Per un altro Medio Evo: Mulieres in Ecclesia
Giovanna Casagrande alle Marie Cristine
Mulieres in Ecclesia è il titolo che Giovanna Casagrande, dell’Università degli studi di Perugia, ha preso in prestito dall’ ampia opera di mons. Mario Sensi sull’universo religioso femminile nel Medio Evo. La trattazione riservata alle Marie Cristine è stata incentrata sulla figura della donna la quale, al tempo, non era destinata solo al matrimonio o alla vita claustrale. È stato proprio mons. Sensi ad approfondire l’argomento cogliendo le varie aspettative di vita delle donne: in genere passavano dal controllo del padre al controllo del marito in un periodo storico in cui non si parlava di emancipazione e si accettava la vita per come era.
Oltre alla vita matrimoniale c’era la vita religiosa, che non era solo quella dei monasteri. Nell’Italia dei Comuni non c’erano cariche riservate alle donne: non potevano accedere agli studi universitari né potevano ricoprire ruoli dirigenziali nelle arti e nei mestieri pur essendo loro a svolgere le mansioni più incombenti.
Potevano però amministrare alcuni beni donati loro dal padre o dai fratelli. Amministravano le proprietà del marito in caso di vedovanza.
Venendo all’ambito religioso si è scoperto, a partire soprattutto dagli anni sessanta del secolo scorso, Il movimento religioso femminile, al quale hanno atteso tanti ricercatori tra cui mons. Sensi. La ricerca ha evidenziato Un altro Medio Evo, ovvero sono stati scoperti aspetti della vita al femminile sconosciuti e insospettati.
C’era il mondo delle sante e delle beate, quali la Beata Angela, ma poi c’erano le recluse, le cellane, le incarcerate: anche se erano in prevalenza donne, esistevano anche uomini che decidevano di vivere di elemosina alloggiando presso chiesette, cimiteri, addirittura ponti. Altra scelta di vita era quelle delle oblate, donne che si donavano,spesso operando presso gli ospizi e gli ospedali.
C’erano poi coloro che si riunivano in conventi. Nella nostra Umbria l’esempio più significativo è quello di Santa Chiara d’Assisi la quale scelse la povertà assoluta come fece san Francesco. Un certo disordine che si era venuto a creare nei vari monasteri fece sì che il pontefice regolarizzasse i conventi secondo la regola clariana, benedettina o agostiniana.
Non da meno è Il Terz’Ordine, che si sviluppa a partire dal quattordicesimo/quindicesimo secolo e che non prevede la clausura. A Foligno esempio fulgido è la Beata Angelina. Oggi al Terz’Ordine appartengono anche molte donne laiche che hanno una regolare famiglia.
Infine Mons. Sensi ha aggiunto anche il mondo delle Bizzoche , un “mondo altro”, un mondo semireligioso che in qualche modo si riferisce alla sfera religiosa.
Per concludere con Raoul Manzelli questa disamina mostra un universo femminile che fugge dai condizionamenti socio-economici usuali: la donna da oggetto nelle mani dell’uomo diviene soggetto.
© Gazzetta di Foligno – FRANCESCA SCARABATTIERI