Settimana politica 2012 – 5
Appaltopoli provinciale: le intercettazioni non contano
Il tribunale di Perugia ha deciso che, nel processo a seguito dell’inchiesta sugli appalti di manutenzione stradale della Provincia, le intercettazioni non potranno essere utilizzate dalla pubblica accusa. Alcune, perché effettuate dopo una denuncia anonima, altre perché firmate dal giudice delle indagini preliminari su moduli prestampati senza l’indicazione individuale dell’ipotesi di reato. Senza uso delle telefonate intercettate, potrebbero sgonfiarsi le gravi accuse per 43 rinviati a giudizio per turbativa d’asta, corruzione, abuso d’ufficio e truffa. Imprenditori, dipendenti pubblici e cinque società di manutenzione stradale, senza una prova evidente, potrebbero cavarsela con condanne più leggere, sempre che sia accertata l’esistenza di un’associazione a delinquere che pilotava l’aggiudicazione degli appalti alla Provincia. Se per alcuni, vedi l’ex-Presidente del Consiglio, le intercettazioni hanno contato molto, per altri, signori meno conosciuti del primo, esse sembrano non valere. Una delle contraddizioni italiane.
Promessa non mantenuta: nessuno straniero in Consiglio
Mentre Perugia ha due consiglieri aggiunti – cioè non eletti – non italiani in Consiglio comunale, Foligno non ne ha nessuno. L’Istat ci dice che l’Umbria è tra le prime regioni con maggior presenza di immigrati stranieri, la nostra città non fa eccezione. I residenti di altri Paesi, soprattutto provenienti da fuori Europa, sono qualche migliaio nel Comune, per cui quella promessa non mantenuta di nominare un consigliere aggiunto non italiano va presto onorata. L’ingresso di uno o due stranieri in Consiglio comunale è segno di civiltà.
17 ospedali in Umbria non saranno troppi?
In epoca di austerità nella spesa pubblica, si esaminano tutte le possibilità di risparmio. L’Umbria, che vanta di non aver buchi di bilancio nella sanità, ha 17 ospedali – uno nuovo sarà costruito a Narni con finanziamento di 50 milioni -, quattro Asl, due grandi aziende ospedaliere a Perugia e Terni. Nonostante questa capillare offerta, la cosiddetta forbice tra importazione ed esportazione di malati pare allargarsi a favore della seconda. In buona sostanza, crescono gli umbri che si curano fuori regione. Poi non si utilizzano come si potrebbe tac e risonanze magnetiche, visti gli allungamenti dei tempi di attesa. Anche i pagamenti alle ditte fornitrici delle Asl hanno tempi maggiori che in altre regioni più virtuose, come la Lombardia, pur non essendo certo paragonabili a quelli raggiunti in Calabria. Il bilancio in pareggio, dunque, se da una parte è una virtuosità, dall’altra dovrebbe stimolare la Giunta umbra a ridurre subito sprechi, doppioni, ad onorare i debiti con celerità, a far funzionare meglio i costosi macchinari in dotazione.
Il listino va eliminato
Ogni tanto si riparla di listino regionale, che permette l’elezione a consigliere a prescindere dai voti ottenuti. Una proposta di legge dei consiglieri PD Barberini e Smacchi dell’agosto scorso ne chiede la cancellazione. C’è ancora tempo per l’eliminazione, che dovrebbe essere bi-partisan, cioè non contrastata da nessuno. Già nella votazione che ha eletto Catiuscia Marini alla presidenza della regione, si parlava di toglierlo; ma interessi bi-partisan non l’hanno permesso.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI