Settimana Politica 2012 – 7
Il Topino asciutto come d’estate
Nonostante la stagione invernale, il fiume è ridotto ai minimi termini. Scriveva Piero Fabbri su “al Quadrivio”, a proposito dei lavori della Quadrilatero sulla S.S.77: “Dal nostro Appennino sventrato trasversalmente, drenerà acqua preziosa che manderà in tilt l’intero sistema idrogeologico dell’altopiano carsico di Colfiorito, una delle zone umide montane peculiari d’Europa”. La ricchezza d’acqua della palude è determinante per la sopravvivenza dei fiumi e torrenti della valle. Alimentato dalle sorgenti di Nocera, oggi quasi secco come nella stagione estiva, il Topino è dipendente anche da quelle della montagna, così come il Menotre, suo affluente. Omero Savina, che per conto del Comune di Foligno si interessa al parco naturale di Colfiorito, denuncia: “Si registrano diminuzioni nella portata delle sorgenti montane, quella di Cupigliolo sarebbe pressoché a secco”. Complesso il discorso sulle cause. Per alcuni le gallerie della nuova statale che conduce nelle Marche avrebbero sventrato la montagna, interferendo negativamente sulle falde acquifere sotterranee. Per altri la penuria del Topino risalirebbe ai prelievi forzosi, tra san Giovenale e Bagnara, cominciati negli anni ’50 per una scelta politica perugina supinamente avallata dalle amministrazioni folignati dell’epoca.
48 milioni per evitare lo straripamento
Nel progetto di messa in sicurezza del Tevere rientra quello del bacino del Topino. Nessun abbattimento dei ponti è previsto, ma solo l’allargamento delle arcate. Si agirà sull’alveo del fiume: si abbasserà la “traversa Fiamenga”, ovvero la cascata a ridosso del ponte di Viale Firenze, si metteranno paratoie mobili. Sulla siccità, però, poco si può fare: se non piove (da ottobre a gennaio sono caduti solo 32 mm di pioggia) e senza reintegro dell’acqua che prende il capoluogo, è a rischio l’irrigazione per l’agricoltura. Oggi i fossi coperti e scoperti sono vuoti.
Invalidi, purché non siano validi
In Italia nel 2011 le verifiche su prestazioni a favore di persone invalide, che con cure possono vedersi ridurre la percentuale di invalidità civile sotto il 74% necessario per la prestazione, hanno certificato che il 28,42% non aveva più diritto alla pensione o all’assegno di accompagnamento. In Umbria su 2.550 invalidi sottoposti a visita di controllo, 910 sono i casi accertati di revoca; da definire altri 741. È una delle percentuali più alte, dopo Campania, Basilicata e Molise. Quello che l’Inps certifica è un abuso. D’altro lato è positivo che molte situazioni di invalidità migliorino. La fascia che va dal 34 al 73% di invalidità, che in Umbria è corposa, considerata anche la presenza di molti anziani, ha diritto non alla pensione, ma all’esenzione dal ticket farmaceutico, al bollo auto gratis, ai permessi di parcheggio, all’Iva al 4%, tutti benefici che costano allo Stato. Nella Regione sono censiti 100 ciechi civili assoluti, più di Lombardia, Lazio e Campania.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI