CARIFO ultimo atto
Il 154° e ultimo bilancio della Cassa di Risparmio di Foligno chiude in perdita per 2 milioni e 260 mila euro. Fondata nel 1857, su iniziativa concorde della comunità civile e religiosa, la banca chiude per confluire nella Cassa dell’Umbria. Al nuovo istituto di credito partecipano le Casse di Città di Castello, Spoleto e Terni. La Cassa di Foligno porta in dote 235 dipendenti (un centinaio in meno rispetto alla direzione Radi) e 38 filiali, la maggior parte nella provincia di Perugia, 7 in Ancona e Macerata. Socio di maggioranza è la Cassa di Firenze per il 70,47%, seguono la Fondazione di Foligno con il 21,23% e piccoli azionisti, ivi inclusi alcuni dipendenti, con l’8,30%. Con la fine della Cassa folignate verranno liquidate dalla capogruppo fiorentina le partecipazioni minori. Il valore su cui calcolare tale concambio non è noto, ma si presume che la Fondazione potrebbe incassare svariati milioni. La contropartita, se in azioni o in contanti, è ancora da stabilire, ma le Fondazioni delle quattro Casse preferirebbero la seconda soluzione. Per quanto riguarda, invece, il risultato negativo – fatto inedito, almeno nella storia recente della banca -, le cause sono riconducibili, scrivono gli amministratori, ad “un contesto di riferimento particolarmente difficile”. La perdita di esercizio, inoltre, è stata “fortemente influenzata dall’accantonamento per oneri di incentivazione all’esodo del personale pari a 2,72 milioni”. Nel secondo semestre, si legge nella nota al bilancio, “si sono palesate con maggiore frequenza situazioni di crisi aziendali, che hanno colpito edilizia, opere pubbliche, servizi del commercio”. Un effetto domino, questo, che ha causato alle famiglie perdita di lavoro e di potere di acquisto. Di conseguenza la Carifo ha dovuto adottare prudenza nella valutazione dei propri crediti, rettificandone il valore per situazioni di insolvenza e per la contrazione dei margini reddituali e delle prospettive delle aziende clienti. La storia della Cassa di Foligno, che ora sarà un anello della catena sotto il controllo e la regia della Banca CR Firenze, si conclude in questo momento in cui l’economia locale è attraversata da forti criticità e le famiglie sono in sofferenza per la precarietà o la mancanza di lavoro. Proprio oggi, in cui sarebbe prezioso un istituto locale che conosca bene la propria clientela, perché capillare come presenza e prioritariamente disponibile al territorio. Con la confluenza di quattro realtà bancarie umbre non verrà mortificato certamente questo ruolo di attenzione al territorio, ma alcune funzioni come quella del consiglio di amministrazione e quella legata all’assunzione di personale saranno traslocate fuori città. Ciò non significa necessariamente che si peggiorerà; certo è che quella collaborazione tra banca-amministratori pubblici-associazioni di categoria potrebbe essere meno efficace e scarsamente ricercata. La presidenza che sarà affidata ad Alberto Cianetti, che ha gestito negli ultimi la Fondazione CR Foligno, mitigherà certamente queste criticità. La Gazzetta, compagna di viaggio della Carifo fin dall’800, incoraggia il nuovo corso per il bene di Foligno.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI