Allarme centro storico
Progetto per la riqualificazione dell’ex-Zuccherificio
Intervista all’architetto Federico Adriani
I quesiti posti da Federico Adriani, audace architetto folignate, durante la presentazione del progetto dell’area dell’ex-Zuccherificio il 15 marzo scorso a Palazzo Trinci, sono ancora senza risposta. Due le questioni poste al presidente della Coop Centro Italia Giorgio Raggi, all’architetto Gae Aulenti, al Sindaco di Foligno Nando Mismetti e al presidente di Koinon SpA Basilio Santificetur: ci sarà realmente bisogno di questo tipo di case e di altre costruzioni residenziali? Perché un architetto della fama di Gae Aulenti accetta un lavoro del genere? Non esiste un’etica, una morale anche nella professione?
Partiamo da questo: ci sono dei presupposti sbagliati nel progetto presentato come “riqualificazione” dell’area di via IV Novembre: il piano regolatore del 1997 prevede la possibilità di edificare per una volumetria di 42 mila metri quadri, dove appunto si può (e si vuole) costruire un mostro: due torri di 72 metri d’altezza e 13 mila metri quadri di centro commerciale, accanto ad un centro storico già di per sé morente.
Perché abbiamo in mano un progetto del genere?
Questo progetto è la naturale conseguenza di un Piano Regolatore concepito in modo sbagliato – chiosa Adriani – è il Piano che permette di costruire quelle quantità di volumetria, in quel posto e con quelle destinazioni d’uso prevalentemente commerciali. Ciò che viene da chiedersi è perché l’amministrazione comunale ha fatto un piano regolatore del genere?
Le due torri sembrano solo il camuffamento dell’ennesimo centro commerciale, proposte come unica soluzione per realizzare le aree verdi, infatti, costruzioni a livello orizzontale non le permetterebbero.
Per questo dobbiamo domandarci perché quando hanno pensato il Piano Regolatore e hanno stabilito che in quella zona si potesse costruire tutta quella volumetria non hanno pensato a spazi verdi. È stata fatta anche una perequazione urbanistica. Il Comune ha trasferito la volumetria esistente dell’area così detta ‘buca di Prato Smeraldo’ a quella già prevista per l’area dell’ex-Zuccherificio, ingigantendo l’area edificabile.
Si parla di una superficie commerciale di tredici mila mq, a ridosso del centro storico. Confcommercio e Confartigianato sono d’accordo con il progetto, non si rendono conto che sarà la loro morte.
Non esiste caso al mondo, in cui un centro commerciale ha contribuito a rilanciare e a valorizzare un centro storico. Paradossale è il caso della Danimarca, che per preservare i centri storici ha deciso di non costruire più centri commerciali.
C’è realmente bisogno di quel tipo di case?
Con la ricostruzione post-terremoto è stato costruito l’impossibile, c’è troppa offerta sul mercato. I prezzi stanno calando, sotto i 2.000 euro al mq. In centro storico siamo sotto i mille. A Foligno non sono nate né nuove industrie né nuovi posti di lavoro. La città non cresce, quindi non c’è bisogno di costruire nuove abitazioni.
La Coop che basa tutto il suo essere sull’etica, perché come recita lo slogan: “La Coop sei tu”, massacra il nostro territorio. Quest’opera andrà a cannibalizzare il centro storico e a cementificare ulteriormente Foligno. Le due torri saranno altre abitazioni, da aggiungere a quelle già in progetto nella zona dell’ex-ospedale e a quelle già esistenti di Corvia e Borroni rimaste invendute.
E ancora: più di dieci anni fa durante l’acquisto dell’area dell’ex-Zuccherificio il Comune aveva diritto di prelazione, ma non ebbe risorse economiche a sufficienza per acquistarlo. Le finanze erano un disastro. Chi c’era al governo della città? Le giunte Raggi e Lorenzetti che hanno portato il Comune sull’orlo del fallimento. Durante il mandato dello stesso presidente della Coop, tra il 1977 e 1984, l’Ente Comunale accumulò un buco di mezzo miliardo di vecchie lire. Oggi è lo stesso Raggi a presentarci il progetto come un “dono” per la città. Noi educatamente lo rispediamo al mittente. Emblematiche le parole della stessa Gae Aulenti durante la presentazione: “Qui vedete il vecchio centro storico e di qua, invece, il nuovo”.
© Gazzetta di Foligno – SONIA RICCI