forma stabile e sulla base delle esigenze della stessa parrocchia”; infine, una nota sugli Uffici pastorali diocesani: “La suddivisione dei compiti e chi ne è stato messo a capo, sta offrendo un buon servizio alla comunità diocesana”, e un’altra sui mezzi di comunicazione: “Le informazioni date in Internet tramite il Sito, sono ottime, ma andrebbero maggiormente divulgate nella comunità”.
Riguardo alla testimonianza della carità, si precisa che la Caritas Parrocchiale “dona pacchi settimanali ai poveri della parrocchia, che si presentano, ma il suo compito principale è l’ascolto, l’amicizia e la condivisione con le stesse famiglie, a cui si dona il cibo”; si aggiunge che “La parrocchia è sensibilizzata, tramite le omelie e le catechesi e l’esempio del parroco, a dare il proprio contributo alla Caritas; del resto, ci sono anche spontanee manifestazioni di solidarietà al di fuori della stessa parrocchia”.
Per concludere, un’osservazione sul rapporto con gli immigrati: “È duro vincere tutti i pregiudizi razziali, rafforzati da esperienze negative, però si ha cura da parte della parrocchia di aprirsi all’accoglienza e di farsi portatrice di messaggi positivi”, e un’altra sulle manifestazioni del disagio giovanile: “Sono stati fatti degli incontri negli anni passati su questi fenomeni, che si riscontrano anche nella nostra parrocchia”.
Sergio Andreoli