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Dove taglierà il bilancio comunale?

In queste settimane, lontana dagli orecchi indiscreti di stampa e opinione pubblica, la giunta sta elaborando il bilancio di previsione per l’anno in corso. Nel 2011 il percorso per la formulazione del budget è stato lungo e tortuoso, tanto che l’approvazione è giunta il 20 giugno e quindi per una buona metà dell’anno gli amministratori hanno operato senza sapere con precisione quanti soldi avessero a disposizione. Chi volesse esaminare i bilanci dell’anno scorso deve prendersi la briga di andarli a chiedere direttamente in piazza della Repubblica o scrivere all’ufficio relazioni con il pubblico urp@comune.foligno.pg.it (noi l’abbiamo fatto e attendiamo fiduciosi una risposta), perché sul bel sito del Comune le relative pagine sono vuote.
Ma che cosa si sa del prossimo bilancio? Dove saranno applicati i tagli (pare che ci siano 3 milioni di euro meno dell’anno scorso)? Non vorremmo trovarci nei poco invidiabili panni dell’assessore al bilancio che deve sforbiciare qua e là, senza poter incidere sulla maggior parte dei costi (contratti in essere, personale ecc.), gestendo la comprensibile pressione degli assessori e quella, forse meno legittima, delle parti politiche di cui sono espressione. Non ci sentiamo di dare consigli, ma proviamo almeno a proporre un criterio di discernimento. È abbastanza evidente che, se la seconda ondata della crisi ha esaurito i suoi effetti sul versante finanziario, debbono ancora manifestarsi pienamente le sue conseguenze sociali. Le crescenti difficoltà che hanno investito alcuni settori produttivi (edilizia e manifattura tra tutti) si stanno estendendo al settore commerciale, nel quale la distribuzione “hard discount” di tutti i generi acquisterà quote a scapito del commercio tradizionale, segmento nel quale la nostra città è stata tradizionalmente forte. Non è difficile immaginare che nei prossimi mesi le già ingenti richieste di sostegno economico, in tutte le forme, si moltiplicheranno. In tempi di vacche grasse l’economia pubblica locale si è fatta carico di un ruolo di compensazione sociale che oggi non può più sostenere. Quante FILS servirebbero per assorbire i lavoratori che saranno espulsi dal mondo del lavoro nei prossimi mesi? In un periodo in cui in tanti stenderanno la mano per chiedere un pesce (per usare la metafora di una nota storia orientale) bisognerà avere la lungimiranza di investire in canne da pesca. Mettere soldi per tamponare le necessità contingenti, ammesso che si possa fare ancora, non basta. C’è da augurarsi, quindi, che il bilancio comunale potenzi tutte quelle attività che possano essere “volano” di sviluppo economico e quelle forme di aiuto che portino all’emancipazione, evitando il mero assistenzialismo. Per essere concreti: meglio una borsa-lavoro piuttosto che pagare una bolletta. Non è un percorso che l’amministrazione può fare da sola. La macchina comunale non ha né i mezzi né le competenze, occorre una sinergia di intenti nella quale le imprese possono fare molto (mettere a disposizione spazi in esubero, competenze organizzative e gestionali, indicare aree di domanda specifica) per sostenere lo sviluppo di un’economia sociale che punti alla sopravvivenza di quell’ampia fetta di lavoratori che, per età o condizione sociale, in questa fase recessiva non ha speranza di essere ricollocata nel mondo del “profit”. Sono vari i settori nei quali poter canalizzare le risorse: riuso e riciclo, distribuzione a km zero dell’agroalimentare, mobilità alternativa, servizi alla persona. Se non saremo capaci di occuparci degli ultimi con interventi lungimiranti, il conto dei costi sociali ci verrà recapitato in una bolletta salatissima, che potremmo non essere più in grado di pagare. È quindi particolarmente importante oggi spendere quel poco che c’è nella direzione giusta. Aspettiamo pertanto con ansia il bilancio preventivo e ci auguriamo che le scelte che esso esprimerà vengano illustrate e documentate con maggior solerzia di quanto fatto per il 2011.

© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI

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